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Durata 21m 25s
Il 26 e il 27 novembre lavoratori, studenti e docenti delle sei università
pubbliche di Madrid (Complutense, Rey Juan Carlos, Carlos III, Autónoma,
Politécnica e Alcalá de Henares) sono chiamati a uno sciopero generale dietro lo
slogan “Se non c’è tregua per le università pubbliche, non ci sarà pace per chi
ci soffoca”.
Lo sciopero è indetto dalla Coordinadora en defensa de las Universidades
públicas en Madrid (Cupuma), per “un’università pubblica, libera e critica al
servizio della società” e per denunciare l'insufficienza dei finanziamenti che
minaccia non solo il futuro ma anche il presente delle università pubbliche.
La nostra corrispondenza con Laura, ricercatrice presso la Complutense.
Source - Redazionali Ondarossa
87.9FM a Roma e provincia
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Insieme a Marco Santopadre presentiamo il suo ultimo libro, La rivolta nella
città di plastica. La resistenza alla turistificazione nel Paese Basco.
Puntata 8 - Stagione 26 - 2025-2026
Durata 1h 10m 1s
## **PARTE 1 — Dentro l’occhio di Palantir**
Oggi entriamo in una storia che parla di potere, tecnologia e sorveglianza.
Parliamo di **Palantir**, una delle aziende più influenti e opache del nostro
tempo.
Una società che non produce hardware, non gestisce social network, non vende
pubblicità.
Vende qualcosa di più profondo: **il modo in cui i dati vengono visti,
correlati, interpretati**.
Le sue piattaforme — *Gotham*, *Foundry*, *Apollo* — sono usate da governi,
polizie ed eserciti in tutto il mondo.
Non possiede i dati, ma **decide come vengono incrociati**: spostamenti,
transazioni, reti sociali, video di sorveglianza, immagini satellitari.
Quando una piattaforma ha accesso infrastrutturale ai sistemi che governano una
società,
**chi controlla veramente lo sguardo?**
Perché chi costruisce l'infrastruttura non è neutrale.
Decide quali relazioni sono significative, quali anomalie sono sospette, quali
pattern meritano un intervento operativo.
La domanda che torna, e che ci accompagnerà per tutta la puntata, è semplice
solo in apparenza:
> **Chi può vedere cosa, e con quale legittimazione democratica?**
---
## **PARTE 2 — Con Michele Mezza: calcolati e calcolanti**
Su questo punto ci raggiunge oggi in collegamento **Michele Mezza**,
giornalista, studioso dei media e autore del libro *“Algoritmi di libertà. La
potenza del calcolo tra dominio e conflitto”*.
Con lui vogliamo esplorare un’idea fondamentale:
la distinzione tra **calcolati** e **calcolanti**.
In un mondo governato da piattaforme come Palantir, Google o le grandi aziende
di cloud, la società tende a dividersi in due:
* chi **subisce** il calcolo, cioè chi viene tracciato, profilato,
categorizzato;
g* e chi **esegue** il calcolo, cioè chi possiede la capacità di vedere tutto,
di correlare tutto, di anticipare comportamenti e orientare decisioni.
Questo squilibrio non è solo tecnologico: è politico.
Perché non riguarda cosa sappiamo, ma **chi può sapere**.
Che spazio resta per il conflitto democratico,
per la negoziazione sociale,
per i diritti fondamentali?
---
## **PARTE 3 — L’Europa e il Digital Omnibus: quando la semplificazione diventa
amnesia**
E mentre discutiamo di questi poteri algoritmici, dall’Europa arriva una notizia
che si incastra sciaguratamente in questo scenario.
La Commissione europea ha presentato il **Digital Omnibus**,
un grande riordino delle norme digitali che, almeno sulla carta, vuole
semplificare e rendere più efficiente l’architettura regolatoria europea.
Ma dietro la parola “semplificazione” si nasconde un cambiamento molto più
profondo.
Per la prima volta, l’UE **sposta il centro della sua sovranità digitale**:
* dai diritti alla gestione del rischio;
* dalle garanzie alla standardizzazione;
* dalla protezione dei dati all’efficienza amministrativa.
Una delle modifiche più delicate riguarda proprio la definizione di **dato
personale**.
Nel GDPR era semplice: un dato è personale se può identificarti, punto.
Con il Digital Omnibus diventa:
> un dato è personale solo se l’attore che lo usa ha i “mezzi ragionevoli” per
identificarti.
Sembra un dettaglio tecnico.
In realtà è una rivoluzione.
Vuol dire che la protezione dei dati **non è più uguale per tutti**.
Dipende dalla potenza computazionale dell’attore che li tratta.
Più tecnologia hai, più sei libero di dire che quel dato "non è personale".
È esattamente il contrario dello spirito del GDPR.
È un mondo in cui i **calcolanti** — le piattaforme, le big tech, gli apparati
di sorveglianza — ottengono più margini di manovra.
E i **calcolati** — noi — vedono restringersi i propri diritti.
È un’Europa che rischia di perdere sé stessa,
che passa dalla difesa dei diritti alla gestione tecnica delle eccezioni,
che parla il linguaggio della velocità invece di quello delle garanzie.
Ed è qui che il cerchio si chiude:
il caso Palantir,
le riflessioni di Mezza,
e il Digital Omnibus
ci mostrano la stessa trasformazione.
La politica non decide più cosa si può fare:
decide **come amministrare quello che è già stato deciso dai sistemi**.
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Durata 1h 3m
Chiacchieriamo in lungo e in largo con un compagno edotto di dinamiche
dell'atmosfera e missioni satellitari sull'impatto ambientale che potrebbe avere
l'aumento vertiginoso dei lanci orbitali di satelliti per le telecomunicazioni.
Si parla di un aumento dai circa 100 lanci del 2019 ai 258 del 2024, per una
stima di circa 800 lanci annuali entro i prossimi 5 anni. Tutto questo
chiaramente legato al sempre maggiore giro di affari della tecnologia (dual use
civile e militare) legata ai servizi per l'accesso alla rete internet.
Questa nuova tendenza è chiaramente iniziata con la creazione della flotta
satellitare Starlink, ma molte altre reti simili verranno lanciate da molti
altri attori civili, militari, statali e privati.
L'impatto ambientale è legato all'uso di propellenti solidi per i razzi che
immettono in alta atmosfera enormi quantità di cloro e alluminio, veri e propri
killer della sottile e delicata fascia di ozono che potrebbe arrivare a
diminuire fra il 0.17% e lo 0.29% annualmente, con enormi impatti sulla salute
di tutti gli esseri viventi del pianeta.
Sulle mobilitazioni di NUDM contro la violenza patriarcale e per un'educazione
sessuo-affettiva
Durata 1h 4m 5s
Una marea libera, interminabile, determinata e piena di idee per combattere e
lottare con il popolo palestinese, contro le guerre e con tutte le persone che
vogliono autodeterminare le loro scelte e la loro vita. Il 25 novembre alle
h16,30 sotto il MIM, A Roma in Viale Trastevere, 76/a, per una lezione aperta
capovolta sull'educazione sessuo-affettiva.
spazioComunicazioni
Durata 13m 48s
Ciò che si muove nel movimento questa settimana. Per promuovere le iniziative e
gli eventi nei posti occupati e di movimento mandare una mail a
ondarossa@ondarossa.info.
Puntata completa
Durata 2h 14m 40s
,
Server donne
,
Hackrocchio
,
Notiziole
prima parte
intervista a Marzia Vaccari, autrice di Server Donne -> appuntamento alle cagne
sciolte (via ostiense 137b) giovedì 27 novembre dalle 19 per una presentazione
del libro con discussione
abbiamo parlato di infrastrutture e tecnologie femministe, menzionando alcuni
server femministi autogestiti, del rapporto problematico e complesso tra
femminismi e digitale, dell'importanza della memoria storica e
dell'archiviazione come atto politico, della necessitò di un femminismo della
rete anche per non lasciare il campo ai misogini della "manosfera", di risorse e
spunti preziosi da Abya Yala e non solo.. che lavorano sull'autonomia delle
infrastrutture ma sull'autodifesa femminista digitale contro le violenze di
genere
alcuni spazi femministi digitali liberi&open source da esplorare:
https://tube.systerserver.net (PeerTube)
https://systerserver.town (Mastodon)
seconda parte
Al telefono con un compagno di Torino parliamo di hackrocchio, l'appuntamento
annuale di avvicinamento ad hackmeeting organizzato dall'hacklab underscore.
Notiziole:
* aggiornamenti sul caso Paragon
* in California ritirato il progetto Dragnet, con cui la polizia monitorava i
consumi elettrici dell'intera popolazione di Sacramento con l'intento
dichiarato di trovare persone che coltivavano cannabis in casa
* varie su IA e quanto non funziona
* copyright: Cloudflare multato in Giappone per non aver favorito la rimozione
di contenuti "pirata"
* l'annoso caso del chip sottopelle
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Durata 3h 11m 56s
Apriamo i microfoni su uno dei temi centrali nel dibattito pubblico odierno: lo
Stretto e il Ponte.
Negli ultimi giorni la Corte dei Conti ha riposto un ulteriore freno all’iter
del progetto: la Sezione centrale di controllo di legittimità non ha ammesso al
visto il “terzo atto aggiuntivo” della convenzione tra il Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti e la concessionaria Stretto di Messina S.p.A.,
bloccando di fatto la registrazione del decreto n. 190 del 1 agosto 2025. Questa
decisione segue quella della fine di ottobre, quando la Corte aveva già negato
il visto di legittimità alla delibera del Comitato interministeriale per la
programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) che approvava il
progetto esecutivo e le risorse destinate all’opera.
Mentre Salvini e la maggioranza sono alle prese con le beghe legali su un
progetto già fallito più volte negli ultimi 30 anni, sul territorio i movimenti
si riorganizzano contro grandi e piccole opere. Una lotta che unisce non solo le
due sponde dello Stretto ma che indirettamente guarda al resto del Paese. Il
Ponte è la cartina da tornasole di un tema ben più ampio, che attraversa lo
stivale da Nord a Sud: quello delle grandi opere come costo-opportunità. Ogni
euro destinato anche solo all'ideazione di un’infrastruttura così complessa
viene sottratto ad alternative possibili: mobilità locale, messa in sicurezza
del territorio, scuola, sanità, infrastrutture già esistenti. E' un meccanismo
che si autoalimenta: più l’opera è enorme, più diventa irrimediabile, anche
quando dubbi tecnici, scientifici o economici crescono. Nel frattempo, territori
più e meno fragili restano senza finanziamenti. Si crea così il paradosso: la
promessa di sviluppo futuro finisce per uccidere il presente.
La discussione comincia qui. Buon ascolto!
Alla Cúpula dos Povos incontriamo Mariateresa Muraca
Alla Cúpula dos Povos incontriamo Mariateresa Muraca docente nella più grande
Università dell'Amazzonia brasiliana. Con lei parliamo delle donne indigene in
particolare del Quilombo che nasce dalla fuga delle schiavi e degli schiavi che
non si sono volute sottomettere al colonialismo del regime imperialista ed hanno
ricercato dei modi di vita indipendente. Ogni Quilombo ha la sua storia ma si
tratta comunque di comunità di schiave fuggitive che sono riuscite a creare una
lotta con quelle originarie per la riappropriazione della terra contro le
multinazionali soprattutto minerarie. Le popolazioni indigeni non rivendicano la
proprietà della terra anche perchè spesso erano nomadi, ma si parla proprio
della sacralità della terra in una relazione viscerale.
In particolare La Vale è un'industria mineraria pericolosissima nel Parà regione
enorme del Brasile.
Approfondiamo anche l'importanza della lotta delle donne indigene in particolare
di Alessandra Munduruku.
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Durata 2h 2m 35s
Scaletta dei contenuti:
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2015)
Puntata 182 trasmessa sabato 22 novembre 2025 su Radio Onda Rossa 87.9 dalle 21
alle 23.
Broadcasted on Musica Machina radioshow, Radio Onda Rossa 87.9 (Saturday,
November 22, 2025).