Tra body cam, riconoscimento facciale e decreto sicurezza i diritti umani in
Italia vanno sempre peggio. Il rapporto annuale di Amnesty International,
presentato lunedì 28 aprile a Roma, non fa classifiche, come accade per altri
indici, come quello internazionale sulla trasparenza. Ma dalla conferenza stampa
e, soprattutto, dalle pagine del volume, si delinea un quadro a dir poco
complesso.
A preoccupare la ong è, tra gli altri temi, anche l'utilizzo indiscriminato
delle nuove tecnologie, dell'intelligenza artificiale e delle piattaforme come
strumenti di repressione e di diffusione di notizie false e fuorvianti, Quella
che il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, definisce
“miscela malefica tra autoritarismo e tecnocrazia”.
Il paradosso italiano è che invece di dare la possibilità a chi manifesta
pacificamente di segnalare abusi commessi dalle forze dell'ordine attraverso
codici identificativi apposti sulle divise, si dotano queste ultime di strumenti
tecnologici avanzati per colpire e identificare i manifestanti.
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