Se siete fra gli utenti delle app di Meta, come Facebook, Instagram o WhatsApp,
fate attenzione alle domande che rivolgete a Meta AI, l’assistente basato
sull’intelligenza artificiale integrato da qualche tempo in queste app e
simboleggiato dall’onnipresente cerchietto blu. Moltissimi utenti, infatti, non
si rendono conto che le richieste fatte a Meta AI non sempre sono private. Anzi,
può capitare che vengano addirittura pubblicate online e rese leggibili a
chiunque. Come quella che avete appena sentito.
E sta capitando a molti. Tanta gente sta usando quest’intelligenza artificiale
di Meta per chiedere cose estremamente personali e le sta affidando indirizzi,
situazioni mediche, atti legali e altro ancora, senza rendersi conto che sta
pubblicando tutto quanto, con conseguenze disastrose per la privacy e la
protezione dei dati personali: non solo i propri, ma anche quelli degli altri.
Questa è la storia di Meta AI, di come mai i dati personali degli utenti
finiscono per essere pubblicati da quest’app e di come evitare che tutto questo
accada.
Benvenuti alla puntata del 16 giugno 2025 del Disinformatico, il podcast della
Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane
dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.
Ascolta il podcast o leggi la trascrizione della puntata
Source - Pillole di Graffio
Segnalazioni su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...
Chat sicure? Non per la Casa Bianca... e forse nemmeno in Europa. Parliamo di
Trump, della nuova edizione di Chat Control, di cavi elettrici e, naturalmente,
di treni.
Iniziamo con l'ultimo episodio della saga TeleMessage: l'ennesimo bug permette
la raccolta di un database di messaggi inviati sul finto-Signal utilizzato dalla
casa bianca.
L'Europa rinomina Chat Control in Protect EU (finalmente non abbiamo più bisogno
dei bambini per giustificarlo!) ma la musica rimane la stessa, in particolare la
pretesa di avere un sistema contemporaneamente con una cifratura forte ma
accessibile alle forze dell'ordine.
I grandi progetti sottomarini nel mondo dell'elettricità nei prossimi 15 anni
dovrebbero raddoppiare i collegamenti tra le reti elettriche mondiali, inclusa
quella italiana. Vediamo quali sono i progetti in corso, quali gli impedimenti
tecnici, e soprattutto il perché.
Il nuovo contratto di servizio di ATAC prevede fulgidi miglioramenti
nell'operatività del servizio pubblico, in particolare nella Metro C. Sarà vero?
Già che ci siamo, facciamo una retrospettiva su 15 anni di bigliettazione:
l'aumento del biglietto, che avrebbe dovuto portare maggiori ricavi, è stato
inefficace, e ha invece portato ad un calo nell'utilizzo del trasporto pubblico.
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L’esperta di tecnologia ha pubblicato un libro - Empire of AI | Inside the
reckless race for total domination - che descrive un nuovo imperialismo in cui
poche aziende tech si arricchiscono sfruttando dati comuni e risorse naturali
“L’intelligenza artificiale è come un impero dove il potere è accentrato nelle
mani di pochi che si arricchiscono sfruttando le risorse delle comunità più
vulnerabili. Il rischio più grande di permettere a questi imperi di IA di
continuare ad operare è una completa perdita di potere di autodeterminazione del
nostro futuro. In quel mondo la democrazia non può sopravvivere”. Karen Hao è
un’esperta di tecnologia (ex direttrice della rivista MIT Tech Review e
corrispondente tech da Hong Kong per il Wall Street Journal) ed è arrivata a
questa conclusione dopo essere stata embedded per tre giorni dentro OpenAI e
aver condotto 300 interviste a personaggi che gravitano attorno al suo fondatore
Sam Altman, oltre ad ex dirigenti ed impiegati di Meta, Microsoft, Google,
DeepMind e Anthropic. Gli imperatori.
* UNA NUOVA ERA COLONIALE
* INTELLIGENZA INSOSTENIBILE
* CERVELLI AI-DIPENDENTI
* LA SOLUZIONE?
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Apple pubblica uno studio che smaschera i limiti dell’intelligenza artificiale:
i modelli di AI non “pensano”, ma collassano di fronte a problemi complessi. La
corsa verso la vera AGI sembra più lontana che mai.
Negli ultimi giorni, Apple ha scosso il mondo della tecnologia con la
pubblicazione di un whitepaper che mette in discussione le fondamenta stesse
dell’intelligenza artificiale moderna. Il documento, dal titolo provocatorio
“The Illusion of Thinking: Understanding the Strengths and Limitations of
Reasoning Models via the Lens of Problem Complexity” ossia ''L’illusione del
pensiero: comprendere i punti di forza e i limiti dei modelli di ragionamento
attraverso la lente della complessità dei problemi'', rappresenta una vera e
propria bomba sganciata sul settore AI. Dietro la facciata: l’AI non ragiona,
imita
Il cuore della ricerca è semplice ma devastante: i Large Language Model (LLM),
quei sistemi che oggi chiamiamo “AI” e che aziende come OpenAI, Google e Meta
sbandierano come capaci di “pensare”, in realtà non ragionano affatto. Sono
semplicemente eccezionali nel riconoscere pattern e riprodurre risposte
plausibili, ma quando si tratta di affrontare problemi complessi, la loro
presunta intelligenza si sbriciola.
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La Danimarca ha scelto di ammainare le bandiere di Windows e 365, per issare
quelle di Linux e LibreOffice: una scelta economica, ma anche
politico-strategica.
La Ministra della Digitalizzazione danese Caroline Stage ha annunciato una
decisione storica: la Danimarca abbandonerà gradualmente i prodotti Microsoft
Windows e Office per adottare soluzioni open source come Linux e LibreOffice.
Questa mossa segna un passo significativo verso una maggiore autonomia
tecnologica per il paese scandinavo, che intende ridurre la dipendenza dai
giganti tecnologici statunitensi. La strategia si inserisce in un più ampio
dibattito europeo sulla sovranità digitale, con altre nazioni che stanno
considerando percorsi simili per proteggere le proprie infrastrutture digitali.
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A Gaza prende forma un incubo soffocante: compiono un genocidio mentre tappano
la bocca.
Dopo 20 mesi la feroce aggressione israeliana fa un ulteriore salto di qualità.
La connessione internet residua, già compromessa dagli occupanti, ha subito un
drastico calo. L’ultimo cavo di fibra funzionante stato tranciato. Ora le uniche
connessioni attive sono possibili attraverso le e-sim.
Da oltre un anno Gazaweb fa crescere gli “Alberi della rete” che sostengono la
comunità palestinese fornendo connessioni internet extra utilizzando le e-sim.
L’allarme è ogni giorno più disperata. I nostri fratelli “giardinieri della
rete” faticano a mantenersi in salute e non riescono a sostenere la richiesta di
accesso alla rete. Ci serve il sostegno di tutt*.
Aiutaci a tenere vivi i legami sociali nelle comunità palestinesi. Mantieni Gaza
connessa.
Coltiviamo solidarietà, insieme.
Sottoscrivi per Gazaweb su aiutagazaweb.vado.li
Altre info le trovi sul sito di ACS
Puntata 25 di EM, settima del ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di
Intelligenza Artificiale e lavoro.
Nella prima parte, la trasmissione affronta il tema dell’intelligenza
artificiale dal punto di vista del lavoro nascosto che ne rende possibile il
funzionamento. Ospite Antonio Casilli, che racconta come dietro ogni algoritmo,
chatbot o app ci sia una vasta rete di lavoratori spesso invisibili e
sottopagati, impegnati in attività di addestramento e moderazione dei sistemi di
IA. La discussione esplora il legame tra sfruttamento digitale e automazione,
mostrando come il lavoro umano venga semplicemente spostato e reso meno
visibile, ma non eliminato.
Nella seconda parte, si approfondisce il concetto di "lavoro invisibilizzato"
nell’era delle piattaforme e dell’intelligenza artificiale. Casilli descrive
come molti lavoratori digitali, anche in Europa, restino fuori dal campo visivo
pubblico, spesso vincolati da contratti di riservatezza e condizioni precarie.
Nella terza parte, il focus si sposta sulle possibili prospettive politiche e
sindacali: si parla di nuove forme di organizzazione e tutela dei lavoratori
digitali, dalle iniziative sindacali dal basso alle azioni legali collettive,
fino all’ipotesi di cooperative di intelligenza artificiale.
Ascolta l'audio nel sito di Radio Onda Rossa
Dal 2019, le cinque Big Tech hanno assorbito quasi 200 aziende. Ma solo il 4%
delle operazioni è stato oggetto di indagine
Alphabet, la holding a cui fa capo Google, ha recentemente annunciato la più
grande acquisizione della sua storia: l’acquisto della startup israeliana di
cybersicurezza Wiz per la cifra record di 32 miliardi di dollari. Nonostante
l’entità dell’operazione, esiste il rischio concreto che l’accordo sfugga ai
controlli normativi, in particolare in giurisdizioni come l’Unione europea. Si
tratta dell’ultimo esempio – tra i più emblematici – della strategia di
espansione silenziosa portata avanti dalle Big Tech negli ultimi anni.
Tutte le acquisizioni delle Big Tech, in un unico database
Il tracker, realizzato dalla ong olandese SOMO (Centre for Research on
Multinational Corporations), raccoglie e rende accessibili tutte le acquisizioni
effettuate dalle cinque Big Tech dal 2010 a oggi. Ma il dato più allarmante
riguarda gli ultimi sei anni, in cui si sono fatte più frequenti e aggressive.
Un fenomeno giudicato positivamente dalle stesse Big Tech. Ad esempio, nel 2019
il Ceo di Apple Tim Cook ha dichiarato che «in media Apple acquista un’azienda
ogni due o tre settimane».
Leggi l'articolo
Nuovo nome, stessi problemi: L'UE chiama ora il Chat Control "ProtectEU", ma
presenta gli stessi problemi di backdoor di prima.
L'obiettivo dichiarato è rafforzare le indagini penali, ma le proposte contenute
nel piano secondo alcuni minacciano la privacy di milioni di cittadini, tra gli
altri aspetti con la rimozione della crittografia end-to-end. In gioco c'è molto
più della sicurezza online.
Punti chiave per opporsi a ProtectEU
* Minaccia ai diritti fondamentali e alla sicurezza: Il piano dell’UE per lo
sviluppo di una roadmap tecnologica sulla crittografia include l’idea di
consentire alle forze dell’ordine l’accesso ai dati crittografati.
* Tecnicamente impossibile: Gli esperti di crittografia sottolineano che è
impossibile fornire tale accesso senza indebolire la crittografia; qualsiasi
“accesso eccezionale” introduce vulnerabilità sfruttabili da attori
malintenzionati e regimi autoritari.
* Soluzioni sbagliate: Proposte come la scansione lato client non rispettano la
privacy, consentono la sorveglianza di massa e aumentano il rischio di
violazioni della sicurezza.
* La crittografia deve essere Ende-zu-Ende: Una crittografia forte è
fondamentale per salvaguardare i diritti umani e la sicurezza delle
infrastrutture digitali in tutta Europa.
Leggi la lettera aperta di 90 organizzazioni
Commenta la proposta sul portale EU
Firma la petizione per fermare ChatControl
Guarda il video di Morro che spiega la situazione
Venerdì 13 giugno 2025 dalle 17 alle 20 a Montopoli di Sabina presso la
Biblioteca "Angelo Vassallo" si terrà un laboratorio di autodifesa digitale e
pedagogia hacker.
Ogni esperienza di interazione sociale nelle piattaforme delle Big tech si
trasforma in una complicata gara, con un sacco di punti e classifiche, livelli e
campioni. Conosciamo per esperienza diretta le regole di questi “giochi”: se ci
comportiamo bene, otteniamo molti “like”, strike, notifiche, cioè caramelle
sintetiche per i nostri cervelli (sotto forma di dopamina); se siamo scarsi
rimaniamo a bocca asciutta.
Ti senti a disagio sui social media? Il tuo smartphone ti mette ansia ma non
puoi fare a meno di averlo sempre con te?
Possiamo fare a meno di gmail? Sappiamo scegliere una password sicura? Farsi
domande come queste significa essere consapevoli che la privacy è una ricchezza
da preservare e da difendere in prima persona. Sostenere lo sviluppo di un
approccio hacker alla tecnologia e all’apprendimento in generale è un modo per
diffondere pratiche di consapevolezza e autodifesa digitale. Contribuisce a far
emergere l’hacker che si nasconde in ognuno e ognuna, dargli valore e aiutarlo a
crescere.
Questo laboratorio fa per te se vuoi “seguire i fili delle tue connessioni”; se
t’interessa capire quali sono gli elementi nascosti delle procedure di tutti i
giorni e quali sono gli automatismi che ormai ti sfuggono; se vuoi inventare
insieme soluzioni per una relazione ecologica con le macchine; se vuoi acquisire
consapevolezza dei nostri rituali digitali nella vita privata e nel lavoro; se
vuoi imparare tecniche di autodifesa per scardinare gli automatismi.
Il laboratorio sarà un primo passo per un percorso che conduca fuori (per quanto
possibile) dalle Big Tech. Prossimo appuntamento (da definire) sarà con AvANa
con il progetto Un, dos, tres!
Il laboratorio sarà a cura di Agnese Trocchi e Maurizio "Graffio" Mazzoneschi
del Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche (CIRCE)
Per sostenere l'iniziativa si suggerisce un contributo minimo di 7 euro o
l'acquisto di uno dei libri sul tema che saranno a disposizione.