Sono aperte le iscrizioni all'edizione 2026 del Master Studi e Politiche di
Genere dell'Università di Roma Tre. Quest'anno il Master prevede due percorsi:
uno esclusivamente in presenza e uno esclusivamente online su strumenti liberi.
La domanda di ammissione va inviata entro l'11 gennaio 2026. È possibile anche
partecipare come uditrici a uno o più moduli.
Nato nel 2001 all’Università Roma Tre, il Master Studi e Politiche di Genere è
lo spazio dove trovare strumenti teorici per l’introduzione e l’aggiornamento
sulle tendenze e i dibattiti più recenti, sostanziati da un approccio
genealogico, che restituisce la ricchezza dei percorsi precedenti, intrapresi da
singole, gruppi e movimenti.
Tutto il programma del percorso online è consultabile qui.
Il programma del percorso in presenza è qui.
Per informazioni sulle modalità di iscrizione invece seguire questo link.
Più info su Circex.org
Source - Pillole di Graffio
Segnalazioni su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...
Martedì 16 novembre si è tenuto a Torino e, contemporaneamente, in streaming il
lancio della campagna “I.A., basta!” pensato dai sindacati di base, in
collaborazione con l’associazione “Agorà 33 – La nostra scuola”, per «resistere
all'adozione frettolosa e acritica delle intelligenze artificiali centralizzate
imposte da Big Tech, come ChatGpt e Gemini», in risposta all’appello di alcuni
docenti.
Lo scopo principale della campagna è far partire un dibattito che latita
dall’inizio della “transizione digitale”, incentivata dai vari round di
finanziamenti Pnrr Scuola. Fino a ora, infatti, si è sempre sentito parlare di
“intelligenza artificiale”, strettamente al singolare, sottintendendo con questo
che l’unica opzione per la scuola sia accettare “a scatola chiusa” le soluzioni
delle Big Tech, oppure rigettare in toto la tecnologia alla maniera degli Amish.
Non esiste una sola intelligenza artificiale
Fin dalla prima sperimentazione, lanciata all’inizio dello scorso anno
scolastico, il ministero dell’Istruzione e del Merito sembra muoversi in accordo
al grido di battaglia che fu di Margaret Thatcher: «Non ci sono alternative»! La
sperimentazione, partita in 15 su 8254 scuole del paese utilizzando
esclusivamente prodotti Google e Microsoft, non è ancora terminata e già il
Ministero ha fatto un altro possente balzo in avanti: a settembre ha presentato
le “Linee guida per l’introduzione dell’I.A. nella scuola”.
A partire dal titolo del documento, emerge in maniera chiara una visione
rigidamente determinista: l’intelligenza artificiale è una, quella venduta da
Big Tech (OpenAi, Google, Meta, Microsoft, Anthropic), non ci sono discussioni.
Articolo completo qui
Partiamo con un report di Hackrocchio, evento organizzato dall'hacklab torinese
Underscore, di cui abbiamo parlato anche recentemente.
Continuiamo passando alle Americhe, guardando agli stati che si stanno
distinguendo per gli usi disparati dell'IA, soprattutto votati all'attacco alla
cultura woke.
In conclusione, un approfondimento sul tema dei data center in Uruguay: un paese
che si trova da anni in una situazione di siccità, ma che può offrire molta
acqua per i data center di Google. Pesa, nella scelta, il fatto che l'Uruguay
sia tra i paesi con la più alta percentuale di energia elettrica da fonti
rinnovabili. Analizziamo quindi alcune delle questioni tecniche legate al
raffreddamento dei data center.
Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa
Di seguito due siti di cui si è parlato ad Hackrocchio:
* Osseervatorio Nessuno
* Arachidi - Occhi indiscreti
Ub Scuola Università e Ricerca (Piemonte), insieme a Cobas Sicilia, Cobas Veneto
e Cobas Umbria aderiscono all'appello di un gruppo di docenti italiani dopo il
varo, da parte del Ministero dell'Istruzione e del Merito, delle linee guida per
l'introduzione dell'intelligenza artificiale a scuola.
L'appello invita a "resistere all'adozione frettolosa ed acritica delle
intelligenze artificiali centralizzate imposte da Big Tech, come ChatGPT e
Gemini.
Il ministero pretende che questi software siano in grado di svolgere il ruolo di
"tutor per l'apprendimento personalizzato", tacendo sul fatto che forniscono
informazioni verosimili, ma false.
All'appello hanno già aderito diverse personalità storicamente attive nel
movimento per il software libero, quali il prof. A.R. Meo, presidente di Assoli
(ASsociazione per il SOftware LIbero www.softwarelibero.it).
Il 16 dicembre alle ore 14.30 presso la sede CUB SUR in corso Marconi 34 a
Torino e online su http://lancio.vado.li si terrà una conferenza per spiegare
obiettivi e tempistiche della campagna.
Maggiori informazioni e rassegna stampa sono reperibili sul sito della campagna:
http://iabasta.ghost.io
Fonte Ansa
Piracy Shield, il sistema italiano per il blocco dinamico dei contenuti pirata
online, impone obblighi significativi sugli Internet Service Provider (ISP)
nazionali. Sin dalla sua attivazione, gli operatori italiani hanno gestito
l'intero carico tecnico e amministrativo del protocollo, inclusi gli adeguamenti
infrastrutturali, gli interventi su DNS e indirizzi IP, e le verifiche continue
per prevenire blocchi errati.
Tuttavia, senza alcuna forma di compensazione economica prevista dalla normativa
iniziale, le associazioni di categoria hanno formalizzato una proposta per
introdurre un meccanismo di ristoro stabile. L'Associazione Italiana Internet
Provider (AIIP) insieme ad Asstel, AIITP, Anie e Assoprovider, propone
l'istituzione di un fondo dedicato con una dotazione annua stimata in circa 9,5
milioni di euro da ripartire tra gli aderenti con una quota fissa per operatore
e una variabile proporzionale al numero di linee attive, sia fisse che mobili.
l’Associazione ha elaborato uno schema di ristoro fondato su criteri oggettivi,
proporzionali e progressivi, pensati per riflettere in modo realistico l’impatto
tecnico del sistema sui diversi operatori.
Leggi l'articolo
Quì alcune dichiarazioni di AIIP
Richieste improprie e che subito bloccate se poste in linguaggio naturale,
vengono invece accettate dai large language model se messe in forma di versi e
rime: com’è possibile?
Avere la certezza che ChatGPT, Gemini, Claude e tutti gli altri si rifiuteranno
sempre di produrre contenuti vietati dalle loro policy non è possibile. Per
quale ragione? “I provider hanno la responsabilità di proteggere gli utenti da
contenuti dannosi e per farlo usano principalmente due strategie. La prima è
l’allineamento in fase di addestramento, con cui il modello viene istruito a
rifiutare determinate richieste oppure a seguire specifiche regole. La seconda
strategia riguarda invece dei filtri esterni o classificatori che analizzano
input e output del modello, bloccando tutto ciò che corrisponde a pattern
riconosciuti come pericolosi”, spiega, parlando con Wired, Matteo Prandi,
ricercatore ed esperto di AI Safety. “Il problema è che entrambi gli approcci si
basano su esempi di richieste formulate in modo diretto, prosastico o
estremamente preciso”, prosegue Prandi.
Jailbreak in versi
Ed è proprio per questa ragione che, nel corso degli anni, sono emersi
molteplici metodi che permettono di aggirare le barriere: formulando comandi
indiretti e creativi...
Continua a leggere
Il 6 dicembre 2025, presso il “Museo Riso” di Palermo, C.I.R.C.E. condurrà un
laboratorio di Pedagogia Hacker.
Nei giorni 5 e 6 dicembre 2025, presso il “Museo Riso” di Palermo, si terrà
l’evento “Cambiare la scuola (per) cambiare la città”, rivolto a dirigenti e
docenti, con la partecipazione di esperti, attivisti e studiosi chiamati a
riflettere e portare esperienze sulle potenzialità della scuola come motore di
trasformazione sociale e sulla capacità dei laboratori urbani di promuovere
processi di rigenerazione e innovazione nelle città.
Il convegno Cambiare la scuola (per) cambiare la città intende esplorare il
ruolo della scuola come presidio educativo e sociale in un’epoca segnata da
profonde crisi: dalla dispersione scolastica al bullismo, dal crescente disagio
giovanile alla miseria delle troppe periferie, dal rapporto tra tecno- logia e
didattica alle insufficienze di un sistema educativo che chiede sostegno fuori
da sé. Ad essere in crisi, infatti, non è solo la scuola, bensì la città nel suo
complesso, con le sue enormi contraddizioni e il continuo involversi della
situazione sociale. Occorre allora interrogarsi su come infrastrutturare una
città basata sull’inclusione di tutti e tutte, compresi i soggetti più
marginalizzati. Se le città si configurano come un luogo nel quale mancano
spazi, opportunità e tutele, è giunta l’ora di invertire la rotta.
Continua la lettura sul sito di C.I.R.C.E.
Iniziamo segnalando un articolo da Logic che ci aiuta a riconoscere il sistema
di caste indiano nella struttura di alcune delle applicazioni di "gig economy"
destinate a quel mercato.
Con una compagna in studio facciamo delle riflessioni su un testo pubblicato sul
sito di hackmeeting. A proposito, il prossimo hackmeeting è 12-14 Giugno al Csa
Next Emerson a Firenze.
Notiziole:
* Il treno a idrogeno non lo vuole neppure la Francia. Alstom chiude la sua
unità di sviluppo su questa tecnologia, e l'Italia è rimasta l'unico
acquirente di questo treno
* No, il ChatControl non è ancora stato approvato
* Sì, Elon Musk è più forte di Gesù, almeno secondo Grok
Ascolta il podcast sul sito di Radio Onda Rossa
Puntata divisa in 3 parti. Nella prima parte intervista a Marzia Vaccari,
autrice di Server Donne . Seconda parte al telefono con un compagno di Torino
parliamo di hackrocchio, l'appuntamento annuale di avvicinamento ad hackmeeting
organizzato dall'hacklab underscore. E infine l'immancabile Rubrica delle
notiziole.
Prima parte
intervista a Marzia Vaccari, autrice di Server Donne che sarà presentato alle
cagne sciolte (via ostiense 137b), giovedì 27 novembre dalle 19, per una
presentazione del libro con discussione
abbiamo parlato di infrastrutture e tecnologie femministe, menzionando alcuni
server femministi autogestiti, del rapporto problematico e complesso tra
femminismi e digitale, dell'importanza della memoria storica e
dell'archiviazione come atto politico, della necessitò di un femminismo della
rete anche per non lasciare il campo ai misogini della "manosfera", di risorse e
spunti preziosi da Abya Yala e non solo.. che lavorano sull'autonomia delle
infrastrutture ma sull'autodifesa femminista digitale contro le violenze di
genere
alcuni spazi femministi digitali liberi&open source da esplorare:
* https://tube.systerserver.net (PeerTube)
* https://systerserver.town (Mastodon)
Seconda parte
Al telefono con un compagno di Torino parliamo di hackrocchio, l'appuntamento
annuale di avvicinamento ad hackmeeting organizzato dall'hacklab underscore.
Notiziole
* aggiornamenti sul caso Paragon
* in California ritirato il progetto Dragnet, con cui la polizia monitorava i
consumi elettrici dell'intera popolazione di Sacramento con l'intento
dichiarato di trovare persone che coltivavano cannabis in casa
* varie su IA e quanto non funziona
* copyright: Cloudflare multato in Giappone per non aver favorito la rimozione
di contenuti "pirata"
* l'annoso caso del chip sottopelle
Venerdì 21 novembre a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, alle ore 17:30, un
incontro organizzato da Scuola critica del digitale del CRS e Forum
Disuguaglianze e Diversità.
* ne parlerà Franco Padella
* ne discutono Stefano Bocconetti, Davide Lamanna, NINA, Michele Mezza, Giacomo
Tesio
* coordina Giulio De Petra
I conflitti contemporanei, dall’Ucraina al Medio Oriente, sono sempre più guerre
digitali, dove le capacità di elaborazione dei dati e l’uso della AI diventano
elementi decisivi sul campo di battaglia. Non si combatte più solo con armi
fisiche: reti, dati e algoritmi sono ormai il sistema operativo della guerra
moderna.
In questo scenario, le Big Tech hanno rafforzato il loro ruolo di fornitori
primari dell’apparato industriale-militare degli USA. Ma mentre i riflettori
restano accesi sul ristretto gruppo FAMAG (Meta, Apple, Microsoft, Amazon,
Google), è un’altra azienda, mediaticamente “minore”, a rappresentare l’esempio
più completo e preoccupante della integrazione tra tecnologie digitali e regimi
di guerra. Una azienda tanto silenziosa quanto potente: Palantir Technologies.
Poco visibile rispetto alle altre, si è già profondamente integrata con gli
apparati di sicurezza e di guerra americani, e si muove nella stessa direzione
in tutti i paesi dell’Occidente. A differenza delle altre aziende, Palantir
preferisce rimanere in penombra: non vende se stessa al pubblico, non fa
pubblicità. Vende potere agli apparati dello Stato. Potere di prevedere, di
controllare, di dominare. E facendo questo, in qualche modo, diventa essa stessa
Stato.
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