Il rapporto della Fair Tax Foundation sulle "Silicon six", che continuano a
pagare molte meno tasse rispetto a quelle che risulterebbero applicando le
normali aliquote fiscali in vigore per le altre aziende
Alphabet/Google, Amazon, Apple, Meta/Facebook, Microsoft e Netflix, le sei
maggiori aziende tecnologiche Usa, nell’ultimo decennio hanno eluso imposte per
277,8 miliardi di dollari. È questa, secondo un rapporto della Fair Tax
Foundation, la differenza tra le aliquote fiscali nominali che sulla carta si
applicano a tutte le altre società e le cifre effettivamente versate all’erario
da quelle che la fondazione definisce “Silicon six“, il cui fatturato annuo di
1.800 miliardi di dollari è superiore al pil di quasi tutti i Paesi del mondo.
Nel periodo 2015-2024 le sei Big tech – che lo scorso anno, en passant, hanno
speso 115 milioni di dollari in attività di lobbying negli Stati Uniti e in Ue –
hanno registrato ricavi per 11mila miliardi e profitti per 2.500 miliardi. E
questi ultimi sono stati tassati con un’aliquota media globale pari solo
all’18,8% nonostante quella ufficiale fosse in media del 29,7% negli Stati Uniti
e del 27% a livello mondiale. Se non si considerano le tasse pagate su utili
esteri rimpatriati, frutto di pregressa elusione fiscale, l’aliquota effettiva
scende addirittura al 16,1%.
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Source - Pillole di Graffio
Segnalazioni su diritti digitali, software libero, open data, didattica, tecno-controllo, privacy, big data, AI, Machine learning...
Dopo lo stop dello scorso anno, Meta inzierà presto ad addestrare i suoi modelli
di intelligenza artificiale in Europa sulla base dei post e dei commenti
pubblici degli utenti maggiorenni. L'obiettivo è insegnare all'IA a "comprendere
e riflettere meglio culture, lingue e storie" per "consentire di supportare
meglio milioni di persone e aziende in Europa", sottolinea la società di Mark
Zuckerberg.
Si può scegliere di opporsi compilando un modulo. Con tale modulo non si
disattiverà Meta AI (in molti in queste ore vorrebbero eliminarlo da WhatsApp o
dalle chat di Instagram e Facebook, ma non sembra possibile). Semplicemente
aderendo, i propri dati non dovrebbero più confluire tra quelli usati
dall’algoritmo per apprendere e migliorarsi.
C’è però un discrimine importante, come avverte Facebook: “Potremmo comunque
trattare le informazioni che ti riguardano per sviluppare e migliorare l’IA su
Meta, anche se ti opponi o non usi i nostri Prodotti. Ad esempio, questo
potrebbe accadere se tu o le tue informazioni: apparite in un’immagine condivisa
con tutti sui nostri Prodotti da qualcuno che li usa; siete menzionati nei post
o nelle didascalie che qualcun altro condivide sui nostri Prodotti”. Una deroga
che potrebbe aprire un nuovo fronte tra Meta e le autorità europee.
Approfondimenti qui e qui
Meta inizierà ad addestrare la sua IA generativa usando contenuti pubblici
condivisi da utenti adulti in Europa. Gli utenti riceveranno notifiche non solo
per essere informati sulla novità, ma anche per esercitare il diritto di
opposizione.
Dopo lo stop dello scorso anno, Meta ha annunciato che anche in Europa inizierà
ad addestrare i suoi modelli linguistici sfruttando i contenuti pubblici
condivisi dagli utenti adulti sui social, insieme alle interazioni con Meta AI.
Una svolta che punta a rendere l'IA più vicina alle specificità culturali,
linguistiche e storiche del Vecchio Continente, ma che riaccende anche il
dibattito sulla privacy.
A partire da questa settimana, gli utenti maggiorenni dell'Unione Europea che
utilizzano piattaforme come Facebook, Instagram e WhatsApp inizieranno a
ricevere notifiche - via app ed email - per informarli su quali dati verranno
utilizzati e con quale scopo. Ogni notifica conterrà anche un link diretto a un
modulo per esercitare il diritto di opposizione: chi non desidera che i propri
dati vengano utilizzati per addestrare l'IA potrà negare il consenso.
Articolo completo qui
Iniziamo con GMail che introduce la cifratura "end to end" per aziende. Vediamo
come funziona e perché non è quel che vi aspettavate.
Approfondiamo la collaborazione tra X e il governo turco.
Consigli pratici: come impostare un resolver DNS affidabile.
Notiziole varie:
In Francia si fanno leggi per semplificare l'autorizzazione per costruire data center per fare l'AI per semplificare la burocrazia
Nelle Filippine trovato il modo per far funzionare in modo efficiente l'intelligenza artificiale: il lavoro sottopagato
L'IA ha bisogno di energia? Trump esenta le centrali a carbone dai requisiti ambientali
da oggi crittovalute libere negli USA: chiusa l'unità che indaga sulle frodi
trump cambia idea sul CHIPS Act e sui dazi legati alle tecnologie elettroniche ed informatiche, ma poi la ricambia
Google, IBM e Amazon partecipano alla sorveglianza del confine tra Usa e Messico
Requiem per Skype
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Internet è ormai inondata da immagini ghiblizzate grazie alla nuova versione di
ChatGPT. Ma, al di là del divertimento o della scocciatura, che conseguenze
hanno tecnologie come queste sul mondo dell'animazione?
È passata una settimana da quando OpenAI ha lanciato la nuova versione di
ChatGPT, una che consente agli utenti di dilettarsi con il cosiddetto ghibli
prompting: prendi questa immagine e restituiscimela come fosse un frame di un
film dello Studio Ghibli.
Dovremmo aver subìto abbastanza soprusi da parte della broligarchia da aver
capito che niente di quello che fanno è fine a se stesso. Il ghibli prompting
non è un passatempo: è un test, è un’indagine di mercato, è un focus group a cui
partecipa un bel pezzo di popolazione terrestre. E non ci sarebbe niente di male
– ci sarebbe, in realtà, ma l’economia di mercato ce la siamo scelta e ora ce la
dobbiamo tenere – se non fosse che a questa festa gli unici a non essere
invitati sono stati gli animatori che quello “stile Ghibli” lo hanno inventato e
realizzato. È un vizio della broligarchia, questo di considerare la proprietà
privata un diritto solo in precise circostanze, cioè quelle in cui la proprietà
privata è la loro.
Articolo completo qui
In nemmeno 50 anni le aziende della Silicon Valley sono passate dal sognare la
pace al realizzare sistemi in grado di sorvegliare silenziosamente qualsiasi
smartphone e sistemi d’arma automatici che uccidono con un minimo o nessun
intervento umano, i “killer robots”. E sembrano ben felici di mettere queste
tecnologie a disposizione di nazioni in guerra e dittatori alla ricerca di
sistemi di controllo del dissenso. La rubrica di Stefano Borroni Barale
Qui in Italia non è così noto, ma la controcultura hippie degli anni Sessanta,
di cui San Francisco era divenuta la capitale, è stata uno degli ingredienti che
ha contribuito, nel decennio successivo, alla creazione di quei gruppi di
appassionati di elettronica, come l’Homebrew computer club, in cui hanno mosso i
primi passi personaggi come Steve Wozniack e Steve Jobs, i fondatori della
Apple.
Il sogno naïf di quella generazione era che i piccoli personal computer
avrebbero distribuito il potere di calcolo, cambiando la società. Il poeta
Richard Brautigan arrivò a cantare di questa utopia nel suo poema del 1967 “All
watched over by machines of loving grace” che conobbe per questo una discreta
fortuna.
Leggi l'articolo di Stefano Borroni Barale
Il crepitio dei tasti di un programmatore che scrive codice per comporre un
programma è probabilmente uno dei suoni più caratteristici dell'informatica. Da
decenni, saper programmare significa avere pieno potere, avere la facoltà di far
fare quello che si vuole al computer o tablet o telefono che sia, poter creare
app, senza dover dipendere da nessuno.
Ma quel potere richiede studio e impegno: bisogna imparare i linguaggi di
programmazione, ciascuno con una sintassi e delle regole differenti, e per molte
persone questo non è facile o è semplicemente impossibile. Programmare resta
così un'arte praticata da pochi e ammirata a rispettosa distanza dai più.
Tutto questo, però, sta forse per cambiare improvvisamente. Se state pensando di
diventare programmatori o sviluppatori, o se siete genitori e pensate che far
studiare gli arcani incantesimi della programmazione sia la strada maestra per
una carriera informatica garantita per i vostri figli, ci sono due parole che vi
conviene conoscere: vibe coding.
[...]
1. Vibe coding: creare programmi senza saper programmare
2. Abbandonarsi alle vibrazioni e programmare senza toccare la tastiera
3. Si riducono tempi e costi, e tutto sembra funzionare
4. Se ci sono errori o vulnerabilità, sono guai seri
5. Tutti sono entusiasti. Cosa mai potrebbe andare storto?
Leggi l'articolo di Paolo Attivissimo
Meta AI è comparsa su WhatsApp senza preavviso, generando polemiche e
preoccupazioni sulla privacy. Inoltre, l’assistente virtuale introdotto
forzatamente dal gruppo Zuckerberg non può essere disattivato e fornisce
istruzioni fuorvianti per la rimozione.
Avete notato quel pulsantino bianco con un cerchio blu comparso di recente nella
schermata di Whatsapp sul vostro smartphone? Si tratta dell’icona di Meta AI,
l’intelligenza artificiale sviluppata dal gruppo di Mark Zuckerberg. Il sistema,
progettato per essere semplice e intuitivo, garantisce un accesso immediato alla
chatbot, la finestra di conversazione alimentata da Llama 3.2, la versione più
avanzata di AI di Meta, dotata di capacità multimodali.
Violazione della privacy?
Nulla di male, in apparenza. Il problema è che Meta AI è entrato a far parte
della nostra quotidianità, su milioni di schermi, senza alcuna notifica
preventiva, né esplicito consenso.
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La puntata del 6 aprile inizia parlando di Spotify e del suo "Perfect Fit":
ovvero di come Spotify vi propone musica sconosciuta ma economica e ottimizzata
per un ascolto "distratto".
La celebrazione dei 50 anni di Microsoft è stata interrotta da due lavoratrici
che hanno contestato il coinvolgimento della ditta (sia tramite Azure, sia
tramite il suo dipartimento di Intelligenza Artificiale) nel genocidio del
popolo palestinese. In particolare, i sistemi di trascrizione del parlato sono
utilizzati per analizzare automaticamente le intercettazioni delle telefonate
tra persone palestinesi.
Trump annuncia i suoi "contro"-dazi: finalmente possiamo divertirci con delle
equazioni e capire quale è la logica che gli sta dietro (se c'è). E capire se
Chat GPT alla fine ci azzecca.
Piracy Shield: non solo non lascia ma addirittura raddoppia, e si riproduce! Il
presidente dell'AGCOM ignora tutte le lamentele e presenta un'estensione di
Piracy Shield a praticamente tutti i contenuti protetti da copyright. Allo
stesso tempo in Spagna, con un meccanismo diverso, cercano di emularlo.
La puntata si chiude con la rubrica delle notiziole: il riconoscimento facciale
si diffonde nel mondo, mentre si diffondono anche a YouTube le posizioni contro
la tutela dell'identità di genere promosse dal governo USA.
Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa
Il comunicato del collettivo studentesco Scuola di Carta denuncia la condotta di
due agenti di polizia “in divisa e con la pistola addosso” mentre tenevano un
incontro sul tema del cyberbullismo, a cui hanno partecipato circa cinque classi
dell'ISIS Niccolini Palli di Livorno, a fine marzo.
Dal comunicato emerge che durante l’incontro sono stati diretti rimproveri poco
appropriati, commenti razzisti, un atteggiamento di sfiducia e cinismo nei
confronti della nuova generazione. Questo comunicato, leggiamo, «è un atto di
riappropriazione dei luoghi che il governo sta cercando di svuotare».
Gli studenti e le studentesse si sono sentiti umiliati e impossibilitati a
reagire perché subordinati/e dal loro status e denunciano fortemente quanto
successo, insieme al fatto che il corpo docente e la presidenza non si sono
espressi in merito ad atti di razzismo interni all’istituto.
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