Scatole oscure o intelligenze aliene? Il caso del software AlphaGo e i fantasmi di Italo CalvinoAlphaGo è un’Intelligenza artificiale creata dalla società DeepMind, oggi
controllata da Google, per battere gli esseri umani al gioco orientale del Go.
Nel 2016 ha sconfitto il campione mondiale con una mossa ritenuta “sbagliata”,
spingendo diversi osservatori a parlare di intelligenza quasi magica. Una
visione “tecnoentusiasta” che agita l’imperscrutabile ma dimostra di ignorare la
statistica. E non solo.
La tecnologia odierna si presenta, software o hardware che sia, sotto forma di
“scatole oscure” che i produttori confezionano in maniera da renderci
impossibile comprenderla, studiarla e -soprattutto- modificarla. Questa
impossibilità si traduce spesso in una forte sensazione di alienazione che fa sì
che più di una persona si trovi a disagio.
Secondo il filosofo Gilbert Simondon, l’alienazione tecnica cresce al crescere
del divario tra cultura e tecnica. Questo divario fa sì che la tecnica venga
vissuta come pericolosa dai tecnofobici, ossia da coloro che pensano che la
tecnica sia inferiore alla vera cultura (quella umanistica “classica”), e come
magica dai tecnoentusiasti, ossia da coloro che pensano che il sapere tecnico
sia un sapere riservato a pochi eletti.
Link all'articolo originale