L’11 settembre 1973 viene rovesciato il governo di Salvador Allende. L’episodio
segna storicamente l’ascesa del neoliberismo. Insieme al colpo di stato
politico, però, ve ne è stato un altro che ha segnato la storia dell’informatica
e che ha portato all’attuale sviluppo dell’Intelligenza Artificiale secondo una
direzione determinata da un preciso apparato
politico-economico-militare-culturale. Ne parliamo con il professore Andrea
Cerroni, docente all’Università Bicocca di Milano, che, da sempre, approfondisce
questi e altri temi e che ci ha spiegato la correlazione tra Salvador Allende e
l’informatica.
Storicizzare, criticizzare, conoscere sono, oggi, le armi fondamentali per
scalfire la retorica che avvolge sia il neoliberismo sia la tecnologia digitale
e decostruire la loro capacità di imporsi “ontologicamente”, come necessità e
dato di fatto incontrovertibile, inibendo la possibilità di immaginare altro:
altre strade, altre soluzioni, altri digitali, altre società.
Abbiamo incontrato il professore Andrea Cerroni, docente all’Università Bicocca
di Milano, che, da sempre, approfondisce questi e altri temi e ci ha spiegato la
correlazione tra Salvador Allende e l’informatica. Che cosa lega IA e
neoliberismo; per quale motivo è stato modificato il titolo di uno dei testi più
importanti della cibernetica cancellando l’originale “uso umano degli esseri
umani”; come è possibile ipotizzare una “tecnologia umanistica”, che da Dante
arriva ad Adriano Olivetti (che ha inventato il primo PC della storia). Cerroni
ci fa anche una raccomandazione: chiamiamola “Artificial Intelligence, perché
nella traduzione italiana si perde il collegamento con i Servizi (segreti o
meno)”.
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