Il libro fu presentato il 20 ottobre del 1882, al civico 128 della
trentaquattresima strada, New York. Era la casa di un dentista, John Ballou
Newbrough; il secondo nome, Ballou, gli era stato dato in memoria di Hosea
Ballou, il teologo della chiesa universalista. Newbrough era nato il 5 giugno
del 1828 in Ohio, nella fattoria di famiglia; il padre, William, era un uomo
duro: sfamava i sei figli con i frutti della sua terra. Abile coltivatore,
faceva scoccare la cinghia sul corpo di John per sedarne le ‘visioni’: il
ragazzino era dotato del dono della profezia. Si dice avesse fatto fortuna in
California, setacciando oro, poco più che ventenne. Aveva studiato al Cincinnati
Dental College: lo zio dirigeva un manicomio, la madre, di origine svizzera,
aveva un cuore trepidante, propenso al fervore mistico.
Ma torniamo all’ottobre del 1882. Il libro aveva un titolo-totem, allo stesso
tempo enigmatico e astruso, Oahspe: nel glossario annesso al tomo, l’autore
spiegava che il neologismo voleva dire “Cielo, terra (corpo) e spirito. Il
tutto; la somma della sapienza corporale e spirituale”. Il tutto – e il nulla.
Il sottotitolo dell’Oahspe amplificava le nebbie. Il libro era presentato come
“una Nuova Bibbia” che divulgava le “Parole di Jehovih e dei suoi Angeli
Ambasciatori”. Era lì squadernata – così sproloquiava il titolo –: “La sacra
storia del dominio degli esseri celesti e inferi sulla terra da ventiquattromila
anni con una sinossi della cosmogonia dell’universo, la creazione dei pianeti,
la creazione dell’uomo, parole inaudite intorno alla gloria e all’opera degli
dei e delle dee degli eterei cieli con i nuovi comandamenti di Jehovih
all’uomo…”. Il libro era stampato a New York e a Londra da una fantomatica
Oahspe Publishing Association.
Non era il primo libro pubblicato da John Newbrough. Nel 1855 aveva provato –
con poco successo – il romanzo: The Lady of the West, or the Gold
Seekers narrava una storia d’amore all’epoca della corsa all’ora. Era tornato
quell’anno negli States dopo aver viaggiato per il globo; l’amore con Rachel
Turnbull, la sorella del suo socio in affari, durò un ventennio, per l’arco di
tre figli. John, che aveva aperto uno studio dentistico e New York, finì per
invaghirsi della sua assistente, Frances, di trent’anni più giovane, da cui ebbe
una figlia, Jone ‘Justine’: la moglie lo cacciò di casa. Era un uomo di genio,
che deteneva diversi brevetti: uno di questi, per un fissante per denti molto
più economica di quello in vogo, lo fece scontrare con un colosso, la Goodyear
Rubber Co. Inventò un ventilatore, un attrezzo per esercizi ginnici, un mezzo
ferroviario, un metodo per costruire denti artificiali. Non è raro, negli
States, che una mente ‘scientifica’ si associ all’eccedenza mistica.
Quanto all’Oahspe, aveva cominciato a redigerlo nel 1880, ascoltando le ‘voci’,
secondo i criteri della scrittura automatica. Così, in una lettera spedita nel
1883 al direttore della rivista spiritualista “Banner of Light”, spiegò
l’evento:
> “Implorai la luce del Cielo. Non volevo più comunicare con amici o parenti,
> desideravo imparare qualcosa del mondo spirituale, cosa facessero gli angeli,
> quale fosse il destino dell’universo… Mi fu detto di procurarmi una macchina
> per scrivere, di scrivere come se suonassi un pianoforte. Mi applicai per
> imparare, con scarso successo… Una mattina, una luce colpì le mie mani, gli
> angeli che fino a quel momento avevano cercato di istruirmi si avvicinarono
> alla macchina scrivendo con grande vigore per circa quindici minuti. Mi fu
> imposto di non leggere ciò che era scritto, obbedii con riverenza. La mattina
> dopo, poco prima dell’alba, lo stesso potere tornò e scrisse, di nuovo… Per
> cinquanta settimane le cose accaddero in questo modo, ogni mattina, mezz’ora
> prima dell’alba. Poi tutto finì e mi fu detto di pubblicare il libro chiamato
> ‘Oahspe’”.
Il libro era costellato da geroglifici, opera dell’autore – o meglio, degli
autoritari autori del testo – ad amplificare l’astrale stranezza di quel
linguaggio ignoto. La “Nuova Bibbia” procedeva per novecento pagine, suddivisa
in diversi libri: in uno di questi, First Book of God, si parla di “una
generazione di Luce scaturita da Zarathustra”, che avrebbe dato vita all’impero
cinese, deviando dagli insegnamenti del creatore:
“Ad Han fu chiesto: Un uomo non deve adorare l’Invisibile? E lui rispose:
Adorare una pietra è meglio, perché la vedi.
Han disse: Non adorate con le parole, ma con le opere; la preghiera non è che il
grido della propria debolezza.
Se esiste una Luce invisibile, farà a suo modo: che senso ha pregare? Riti e
cerimonie in Suo favore sono mania di folli. Riti e cerimonie per i nostri
antenati sono scusabili. Le loro anime fluttuano, i riti le placano”.
Un giornalista del “New York Times” accorse all’evento. Scrisse che il “dottor
Newbrough è uno spiritualista da circa dodici anni. Nativo dell’Ohio, pratica
come dentista”. Scrisse di un uomo “dalla stazza imponente, con occhi scuri e
penetranti, che si muove con peculiare lentezza”. All’evento erano convenute
diverse persone. Il giornalista sfogliò una copia del libro: al Book of
Jehovih segue il Book of Sethantes, il Book of Ah’shong, Son of Jehovih, il Book
of Aph. La struttura dell’Oahspe è labirintica, spesso contraddittoria: al
creatore assoluto – Jehovih, che è poi un modo per dire Jahvè o Geova – seguono,
in gregarie dinastie, divinità minori, ‘cadute’, e cosmogonie in disastro. I
libri di dottrina morale – Book of Judgment; Book of Discipline – che predicano
un generico irenismo, una generica ‘ricerca interiore’, una super-religione che
superi secolari dissidi, una ‘forma’ che sovrasti i formalismi rei di scisma e
di guerre religiose, promuovendo una dieta ferrea, vegetariana, sono meno
interessanti dei libri ‘mitologici’. In uno di questi, il Book of Saphah, si
accenna a regni perduti – Pan, “un continente nell’Oceano Pacifico, sommerso
circa 25mila anni fa” – e a linguaggi smarriti. Nella lingua dell’Oahspe la
facoltà profetica, “la capacità di vedere o udire gli angeli”, si dice Su’is.
Il giornalista non virò dal vero: “A un osservatore, questa Bibbia pare una
rivisitazione di testi indiani e fedi semitiche. Lo stile è in parte moderno in
parte ancestrale, quasi che la Bibbia di Re Giacomo e quella cristiana si siano
fuse nell’inglese dei nostri giorni”. Il pezzo uscì sul “NY Times” tra i fatti
curiosi, in taglio basso; titolo: “Un volume ‘ispirato’ racconta 24mila anni di
storia”. Non è inutile ricordare che la Società Teosofica di Madame Blavatsky
era nata proprio a New York qualche anno prima, nel 1875. Con qualche talento,
John Newbrough aveva miniato il suo libro regolandosi sui testi gnostici, sui
dialoghi buddisti, sul rigore assertivo della rivelazione coranica.
La “Nuova Bibbia” ebbe un suo, pur modesto, esito. Nel 1884 Newbrough, insieme a
un facoltoso mecenate del New England, fondò una colonia a Las Cruces, nel New
Mexico; gli si fecero attorno una ventina di accoliti. Edificarono scuole per i
bambini orfani. Chi confida nell’Oahspe come testo chiave della propria ricerca
interiore – Newbrough in questo è chiaro: il libro che gli è stato ‘rivelato’
deve essere ‘superato’ dalla singolare capacità di ciascuno – si
chiama Faithist. Così è spiegato il neologismo nel glossario redatto da
Newbrough: “Faithist è colui che ha fede in Jehovih, l’essere che è al di sopra
e all’interno di ogni cosa; è colui che lavora per entrare in sintonia con
Jehovih, operando per il bene del prossimo, sforzandosi di abbandonare
l’egoismo”.
La comunità di Las Cruces, “Shalam Colony”, fu decimata da un’epidemia di
influenza, nel 1891. Anche il maestro, Newbrough, morì, era il 22 aprile.
Sporadici gruppi di Faithist nacquero nello Utah e in California, a Anaheim, in
Colorado e in Oregon; alcuni si coalizzarono in Olanda e in Australia. Un
“Circle of Jehovih’s Word” promuove ancora oggi l’Oahspe come testo per la
liberazione interiore, con parole di fatua intensità: “L’Oahspe instilla
insegnamenti che equilibrano il mondo visibile con quello invisibile, come la
sapienza dei Nativi sul rispetto degli spiriti della terra, del cielo e delle
acque. Insegna che la vita è interconnessa e che gli esseri umani hanno la
responsabilità di vivere in pace tra loro e con il mondo che li circonda”.
Dall’Oahspe hanno tratto un lezionario e un salterio che viene ‘pregato’ ogni
giorno.
L’aspetto ‘etico’, tuttavia, è infimo rispetto a quello ‘visionario’, il più
interessante dell’Oahspe. Più che alla Bibbia – di cui scimmiotta il ritmo –
l’Oahspe, nei sui lati fecondi, rimanda a William Blake, ai canti persiani
reinventati dagli orientalisti inglesi, è il preludio ai racconti magmatici di
H.P. Lovecraft. Allo stesso modo, l’Oahspe fonde il talento ‘commerciale’
statunitense all’esotismo europeo, la chiromanzia e il brevetto, l’estremo
razionalismo con l’assoluta irrazionalità, Edgar Allan Poe e l’esotismo di
Jean-Léon Gérôme. Per queste ragioni, l’Oahspe, testo che altrimenti fluttua tra
la dimenticanza e l’oblio, affascinò un poeta come David Gascoyne, che ne disse
come del “Libro più stupefacente mai scritto in inglese” (in: D.
Gascoyne, Selected Prose 1934-1996, Enitharmon, 1998). L’esagerazione era
appropriata al suo carattere ‘apocalittico’: sodale – per un po’ – dei
Surrealisti, seguace di Benjamin Fondane – a cui faceva filosofiche visite
notturne – era ritenuto un redivivo Rimbaud e aveva tradotto, a tradimento,
Friedrich Hölderlin. Usava l’Oahspe come oppiaceo lirico, per galvanizzare i
suoi versi, tra l’altro bellissimi – per un po’, si credette investito di un
compito messianico, per un po’ lo reclusero al Whitecroft Hospital, sull’Isola
di Wight, dopo l’ennesimo crollo mentale. Del dio, nel libro, il poeta riconobbe
la carcassa: squittiva il vento in quell’ossario, faceva bei suoni, che
inorgoglivano le orecchie, davano in sfoggio d’aquile. Era sufficiente.
***
Oahspe
1 Il Creatore, Jehovih, creò l’uomo e gli disse: Affinché tu sappia che opera
della Mia mano sei, sapienza ti ho concesso e potere e dominio. Questa fu la
prima era.
2 Ma l’uomo era fragile, camminava sul ventre e non capiva la voce
dell’Assoluto. E Jehovih chiamò i suoi angeli, gli antichi della terra, e disse
loro: Andate, sollevate l’uomo, che sia eretto, e consegnatelo al sapere.
3 E gli angeli discesero dal cielo alla terra e sollevarono l’uomo. E l’uomo
errò sulla terra. Questa è detta seconda era.
4 Jehovih disse agli angeli che scortavano l’uomo: Ecco, l’uomo si è
moltiplicato sulla terra. Radunate gli uomini, insegnate loro a vivere in città,
a forgiare nazioni.
5 E gli angeli di Jehovih insegnarono ai popoli della terra a vivere insieme in
città e nazioni. Questa è la terza era.
6 Fu in quel tempo che la Bestia (il sé) si impennò davanti all’uomo e gli parlò
dicendo: Possiedi ciò che vuoi perché tutto è tuo e ti obbedisce.
7 E l’uomo obbedì alla Bestia e la guerra dilagò nel mondo. Questa è la quarta
era.
8 Ma l’uomo ammaccato nel cuore si ammalò e reclamò la Bestia e gli disse: Tu
hai detto: Possiedi ciò che vuoi perché tutto è tuo e ti obbedisce. Ora, guerra
e morte mi accerchiano. Ti prego, insegnami la pace!
9 Ma la Bestia disse: Non a portare la pace sulla terra sono venuto, ma a
portare la spada. Sono venuto a mettere discordia tra il figlio e suo padre, tra
la figlia e sua madre. Qualunque cosa tu vuoi per cibo, prendila, sfamati, che
sia carne o pesce, non pensare al domani.
10 E l’uomo mangiò carne e fu carnivoro e l’oscurità lo avvolse: non udì più la
voce di Jehovih e smise di credere in Lui. Questa è la quinta era.
11 E la Bestia spalancò le sue quattro enormi teste e fu padrona della terra. E
l’uomo si prostrò, e l’uomo si mise in adorazione.
12 E i nomi delle quattro teste della Bestia erano: Bramino, Buddista,
Cristiano, Musulmano. E si divisero la terra, la spartirono fra loro e scelsero
eserciti per mantenere le proprie proprietà.
13 I Bramini avevano sette milioni di soldati, i Buddisti venti milioni, i
Cristiani sette milioni, i Musulmani due milioni – loro mestiere era uccidere
gli uomini. E l’uomo dedicò parte della vita alla guerra e alla proliferazione
di eserciti e l’altra parte alla dissolutezza – era schiavo della Bestia. Questa
fu la sesta era.
14 Jehovih disse all’uomo desisti dal male, ma l’uomo non lo ascoltava.
L’astuzia della Bestia aveva trasformato la carne dell’uomo e la sua anima si
era nascosta in una nube – l’uomo amava il peccato.
15 Jehovih allora chiamò i suoi angeli e disse: Scendete ancora sulla terra,
dall’uomo, che ho creato perché dalla sua terra traesse godimento e dite
all’uomo: Così dice Jehovih:
16 la settima era è prossima. Il tuo Creatore comanda la conversione: da uomo
carnivoro e violenta diventa erbivoro, vivi in pace. Le quattro teste della
Bestia saranno eliminate, la guerra sedata
17 i tuoi eserciti saranno sciolti e da quel momento non esisterà più la guerra
perché questo comanda il tuo Creatore.
18 Non avrai alcun Dio né Signore né Salvatore oltre a Jehovih, colui che ti ha
creato! Adorerai soltanto lui, di ora in ora, da ora e per sempre. Io precedo le
mie creazioni, sono autosufficiente
19 e a tutti quelli che si separano dal dominio della Bestia, stipulando patti
con me, darà il mio regno
20 e costoro saranno detti eletti: il patto e le opere li faranno miei sulla
terra, Fedeli saranno chiamati,
21 ma chi ha stipulato patti con la Bestia, sarà chiamato Uziano che significa
distruttore. E d’ora in poi ci saranno due categorie di genti sulla terra:
Fedeli e Uziani.
22 E gli angeli del cielo discesero sulla terra, apparvero all’uomo, a
centinaia, a centinaia di migliaia, e parlarono come parla un uomo, e scrissero
come scrive un uomo, insegnando le parole dette da Jehovih.
23 E nel trentesimo anno, gli Ambasciatori delle angeliche schiere rivelarono
all’uomo, nel nome di Jehovih, i Suoi regni celesti; resero note le Sue superbe
creazioni per la resurrezione dei popoli della terra.
24 Oahspe, immacolato libro, insegna ai mortali come ascoltare la voce del
Creatore e vedere i Suoi cieli, nella consapevolezza, mentre sono ancora vivi;
che conoscano il luogo e la condizione che li attende dopo la morte.
25 Né tali rivelazioni dell’Oahspe sono del tutto nuove ai mortali: le stesse
cose sono state rivelate a molti che vivono a grande distanza l’uno dall’altro,
privi di contatti tra loro.
26 Poiché questa luce è onnicomprensiva, abbraccia cose corporee e spirituali,
ed è chiamata era del Kosmon. Poiché si riferisce alla terra, al cielo e allo
spirito si chiama Oahspe.
*
Libro di Osiris, Figlio di Jehovih
1 E ora giunse Osiride, Figlio di Jehovih. A lui, sul suo trono a Lowtsin,
nell’etereo mondo, dove il suo regno per centomila anni aveva illuminato molte
stelle corporee, giunse la Voce, Jehovih il Grande, lo Spirito di ogni cosa, e
disse:
2 Osiride! Osiride: Figlio mio, lascia gli immortali mondi, artiglia la peritura
terra nel tuo volo obliquo; e proclama, con lo scettro levato, te stesso, l’Uno,
il Dio che comanda. Come un padre indulgente cammina accanto al figlio,
guardandolo con tenerezza e offrendogli i suoi consigli, così io, tramite i miei
Dèi e i miei Capi, ho persuaso la rossa stella per molte migliaia di anni. Ma
come un padre saggio si rivolge al figlio reietto, ormai in età, e gli ordina
cosa deve o non deve fare, così io, tramite te, devoto figlio, stendo la mano
sulla terra e sui suoi cieli.
3 Giace sepolta nell’abisso, resa all’anarchia, manovrata da falsi dèi e falsi
principi, che devastano con la guerra i suoi cieli e riversano sul suo suolo
milioni di spiriti della tenebra, che soltanto il crimine sazia. Come tronchi
alla deriva su un oceano che ribolle, così gli spiriti dei morti si levano dalla
terra al cielo per essere nuovamente precipitati.
[…]
9 Come una stella si nutre del mutare delle stagioni, così Jehovih guidò l’orda
dei suoi Serpenti per conferire agli eterei regni una vita infinita, che
sappiano la gioia del mutamento, la gloria dello spirito.
[…]
11 …Ecco, la razza dei Ghan, pianificata da Jehovih fin dalla fondazione del
mondo, ora si erge trionfante sulla terra.
12 Non come agnelli sono i Ghan, ma indomiti leoni, nati per la conquista, con
seme di sapienza che ragiona e disarticoli ogni cosa, che ha fede e potenza – ma
non pone fiducia in Jehovih. Come un uomo che ha due figli, il primo vuoto di
passioni, esangue, l’altro incessante in malizia, desideroso di delitti,
delirante in distruzione, così sono I’hin e Ghan. Quando muoiono, gli I’hin
vanno come agnelli là dove gli è ordinato; i Ghan, ancora pieni di ira, si
ostinano a deridere ogni potere. Anime ben forgiate, maestose a vedersi, tornano
sulla terra e fondano un regno celeste nell’oscurità – vendetta trama nei loro
atti.
13 Con fragore distruggono i deboli regni dei Signori, li spogliano dei loro
sudditi, proclamano il cielo in terra. Per questo, le sventurate anime dei cieli
inferiori, sedotte, fuggono la resurrezione per tornare dai mortali, e vengono
fissati in feri, chiusi a ogni luce.
14 E i mortali si abbandonarono a compiere la volontà degli spiriti delle
tenebre, facendo desolazione della festa.
*
Libro della Disciplina
Discorso di Dio sull’amore
1 E verranno a chiederti: Cosa ci dici di chi è sposato e ha figli? Ameranno
forse costoro così tanto la comunità e il regno di Jehovih da mettere da parte
il loro amore filiale, affidando i loro figli a qualcun altro, giorno e notte?
2 Tu risponderai loro: No, in pienezza il loro amore si manifesta nei piccoli. E
lo testimonia chi ha figli quando adotta un trovatello o un orfano, inglobandolo
nella famiglia, senza parzialità. Questo è il più alto carisma dell’uomo: essere
imparziale nell’amare.
3 Non per limitare l’amore ma per moltiplicarlo, come fa Dio, che abbraccia
tutte le genti; così i vari membri della fraternità lavoreranno con Dio e i suoi
santi angeli, per gloria di Jehovih.
*In copertina: uno dei disegni che costellano Oahspe
L'articolo “E gli angeli del cielo discesero sulla terra”. Esasperato
esoterismo: intorno all’“Oahspe”, una nuova bibbia proviene da Pangea.