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Zuckerberg: “Basta fact-checking a società esterne, torniamo alle radici”. Meta sceglie lo stesso sistema di X. E Musk plaude: “Fico”
Ultimo atto di una strategia di avvicinamento a Donald Trump, ma anche punto finale del distanziamento di Meta dalla stagione “liberal” aperta nel 2016. La decisione avrà riflessi sulle organizzazioni giornalistiche che si occupavano di verificare le notizie Meta chiude il suo programma di fact-checking e punta a sostituirlo con un sistema di “note della comunità” simile a quello introdotto sul social concorrente X, di proprietà di Elon Musk. È un passo definitivo per l’azienda di Mark Zuckerberg, che rivoluziona l’approccio del gruppo che possiede i social Facebook, Instagram e Threads e la app di messaggistica Whatsapp rispetto all’informazione e ai media tradizionali. Il Ceo di Meta lo ha annunciato di persona martedì in un video su Facebook. Nel suo discorso fa esplicito riferimento al mutato panorama politico e sociale, e parlando del desiderio di abbracciare “la libertà di parola”, ossia il free speech che è diventato lo slogan di Elon Musk dopo l’acquisto della piattaforma Twitter, oggi rinominata X. Ma cita anche i “troppi errori” commessi dal sistema di moderazione dei contenuti di Meta e in particolare gli scandali scoppiati durante le elezioni presidenziali Usa. Leggi tutto
January 7, 2025 / Pillole di Graffio
A centinaia di moderatori di Facebook è stato diagnosticato un disturbo post-traumatico
A oltre 140 moderatori di contenuti di Facebook è stato diagnosticato un disturbo post traumatico, causato dall’esposizione prolungata a immagini e video di omicidi, suicidi, abusi sessuali su minori e affini. A rivelarlo è il Guardian, che ha precisato che i moderatori in questione hanno lavorato tra le 8 e le 10 ore al giorno nella struttura di Samasource in Kenya, una società esterna che si è occupata di gestire l’attività di moderazione per conto di Meta, utilizzando per lo più collaboratori provenienti dall’Africa. “Le prove sono indiscutibili: moderare Facebook è un lavoro pericoloso che provoca un disturbo da stress post traumatico per tutta la vita a quasi tutti coloro che lo fanno”, ha dichiarato al Guardian Martha Dark, fondatrice di un’organizzazione britannica non a scopo di lucro che sta seguendo il caso dei moderatori kenioti. Ma Meta non ha rilasciato alcun commento al riguardo. Link all'articolo qui
December 22, 2024 / Pillole di Graffio