Le piattaforme spingono consapevolmente i post cospirazionisti sulla
disinformazione climatica per i loro interessi economici e politici
Quando a inizio di luglio le inondazioni in Texas hanno ucciso centotrenta
persone, tra cui oltre venti ragazze in un campo estivo, i social network hanno
dimostrato il loro immenso e nefasto potere nel campo della disinformazione
climatica. Non solo hanno diffuso false informazioni, mettendo a rischio diverse
vite umane e ostacolando il lavoro dei soccorritori. Ma tra fake news, assurde
cospirazioni e improbabili teorie del complotto, le grandi piattaforme come Meta
(Facebook e Instagram), X e YouTube si sono rivelate ancora una volta il peggior
megafono del negazionismo climatico.
Il tutto per qualche milione di click. Ovvero, per un pugno di dollari da
guadagnare attraverso pubblicità e raccolta di dati. Per evidenti ragioni
politiche, visto che i loro Ceo si sono tutti affrettati a celebrare l’elezione
presidenziale di Donald Trump e a sostenerlo economicamente con donazioni
spaventose. E per qualche buon affare con le multinazionali del fossile che da
sempre le sostengono. E con le quali condividono diversi fondi d’investimento
nelle loro ragioni sociali.
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Tag - Clima
L’ampia diffusione dell’Intelligenza Artificiale, che notoriamente consuma molta
energia, sta mettendo sotto pressione la rete elettrica dell’Irlanda e ancor più
seriamente sta mettendo in forse il ruolo di punta del paese come hub
tecnologico d’elezione delle Big Tech Usa in Europa.
Lo scrive Politico.eu, aggiungendo che il problema energetico di Dublino
potrebbe di fatto ridisegnare il panorama tecnologico del Vecchio Continente.
[...]
Domanda di data center non sostenibile in Irlanda
Nel frattempo, il Ministero dell’ambiente, del clima e delle comunicazioni
irlandese ha riconosciuto in una dichiarazione che “non tutta la domanda di
sviluppo di data center può essere soddisfatta in modo sostenibile” nel breve
termine. Mentre i giganti della tecnologia Amazon, Microsoft e Google iniettano
miliardi nell’infrastruttura cloud europea che alimenta l’intelligenza
artificiale, la disponibilità di energia (idealmente, economica e verde)
potrebbe emergere come un criterio fondamentale per determinare le loro prossime
destinazioni di investimento.
“I data center, come tutti i grandi consumatori di energia, devono esistere
entro i limiti della nostra legislazione e dei nostri obiettivi sul clima, così
come della nostra sicurezza energetica”, hanno affermato, riecheggiando un
avvertimento simile del ministro irlandese per il clima e l’ambiente Eamon Ryan
in un’intervista al Financial Times.
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