È passato da pochi giorni il trentaduesimo anniversario della nascita formale
del Web, ossia di Internet come la conosciamo oggi. Rispetto all’idea originale,
però, sono cambiate tante cose, non tutte per il meglio.
Questa è la storia di come è nato il Web, di cosa è andato storto e di come
rimediare, con una lista di “No” da usare come strumento correttivo per
ricordare a chi progetta siti, e a noi che li usiamo, quali sono i princìpi
ispiratori di un servizio straordinario come l’Internet multimediale che ci
avvolge e circonda oggi, e a volte ci soffoca un po’ troppo con il suo abbraccio
commerciale.
[...]
Oggi siamo abituati a un’Internet commerciale, ma va ricordato che inizialmente
Internet era un servizio dedicato alla comunicazione tra membri di istituzioni
accademiche, basato su standard aperti, pensato per abbattere le barriere e le
incompatibilità fra i computer e i sistemi operativi differenti e facilitare la
condivisione del sapere.
Adesso, invece, le barriere vengono costruite appositamente: per esempio, invece
della mail, che è aperta a tutti, non è monopolio di nessuno e funziona senza
obbligare nessuno a installare un unico, specifico programma, si usano sempre di
più i sistemi di messaggistica commerciali, come per esempio WhatsApp, che
appartengono a una singola azienda, funzionano soltanto con l’app gestita e
aggiornata da quell’azienda e sono incompatibili tra loro.
Ascolta il podcast o leggi il testo sul sito di Paolo Attivissimo
Tag - Tracciamento
Google ha annunciato che non rinuncerà all'uso dei 'cookie' nel suo browser
Chrome, cinque anni dopo aver promesso che li avrebbe eliminati gradualmente. Lo
riportano i media americani.
Nel 2020 Google aveva annunciato l'intenzione di bloccarli, ma da allora il
provvedimento è stato rinviato più volte. E poi di nuovo nel 2022 il colosso
californiano parlava di un passaggio dai cookie a un sistema meno invasivo, in
grado di tracciare preferenze e interessi senza compilare la cronologia di
navigazione.
Nel luglio 2024 il gruppo di Mountain View ha dichiarato che non avrebbe
impedito i cookie per impostazione predefinita, ma avrebbe consentito agli
utenti di disattivarli. "È chiaro che ci sono prospettive divergenti" tra
"editori di contenuti, sviluppatori, autorità di regolamentazione e settore
pubblicitario" sulle possibili modifiche ai cookie, ha scritto Anthony Chavez,
vicepresidente di Privacy Sandbox che si occupa della gestione dei dati
personali per Google.
Fonte Ansa