Uno sguardo al "report sostenibilità" di Google e alle sue molte bugie; il
meglio di hackmeeting 2025; Zona Warpa 4-5 Luglio al CSOA Forte Prenestino;
notiziole dal Medio Oriente.
A Giugno è uscito, come ogni anno, il report sostenibilità di Google. A
leggerlo, sembra che sia possibile fare il miracolo: continuare a consumare
sempre più energia, eppure far diminuire l'impatto ambientale. Vediamo insieme
alcuni dei trucchi utilizzati (da Google, ma non solo) per far quadrare i conti.
L'Hackmeeting 2025 è stato un mese fa, vi raccontiamo alcuni dei contenuti che
ci sono piaciuti... avremmo voluto farlo in modo più esteso, ma ci siamo resi
conto che si stava facendo tardi e abbiamo tagliato, non ce ne voglia chi ha
curato altri dei momenti interessanti!
Al telefono con Kenobit parliamo di Zona Warpa - La festa del videogioco ribelle
itinerante. Il mondo del videogioco è infatti troppo spesso depoliticizzato, e
questo festival mira a fare da ponte tra chi gioca e chi fa videogiochi, in una
cornice consapevole. Questo weekend è il turno del Forte Prenestino, qui potete
vedere alcuni video di edizioni passate per farvi un'idea.
Chiudiamo con delle notiziole dal Medio Oriente:
* 2 giorni di blackout di internet in Iran, per "ragioni di sicurezza": di cosa
si tratta?
* NSO piange miseria
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
Tag - Google
Aggiornamenti di attualità sul caso Paragon: le analisi smentiscono la difesa
del Copasir; letture sul tema del linguaggio che evoca lo schiavismo
nell'elettronica e informatica; Google usa le sue piattaforme per ostacolare le
alternative aperte.
Il 5 Giugno, il Copasir ha pubblicato la sua relazione sul Caso Paragon: tra le
altre cose, ci dice che Citizen Lab potrebbe averla sparata un po' grossa, e che
Francesco Cancellato potrebbe non esser mai stato intercettato. Peccato che una
settimana dopo esca un nuovo report di Citizen Lab, che indica che altri due
giornalistə europei sono stati attaccati con malware Paragon, e che uno di
questi lavora proprio a Fanpage, la testata diretta proprio da Cancellato.
Abbiamo già parlato di linguaggio escludente nell'informatica, continuiamo a
farlo ripercorrendo uno studio sull'origine dell'espressione master-slave
(padrone-schiavo). Un'espressione più recente di quanto potrebbe sembrare, e
abbastanza specifica di elettronica e informatica. Attraverso vari esempi,
vediamo che anche se è difficile dare una ricostruzione certa della sua genesi,
questa espressione non deriva dall'essere una metafora espressiva - per quanto
problematica - di un meccanismo tecnico, ma da una specifica concezione della
divisione del lavoro che prevede sempre l'esistenza di un dualismo tra
volontà/intelletto e forza bruta.
Nextcloud denuncia che Google, attraverso il Play Store, ha artificialmente
limitato le possibilità della sua applicazione per Android, rendendo più
difficile (ma non impossibile) l'utilizzo di alternative libere.
Chiudiamo con il ruolo italiano nei bombardamenti statunitensi contro l'Iran.
Ascolta sul sito di Radio Onda Rossa
Il 9 maggio 2025, il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha annunciato
un accordo storico con Google, che pagherà un maxi risarcimento di 1,375
miliardi di dollari per chiudere due cause legali intentate nel 2022 e
riguardanti gravi violazioni della privacy dei consumatori.
Secondo le accuse, il colosso tecnologico di Mountain View avrebbe violato la
privacy degli utenti texani senza il loro consenso esplicito, e in particolare
avrebbe:
* raccolto dati biometrici, come impronte vocali e geometria facciale,
attraverso servizi come Google Photos e Google Assistant
* tracciato la posizione degli utenti anche quando la funzione di
geolocalizzazione era disattivata
* pubblicizzato in modo ingannevole le funzionalità della modalità “Incognito”
come strumento di navigazione privata, mentre in realtà continuava a
raccogliere dati sulle attività online degli utenti
L'articolo completo qui
Puntata del 27 aprile
La prima parte della puntata è dedicata ad analizzare come sta andando la
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sottolineando le
differenze tra quello che avviene in Cina e in Europa.
Nella seconda parte, alcune notiziole su temi digitali, prevalentemente
riguardanti Google e i suoi problemi con l'antitrust.
Ma non mancano informazioni su quanto avviene in Europa: multe morbide a Meta ed
Apple, esposti sugli eccessi del piracy shield spagnolo, autodifesa digitale
alla commissione europea: forniti cellulari usa e getta e sistemi di schermatura
varia per membri dello staff che visitano gli Stati Uniti... e l'Ungheria.
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
Google ha annunciato che non rinuncerà all'uso dei 'cookie' nel suo browser
Chrome, cinque anni dopo aver promesso che li avrebbe eliminati gradualmente. Lo
riportano i media americani.
Nel 2020 Google aveva annunciato l'intenzione di bloccarli, ma da allora il
provvedimento è stato rinviato più volte. E poi di nuovo nel 2022 il colosso
californiano parlava di un passaggio dai cookie a un sistema meno invasivo, in
grado di tracciare preferenze e interessi senza compilare la cronologia di
navigazione.
Nel luglio 2024 il gruppo di Mountain View ha dichiarato che non avrebbe
impedito i cookie per impostazione predefinita, ma avrebbe consentito agli
utenti di disattivarli. "È chiaro che ci sono prospettive divergenti" tra
"editori di contenuti, sviluppatori, autorità di regolamentazione e settore
pubblicitario" sulle possibili modifiche ai cookie, ha scritto Anthony Chavez,
vicepresidente di Privacy Sandbox che si occupa della gestione dei dati
personali per Google.
Fonte Ansa
La dipendenza europea dall’infrastruttura cloud americana solleva preoccupazioni
sulla sicurezza. Il Cloud Act permette agli USA di accedere ai dati globali,
mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale dell’Europa
Cinque settimane di Donald Trump e gli europei stanno scoprendo per la prima
volta quello che Vasco cantava 46 anni fa: non siamo mica gli americani. E non
solo non siamo gli americani, improvvisamente scopriamo che i loro interessi non
coincidono con i nostri. E non solo i loro interessi non coincidono con i
nostri, presto scopriremo che spesso sono opposti.
Indice degli argomenti
* La fine dell’alleanza transatlantica e le conseguenze per l’Europa
* L’incontro Trump-Zelensky e la vera natura della politica estera americana
* Terre rare: l’estorsione di Trump all’Ucraina e il destino dell’Europa
* Il problema dell’infrastruttura cloud e la dipendenza europea dagli Usa
* Il Gdpr e i fallimenti degli accordi per la protezione dei dati
* La soluzione per liberarsi dal cloud americano
* Il ritorno all’hosting come alternativa praticabile
Leggi l'articolo
La puntata è dedicata a come la qualità di Google sia nel tempo calata.
Raccogliamo delle evidenze che non siano solo aneddotiche, mettiamole insieme
con i dati di fatturato di Alphabet, con l'avvicendarsi di manager e con i
documenti diventati pubblici per via delle inchieste antitrust.
In chiusura di puntata alcuni aggiornamenti sul caso Paragon.
Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa
Il colosso ha rimosso dalle sue linee guida sull'intelligenza artificiale il
divieto di utilizzare la tecnologia a scopi potenzialmente dannosi.
Il 4 febbraio Google ha annunciato di aver aggiornato i principi che regolano
l'utilizzo della sua intelligenza artificiale e di altre tecnologie avanzate. Il
colosso ha eliminato i riferimenti in cui prometteva di non perseguire
"tecnologie che causano o possono causare danni", "armi o altre tecnologie il
cui scopo principale o la cui implementazione causa o facilita direttamente
lesioni alle persone", "tecnologie che raccolgono o utilizzano informazioni per
la sorveglianza violando norme accettate a livello internazionale", e ancora
"tecnologie il cui scopo contravviene a principi ampiamente accettati del
diritto internazionale e dei diritti umani".
Diversi dipendenti di Google hanno espresso la loro apprensione per le novità.
“È profondamente preoccupante vedere che Google abbandona il suo impegno per
l'uso etico della tecnologia AI senza alcun input da parte dei suoi dipendenti o
del pubblico in generale – dice Parul Koul, sviluppatore di software di Google e
presidente di un sindacato che rappresenta i lavoratori di Alphabet, la holding
che controlla l'azienda –, nonostante la posizione storica del personale sia che
l'azienda non dovrebbe entrare nel business della guerra”.
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Zuckerberg annuncia la "svolta" di Meta: un allineamento completo alla retorica
di Trump e alle modalità di X. Spariscono il fact checking, via libera
all'ulteriore attacco all'identità razziali, di genere e sessuali.
Il governo italiano invece cerca accordi con Musk per Starlink: si parla di
cifre spaziali per l'utilizzo dei satelliti di Starlink da parte dell'esercito
italiano. La mossa unisce 3 obiettivi: fare un favore all'amico; procedere con
la politica bellicista; colpire il progetto europeo di un sistema satellitare
simile a Starlink per gestire in proprio una simile infrastruttura militare.
Notiziole:
* la legge francese sull'amministrazione illecita di piattaforme online
utilizzata per il sito di chat Coco.fr, noto per essere stato usato come
piattaforma di comunicazione per gli stupri di Mazan; quanto si può estendere
l'uso di una legge del genere?
* Google fa finta che Chromium non sia suo, ma un progetto open source a cui
Google aderisce. La Linux Foundation facilita l'operazione.
Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa
Stavolta nella rete di Piracy Shield, la piattaforma nazionale antipirateria, ci
è finito un pesce grosso. Grossissimo: Google. Nella serata di sabato 19 ottobre
un ticket caricato sul sistema adottato dall’Autorità garante delle
comunicazioni (Agcom) per debellare lo streaming illegale ha bloccato un dominio
critico di Drive, il servizio web di Big G utilizzato per archiviare e
condividere dati in cloud, e una delle cache di Youtube.
Due risorse che, ovviamente, non hanno niente a che vedere con la trasmissione
pirata di partite di calcio e altri sport, che è ciò di cui Piracy shield si
dovrebbe occupare, ma che dimostra per l’ennesima volta come la tecnologia
regalata dalla Serie A ad Agcom finisca per asfaltare siti innocui. Arrivando a
pestare i piedi persino a Google.
Ma come è possibile che la piattaforma nazionale antipirateria abbia oscurato
due domini di uno dei colossi del web e che peraltro di recente si era reso
disponibile a collaborare con Agcom contro le tv pirata (il cosiddetto
pezzotto)? Semplice: perché ogni denuncia che i detentori dei diritti sportivi
caricano su Piracy Shield si porta dietro lunghe liste di domini da bloccare.
Dove spesso finiscono risorse estranee alla pirateria online.
Da tempo esperti di informatica e Wired stessa hanno sollevato il problema
dell’inattualità della piattaforma progettata dal ramo tech dello studio
Previti, la società Sp Tech, e “regalata” ad Agcom dalla Lega Serie A, che
sembra però progettata senza tenere conto di come funziona internet.
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