La dipendenza europea dall’infrastruttura cloud americana solleva preoccupazioni
sulla sicurezza. Il Cloud Act permette agli USA di accedere ai dati globali,
mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale dell’Europa
Cinque settimane di Donald Trump e gli europei stanno scoprendo per la prima
volta quello che Vasco cantava 46 anni fa: non siamo mica gli americani. E non
solo non siamo gli americani, improvvisamente scopriamo che i loro interessi non
coincidono con i nostri. E non solo i loro interessi non coincidono con i
nostri, presto scopriremo che spesso sono opposti.
Indice degli argomenti
* La fine dell’alleanza transatlantica e le conseguenze per l’Europa
* L’incontro Trump-Zelensky e la vera natura della politica estera americana
* Terre rare: l’estorsione di Trump all’Ucraina e il destino dell’Europa
* Il problema dell’infrastruttura cloud e la dipendenza europea dagli Usa
* Il Gdpr e i fallimenti degli accordi per la protezione dei dati
* La soluzione per liberarsi dal cloud americano
* Il ritorno all’hosting come alternativa praticabile
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Tag - Google
La puntata è dedicata a come la qualità di Google sia nel tempo calata.
Raccogliamo delle evidenze che non siano solo aneddotiche, mettiamole insieme
con i dati di fatturato di Alphabet, con l'avvicendarsi di manager e con i
documenti diventati pubblici per via delle inchieste antitrust.
In chiusura di puntata alcuni aggiornamenti sul caso Paragon.
Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa
Il colosso ha rimosso dalle sue linee guida sull'intelligenza artificiale il
divieto di utilizzare la tecnologia a scopi potenzialmente dannosi.
Il 4 febbraio Google ha annunciato di aver aggiornato i principi che regolano
l'utilizzo della sua intelligenza artificiale e di altre tecnologie avanzate. Il
colosso ha eliminato i riferimenti in cui prometteva di non perseguire
"tecnologie che causano o possono causare danni", "armi o altre tecnologie il
cui scopo principale o la cui implementazione causa o facilita direttamente
lesioni alle persone", "tecnologie che raccolgono o utilizzano informazioni per
la sorveglianza violando norme accettate a livello internazionale", e ancora
"tecnologie il cui scopo contravviene a principi ampiamente accettati del
diritto internazionale e dei diritti umani".
Diversi dipendenti di Google hanno espresso la loro apprensione per le novità.
“È profondamente preoccupante vedere che Google abbandona il suo impegno per
l'uso etico della tecnologia AI senza alcun input da parte dei suoi dipendenti o
del pubblico in generale – dice Parul Koul, sviluppatore di software di Google e
presidente di un sindacato che rappresenta i lavoratori di Alphabet, la holding
che controlla l'azienda –, nonostante la posizione storica del personale sia che
l'azienda non dovrebbe entrare nel business della guerra”.
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Zuckerberg annuncia la "svolta" di Meta: un allineamento completo alla retorica
di Trump e alle modalità di X. Spariscono il fact checking, via libera
all'ulteriore attacco all'identità razziali, di genere e sessuali.
Il governo italiano invece cerca accordi con Musk per Starlink: si parla di
cifre spaziali per l'utilizzo dei satelliti di Starlink da parte dell'esercito
italiano. La mossa unisce 3 obiettivi: fare un favore all'amico; procedere con
la politica bellicista; colpire il progetto europeo di un sistema satellitare
simile a Starlink per gestire in proprio una simile infrastruttura militare.
Notiziole:
* la legge francese sull'amministrazione illecita di piattaforme online
utilizzata per il sito di chat Coco.fr, noto per essere stato usato come
piattaforma di comunicazione per gli stupri di Mazan; quanto si può estendere
l'uso di una legge del genere?
* Google fa finta che Chromium non sia suo, ma un progetto open source a cui
Google aderisce. La Linux Foundation facilita l'operazione.
Ascolta la trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa
Stavolta nella rete di Piracy Shield, la piattaforma nazionale antipirateria, ci
è finito un pesce grosso. Grossissimo: Google. Nella serata di sabato 19 ottobre
un ticket caricato sul sistema adottato dall’Autorità garante delle
comunicazioni (Agcom) per debellare lo streaming illegale ha bloccato un dominio
critico di Drive, il servizio web di Big G utilizzato per archiviare e
condividere dati in cloud, e una delle cache di Youtube.
Due risorse che, ovviamente, non hanno niente a che vedere con la trasmissione
pirata di partite di calcio e altri sport, che è ciò di cui Piracy shield si
dovrebbe occupare, ma che dimostra per l’ennesima volta come la tecnologia
regalata dalla Serie A ad Agcom finisca per asfaltare siti innocui. Arrivando a
pestare i piedi persino a Google.
Ma come è possibile che la piattaforma nazionale antipirateria abbia oscurato
due domini di uno dei colossi del web e che peraltro di recente si era reso
disponibile a collaborare con Agcom contro le tv pirata (il cosiddetto
pezzotto)? Semplice: perché ogni denuncia che i detentori dei diritti sportivi
caricano su Piracy Shield si porta dietro lunghe liste di domini da bloccare.
Dove spesso finiscono risorse estranee alla pirateria online.
Da tempo esperti di informatica e Wired stessa hanno sollevato il problema
dell’inattualità della piattaforma progettata dal ramo tech dello studio
Previti, la società Sp Tech, e “regalata” ad Agcom dalla Lega Serie A, che
sembra però progettata senza tenere conto di come funziona internet.
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Google ha siglato un accordo con Kairos Power per l'utilizzo di piccoli reattori
nucleari per generare la quantità di energia necessaria ad alimentare i suoi
data center per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI). L'azienda ha
dichiarato che l'accordo prevede l'avvio dell'utilizzo del primo reattore nel
corso di questo decennio e la messa in funzione di altri entro il 2035. Le
società non hanno fornito alcun dettaglio sull'importo dell'accordo o su dove
saranno costruiti gli impianti.
Ma Google a quanto pare non è l'unica, lo scorso mese Microsoft ha raggiunto un
accordo per rimmettere in funzione l'impianto nucleare di Three Mile Island,
tristemente noto per il più grave incidente nucleare accaduto negli USA nel
1979.
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La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha respinto il ricorso che era stato
presentato dal gruppo Alphabet Google contro una maximulta da 2,4 miliardi, che
era stata inflitta dall'Antitrust europeo nel 2017 per abuso di posizione
dominante nei risultati di ricerca.
La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha respinto il ricorso che era stato
presentato dal gruppo Alphabet Google contro una maximulta da 2,4 miliardi, che
era stata inflitta dall’Antitrust europeo nel 2017 per abuso di posizione
dominante.
Con un comunicato, la Corte Ue spiega di aver così confermato l’ammenda inflitta
a Google per aver abusato della propria posizione dominante favorendo il proprio
servizio di comparazione di prodotti.
Continua
L'azienda Cox Media Group afferma di ascoltare le conversazioni degli utenti
tramite smartphone e altri dispositivi per proporre annunci personalizzati.
I telefoni ci ascoltano, ci spiano: è qualcosa che si sente dire da tempo e che
secondo l’azienda Cox Media Group (CMG) è vero. In questo caso però non si
tratta di un report o di una ricerca che cerca di sostenere la tesi, bensì della
strategia di marketing di CMG, che afferma di poter “origliare” le conversazioni
tramite i microfoni di smartphone, tablet, smart TV e altri dispositivi.
CMG la chiama “Active Listening” e secondo i materiali marketing, esaminati da
404 Media, promette di analizzare le conversazioni in tempo reale per trovare
potenziali clienti. CMG afferma che questo servizio è già disponibile: le
aziende che decideranno di sfruttarlo potranno scegliere un territorio entro un
raggio di 10 o 20 miglia, dove Active Listening ascolterà le conversazioni
sfruttando i microfoni dei dispositivi.
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Israele/Palestina. La scoperta della filiale americana dell’agenzia creata
dall’Onu nel ’49 per i palestinesi. Colpa di GoogleAds che premia con più
evidenza chi più paga. E il governo Netanyahu pagava
Cercare in rete come aiutare le famiglie a Gaza, tentare di trovare on line un
modo per far arrivare qualche soldo alle organizzazioni che le assistono ed
invece incappare nella propaganda di Netanyahu. Quella per la quale i civili
palestinesi sono tutti terroristi.
È un nuovo capitolo della guerra all’informazione che da undici mesi accompagna
e segue le stragi israeliane. Forse, meglio: è solo un paragrafo, un piccolo
paragrafo di quella guerra ma è sicuramente il più strano e va raccontato. A
rivelarlo è stato Wired che ha raccolto una denuncia, ha fatto qualche
brevissima indagine e ha scoperto tutto.
MESI FA, l’Unrwa americana – la “filiale” statunitense della United Nations
relief and works agency, l’organizzazione mondiale creata dall’Onu nel ’49 per
sostenere i rifugiati palestinesi – ha lanciato una campagna per raccogliere
fondi. Già da quattro mesi, la Striscia era ridotta ad un cumulo di macerie, con
una crisi sanitaria ed alimentare che appariva, allora come adesso, drammatica.
Insostenibile. La campagna, come avviene ovunque in qualsiasi parte del mondo, è
stata avviata nella home page dell’Unrwa Usa. Tutto normale, tutto lecito, tutto
fatto centinaia di altre volte.
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La storia recente ha insegnato che ogni ondata tecno entusiasta genera un
effetto economico e sociale, il quale tende poi a rimodularsi, o meglio a
sgonfiarsi, via via che quell'innovazione tecnologica perde di appeal, o magari
si rivela proprio come un flop, come già accaduto negli anni scorsi con fenomeni
come NFT, criptovalute, metaverso.
Troppa spesa, poca resa, questo lo dice addirittura Goldman Sachs rispetto
all'AI generativa. Se questa grande attesa sarà mai ripagata in termini di
vantaggi e rendimenti, é un grosso dubbio per l'industria: figuriamoci per gli
utenti finali.
D'altro canto, un player che ha iniziato la corsa all'oro da tempo come OpenAI,
potrebbe perdere 5 miliardi di dollari solo quest'anno a causa degli ingenti
costi di ChatGPT. Nel frattempo, altri mega investitori, come Meta e Google,
affilano le armi per scalzare la creatura di Sam Altman.
La domanda, chiaramente, é quali sono i benefici reali di questa corsa all'AI?
La bolla sta forse iniziando già a sgonfiarsi, o è destinata a durare ancora per
qualche anno?
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