Dal 2 febbraio entrano in vigore i divieti per l’utilizzo di sistemi di
identificazione in tempo reale negli spazi pubblici, ma secondo numerose ong le
eccezioni previste per le forze dell’ordine rischiano di portare ad abusi.
Dal 2 febbraio 2025 si applicheranno negli stati membri il Capitolo I e il
Capitolo II del regolamento, che includono le proibizioni sui sistemi di AI a
rischio inaccettabile.
Vietati d’ora in poi i sistemi di intelligenza artificiale che potrebbero
indurre le persone a compiere scelte attraverso tecniche manipolatorie;
inutilizzabili i sistemi che sfruttano vulnerabilità di persone o gruppi di
persone (come ad esempio la condizione di disabilità, o quella economica);
vietati i sistemi di polizia predittiva, e quelli che si basano su pregiudizi
etnici o comportamentali.
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Tag - AI Act
Obiettivi e lacune della prima legge al mondo sull'intelligenza artificiale
Con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, dopo un lungo e
travagliato iter nel quale talvolta sembrava di essere a un vicolo cieco, ieri
il Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, la prima regolamentazione al mondo
sugli utilizzi dell’intelligenza artificiale e dei sistemi basati su questa
tecnologia. Composto di 113 articoli e 12 allegati, il documento si propone di
proteggere diritti fondamentali e la sostenibilità ambientale, mantenendo
l’obiettivo di facilitare e promuovere la crescita di competitor europei ai
colossi statunitensi.
L’articolo 3 è quello che definisce cosa si intende per intelligenza
artificiale, ovvero «un sistema basato su macchine progettato per funzionare con
diversi livelli di autonomia» e che dalle previsioni e dai contenuti generati
«può influenzare ambienti fisici o virtuali». La definizione non si applica
quindi ai sistemi di software tradizionali o agli approcci che si basano su
regole predefinite.
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