AI act - Buchi e «scappatoie» per la sorveglianzaObiettivi e lacune della prima legge al mondo sull'intelligenza artificiale
Con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, dopo un lungo e
travagliato iter nel quale talvolta sembrava di essere a un vicolo cieco, ieri
il Parlamento europeo ha approvato l’AI Act, la prima regolamentazione al mondo
sugli utilizzi dell’intelligenza artificiale e dei sistemi basati su questa
tecnologia. Composto di 113 articoli e 12 allegati, il documento si propone di
proteggere diritti fondamentali e la sostenibilità ambientale, mantenendo
l’obiettivo di facilitare e promuovere la crescita di competitor europei ai
colossi statunitensi.
L’articolo 3 è quello che definisce cosa si intende per intelligenza
artificiale, ovvero «un sistema basato su macchine progettato per funzionare con
diversi livelli di autonomia» e che dalle previsioni e dai contenuti generati
«può influenzare ambienti fisici o virtuali». La definizione non si applica
quindi ai sistemi di software tradizionali o agli approcci che si basano su
regole predefinite.
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