Chat sicure? Non per la Casa Bianca... e forse nemmeno in Europa. Parliamo di
Trump, della nuova edizione di Chat Control, di cavi elettrici e, naturalmente,
di treni.
Iniziamo con l'ultimo episodio della saga TeleMessage: l'ennesimo bug permette
la raccolta di un database di messaggi inviati sul finto-Signal utilizzato dalla
casa bianca.
L'Europa rinomina Chat Control in Protect EU (finalmente non abbiamo più bisogno
dei bambini per giustificarlo!) ma la musica rimane la stessa, in particolare la
pretesa di avere un sistema contemporaneamente con una cifratura forte ma
accessibile alle forze dell'ordine.
I grandi progetti sottomarini nel mondo dell'elettricità nei prossimi 15 anni
dovrebbero raddoppiare i collegamenti tra le reti elettriche mondiali, inclusa
quella italiana. Vediamo quali sono i progetti in corso, quali gli impedimenti
tecnici, e soprattutto il perché.
Il nuovo contratto di servizio di ATAC prevede fulgidi miglioramenti
nell'operatività del servizio pubblico, in particolare nella Metro C. Sarà vero?
Già che ci siamo, facciamo una retrospettiva su 15 anni di bigliettazione:
l'aumento del biglietto, che avrebbe dovuto portare maggiori ricavi, è stato
inefficace, e ha invece portato ad un calo nell'utilizzo del trasporto pubblico.
Ascolta sul sito di Radio Onda Rossa
Tag - UE
Nuovo nome, stessi problemi: L'UE chiama ora il Chat Control "ProtectEU", ma
presenta gli stessi problemi di backdoor di prima.
L'obiettivo dichiarato è rafforzare le indagini penali, ma le proposte contenute
nel piano secondo alcuni minacciano la privacy di milioni di cittadini, tra gli
altri aspetti con la rimozione della crittografia end-to-end. In gioco c'è molto
più della sicurezza online.
Punti chiave per opporsi a ProtectEU
* Minaccia ai diritti fondamentali e alla sicurezza: Il piano dell’UE per lo
sviluppo di una roadmap tecnologica sulla crittografia include l’idea di
consentire alle forze dell’ordine l’accesso ai dati crittografati.
* Tecnicamente impossibile: Gli esperti di crittografia sottolineano che è
impossibile fornire tale accesso senza indebolire la crittografia; qualsiasi
“accesso eccezionale” introduce vulnerabilità sfruttabili da attori
malintenzionati e regimi autoritari.
* Soluzioni sbagliate: Proposte come la scansione lato client non rispettano la
privacy, consentono la sorveglianza di massa e aumentano il rischio di
violazioni della sicurezza.
* La crittografia deve essere Ende-zu-Ende: Una crittografia forte è
fondamentale per salvaguardare i diritti umani e la sicurezza delle
infrastrutture digitali in tutta Europa.
Leggi la lettera aperta di 90 organizzazioni
Commenta la proposta sul portale EU
Firma la petizione per fermare ChatControl
Guarda il video di Morro che spiega la situazione
Sarà obbligatoria da giugno, e conterrà informazioni relative alla durata della
batteria, alla resistenza a graffi o cadute e al grado di riparabilità
La Commissione Europea ha presentato la nuova etichetta che dovrà essere
applicata sulle confezioni degli smartphone e dei tablet venduti all’interno
dell’Unione dal prossimo 20 giugno.
L’etichetta ha uno stile simile a quelle già previste per elettrodomestici, come
televisori e frigoriferi; conterrà una classificazione dell’efficienza
energetica dei prodotti con un punteggio che va da A (il livello più alto) a G
(quello più basso), e informazioni relative ad altri aspetti: la durata della
batteria, la reperibilità dei pezzi di ricambio, la resistenza in caso di
cadute, graffi e contatto con l’acqua e la facilità di riparazione in caso di
guasti.
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La Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) annuncia una multa di
530 milioni di euro a TikTok, accusata di aver inviato illegalmente i dati degli
utenti europei in Cina.
L’accusa dell’autorità è di aver trasferito illecitamente i dati degli utenti
europei in Cina, aumentando per altro le tensioni e lo scetticismo (soprattutto
dei legislatori occidentali) nei confronti di Bytedance, l’azienda di Pechino
proprietaria del social network.
L’importo della multa è superiore alle indiscrezioni che erano trapelate a
inizio mese ed è la terza sanzione più alta di sempre, dopo quelle ad Amazon
(746 milioni) e Meta-Facebook (1,2 miliardi).
Fonte RaiNews.it
La Commissione Ue ha multato Apple per 500 milioni di euro e Meta per 200
milioni per violazioni del regolamento sui mercati digitali Dma. Si tratta di
importi relativamente modesti rispetto a multe precedentemente comminate per
simili infrazioni. Possibile che la scelta di Bruxelles di limitare l’ammontare
delle sanzioni sia anche un “segnale” all’amministrazione Trump della volontà
europea di non andare ad uno scontro su questioni commerciali. Il presidente
statunitense ha definito le normae Ue sul settore tecnologici una barriera
commerciale non tariffaria che i suoi dazi reciproci mirano a colpire.
Un’ipotesi formalmente smentita dalla Commissione. “Si tratta di applicazione
delle normative, non di commercio. Sono questioni distinte, completamente
separate. Abbiamo un regolamento e lo stiamo applicando”, ha detto la portavoce
della Commissione europea Arianna Podestà.
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La Commissione europea e la Consumer Protection Cooperation Network (CPC) hanno
chiesto a Star Stable una serie di informazioni su diversi pratiche che violano
la legge sulla protezione dei consumatori. La software house svedese deve
rispondere entro un mese e comunicare le misure correttive per evitare sanzioni.
Dopo aver valutato la risposta fornita dall’azienda svedese, la CPC Network ha
identificato quattro pratiche che violano la legislazione UE sulla tutela dei
consumatori e che potrebbero essere particolarmente dannose per i bambini:
appelli diretti ai bambini nelle pubblicità, spingendoli ad acquistare (o
convincendo gli adulti ad acquistare per loro) valuta o oggetti in-game, uso di
tecniche di pressione, come acquisto a tempo limitato, per influenzare
indebitamente i bambini ad acquistare valuta virtuale o contenuti in-game,
mancanza di informazioni chiare e trasparenti, adattate ai bambini,
sull’acquisto e l’utilizzo di valuta virtuale in-game che porta i consumatori a
spendere di più, incapacità dell’azienda di garantire che gli influencer che
promuovono i loro prodotti divulghino chiaramente i contenuti commerciali e non
influenzino indebitamente i bambini con le loro tecniche di marketing.
Link all'articolo qui
Edward Snowden, la gola profonda che nel 2013 ha svelato il programma di
sorveglianza di massa organizzato dall’agenzia di spionaggio civile degli Stati
Uniti, sosteneva che la macchina della tirannia automatizzata fosse già pronta e
che fossimo a un giro di chiave dal suo avviamento. Gli eventi recenti negli Usa
sembrano tristemente confermare questa profezia. E in Europa?
“Siate dunque decisi a non servire mai più e sarete liberi. Non voglio che
scacciate i tiranni e li buttiate giù dal loro trono; basta che non li
sosteniate più, e li vedrete crollare, […] come un colosso a cui sia stato tolto
il basamento”. Étienne de La Boétie, “Discorso sulla servitù volontaria”, 1576.
Giorgio vive a Roma ed è un militante a tempo pieno. Fa parte di un sindacato di
base della scuola, è segretario del circolo di uno dei tanti partiti della
diaspora della sinistra, è femminista, appassionato praticante dell’inclusione
dei suoi allievi con disabilità e non. La sua vita, a parte i rari momenti in
cui riposa o in cui si dedica ai suoi genitori molto anziani, è dedicata a
cercare di ricostruire quel “tessuto collettivo” in cui è cresciuto, negli anni
tra il sessantotto e il settantasette, e che lo ha visto prendere parte poi,
giovanissimo, al movimento ecologista e nonviolento dei primi anni 80.
Leggi l'articolo di Stefano Borroni Barale
La dipendenza europea dall’infrastruttura cloud americana solleva preoccupazioni
sulla sicurezza. Il Cloud Act permette agli USA di accedere ai dati globali,
mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale dell’Europa
Cinque settimane di Donald Trump e gli europei stanno scoprendo per la prima
volta quello che Vasco cantava 46 anni fa: non siamo mica gli americani. E non
solo non siamo gli americani, improvvisamente scopriamo che i loro interessi non
coincidono con i nostri. E non solo i loro interessi non coincidono con i
nostri, presto scopriremo che spesso sono opposti.
Indice degli argomenti
* La fine dell’alleanza transatlantica e le conseguenze per l’Europa
* L’incontro Trump-Zelensky e la vera natura della politica estera americana
* Terre rare: l’estorsione di Trump all’Ucraina e il destino dell’Europa
* Il problema dell’infrastruttura cloud e la dipendenza europea dagli Usa
* Il Gdpr e i fallimenti degli accordi per la protezione dei dati
* La soluzione per liberarsi dal cloud americano
* Il ritorno all’hosting come alternativa praticabile
Leggi l'articolo
L’Europa dipende dalle big tech americane, rischiando la sicurezza nazionale.
Servono alternative europee integrate a tutti i livelli dell’infrastruttura
digitale. La collaborazione pubblico-privato e l’open source sono fondamentali
per costruire l’EuroStack e garantire l’indipendenza tecnologica europea
La dipendenza dell’Europa dalle tecnologie digitali americane e cinesi
rappresenta una minaccia significativa per la sua sovranità, sicurezza e
competitività economica. Per affrontare questa sfida, è essenziale sviluppare un
“EuroStack“, un ecosistema digitale integrato che copra tutti i livelli, dai
chip alle applicazioni, garantendo così l’autonomia tecnologica del continente.
L’Eurostack è un’iniziativa proposta dall’Ucl all’Unione Europea per creare un
ecosistema tecnologico indipendente e sovrano, con l’obiettivo di ridurre la
dipendenza da colossi tecnologici stranieri come Alphabet, Amazon, Apple,
Microsoft e altri.
Questo progetto mira a sviluppare infrastrutture digitali completamente europee,
tra cui piattaforme cloud, intelligenza artificiale (AI), reti di
telecomunicazione e software, in linea con i valori europei di protezione dei
dati personali, sovranità digitale e supporto alle imprese locali.
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Tutti cercano l' “oro bianco”, il cui impiego cresce del 25% ogni anno. Il
“triangolo del litio” in Sudamerica diventa strategico. Anche in Italia parte la
caccia
La fame di litio del 2025 passa nuovamente per il Sud America. Ma l’appetito per
nuove miniere è tale che la febbre ha raggiunto persino l'Italia. Una corsa
sempre più incalzante: ma per farne cosa? In sostanza, veicolare la transizione
energetica nei settori più disparati, da quello automobilistico a quello
ciclistico, dall’aviazione alla missilistica, al nucleare: per non parlare degli
impieghi legati alla salute, con il litio che serve anche come elemento per i
più usati antidepressivi al mondo. E poi gli oggetti del quotidiano: smalti,
ceramiche, stoviglie, vetri, schermi di computer, tablet, cellulari. E,
soprattutto, le batterie delle auto elettriche.
Wired ha intervistato sul tema Michael Schmidt, funzionario della Dera,
l’Agenzia tedesca dedicata alle risorse minerarie all'interno dell'Istituto
federale per le geoscienze e le risorse naturali, all'ultimo Battery Forum
organizzato a Venezia da Alkeemia. Schmidt ha approfondito molti aspetti del
crescente interesse per il litio:
“Ci sono diverse ragioni" dice. "La transizione energetica richiederà batterie
elettriche e sistemi di accumulo energetici. L'adozione dei veicoli elettrici
crescerà perché molti governi hanno richiesto quote specifiche. L'Ue, ad
esempio, ha vietato la produzione di nuovi veicoli termici a partire dal 2035.
Nelle batterie agli ioni di litio, il metallo non può essere sostituito
facilmente senza sacrificare la densità energetica. Ciò è dovuto alle sue
proprietà chimiche. Pertanto, la domanda futura sarà determinata da evoluzioni
che interessano fattori sia chimici sia normativi”.
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