Uno sguardo al "report sostenibilità" di Google e alle sue molte bugie; il
meglio di hackmeeting 2025; Zona Warpa 4-5 Luglio al CSOA Forte Prenestino;
notiziole dal Medio Oriente.
A Giugno è uscito, come ogni anno, il report sostenibilità di Google. A
leggerlo, sembra che sia possibile fare il miracolo: continuare a consumare
sempre più energia, eppure far diminuire l'impatto ambientale. Vediamo insieme
alcuni dei trucchi utilizzati (da Google, ma non solo) per far quadrare i conti.
L'Hackmeeting 2025 è stato un mese fa, vi raccontiamo alcuni dei contenuti che
ci sono piaciuti... avremmo voluto farlo in modo più esteso, ma ci siamo resi
conto che si stava facendo tardi e abbiamo tagliato, non ce ne voglia chi ha
curato altri dei momenti interessanti!
Al telefono con Kenobit parliamo di Zona Warpa - La festa del videogioco ribelle
itinerante. Il mondo del videogioco è infatti troppo spesso depoliticizzato, e
questo festival mira a fare da ponte tra chi gioca e chi fa videogiochi, in una
cornice consapevole. Questo weekend è il turno del Forte Prenestino, qui potete
vedere alcuni video di edizioni passate per farvi un'idea.
Chiudiamo con delle notiziole dal Medio Oriente:
* 2 giorni di blackout di internet in Iran, per "ragioni di sicurezza": di cosa
si tratta?
* NSO piange miseria
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
Tag - ecologia
La fisica Giovanna Sissa chiarisce come l'universo digitale, in apparenza
immateriale, mantenga un profondo legame fisico con la materia e generi un forte
impatto in termini di emissioni di gas serra, consumi di energia e sfruttamento
di risorse non rinnovabili
“È possibile una transizione digitale che sia anche ecologica?”. È da questo
interrogativo che nascono le tesi esposte da Giovanna Sissa nel nuovo libro Le
emissioni segrete, recentemente pubblicato da il Mulino. Insegnante di
Sostenibilità ambientale dell’ICT al Dottorato di ricerca STIET dell’Università
di Genova, Sissa sostiene che la risposta alla domanda di cui sopra, “può essere
affermativa solo se impariamo a comprendere i costi ambientali dei sistemi
digitali, intelligenti o meno, che permeano la vita contemporanea e quelli di
ciò che ne consente il funzionamento: le infrastrutture di telecomunicazione e i
data center”.
Secondo la studiosa, “la consuetudine con gli oggetti digitali ci rende
insensibili al loro impatto in termini di emissioni di gas serra, consumi di
energia elettrica, sfruttamento di risorse non rinnovabili e produzione di
rifiuti elettronici, impronte che spesso restano ‘segrete’, invisibili ai nostri
occhi, perché il settore digitale non si è mai preoccupato davvero di evitarle e
ridurle”.