Uno studio ha rilevato che l'impatto di carbonio delle pubblicazioni digitali di
un influencer con 3 milioni di follower tra le diverse piattaforme è di 1072
tonnellate di anidride carbonica all'anno, l'equivalente di 481 viaggi andata e
ritorno tra Parigi e New York.
Da questo problema è nato uno strumento gratuito e open source per aiutare
influencer e brand a misurare gli impatti delle proprie campagne sui social e
comprendere come ridurli per una fruizione più consapevole e rispettosa
dell'ambiente.
Si chiama - viene spiegato in una nota - Carbon Footprint Calculator ed è stato
rilasciato in tutta Europa, Italia compresa, da Kolsquare, azienda francese
specializzata in Influencer Marketing e B Corp certificata, per promuovere
attivamente la riduzione delle emissioni degli operatori del settore.
Questo strumento è stato mostrato in anteprima durante le formazioni di
Pedagogia Hacker di Circex.org
Link all'articolo qui
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Puntata di domenica 8 dicembre. La prima parte della puntata è dedicata alle
variegate malefatte dei soliti noti: Google e Meta.
Prima parliamo della situazione di Google con l'antitrust, che vede avvicinarsi
il verdetto anche per quanto riguarda il settore pubblicità. Avevamo già parlato
della questione del motore di ricerca, ma questa è un'altra storia.
Passiamo poi ai legami tra grandi aziende e militarismo:
* Google continua a negare i suoi rapporti con l'apparato militare israeliano,
ma i dati sono sempre più chiari
* Meta si lancia apertamente nelle applicazioni militari dell'intelligenza
artificiale generativa
* Hannah Byrne ha lavorato per anni nel gruppo "antiterrorismo e organizzazioni
pericolose", si è licenziata nel 2023, e racconta alcuni dei motivi per cui
crede che la selezione dei contenuti fatta da Meta sia sbagliata fin dalla
radice
Chiudiamo infine rimandando un audio andato in onda recentemente su Data Center,
consumo di energia e di acqua.
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
Il video della presentazione, organizzata dalla Scuola critica del digitale del
CRS, del libro di Giovanna Sissa (il Mulino, 2024). Ne hanno parlato con
l’autrice Stefano Lotti, Maurizio (Graffio) Mazzoneschi, Alessandro
Montebugnoli. Coordinamento di Giulio De Petra.
Puntata 5 di EM, prima del ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di IA nel
costesto del consumo delle risorse e della guerra.
PRIMA PARTE - CONSUMO DI ENERGIA E DI RISORSE
* Crescente domanda di energia dell'IT negli ultimi 20 anni, forte
accelerazione causata dalla corsa all'intelligenza artificiale
* L’espansione delle infrastrutture per AI, i data center, ha portato ad un
aumento significativo delle emissioni di CO2
* Impatto di tale aumento, della domanda insaziabile di energia, sugli
obiettivi climatici. A partire dalle grandi aziende tecnologiche che oltre a
causarlo, si trovano nella condizione di dover ridurre le emissioni (Google e
Microsoft: target di e+missioni nette zero entro il 2030 – capire quanto sia
vincolante, quanto siano trasparenti le verifiche…)
* I data center, essenziali per l’addestramento e l’operatività dei modelli AI,
consumano enormi quantità di energia, generando emissioni e richiedendo
grandi quantità d'acqua. Con costi ambientali difficili da quantificare
completamente. Vediamo qualche numero:
* Una recente ricerca dell'Università della California di Riverside. Premessa:
ogni richiesta su un LLM come ChatGpt passa attraverso uno dei milioni di
server di cui l’azienda OpenAI dispone, e questo server esegue migliaia di
calcoli per determinare le parole migliori da usare nella risposta,
consumando energia e generando calore, calore che poi deve essere smaltito
usando altra energia nei sistemi di raffreddamento
CONSUMO DI ACQUA:
* Una richiesta ad un LLM di un’email di 100 parole consuma circa 519 ml di
acqua (poco più di una bottiglia).
* Una richiesta settimanale per un anno consuma 27 litri.
* Una richiesta settimanale per un anno da parte del 10% dei lavoratori
americani (circa 16 milioni di persone) richiederebbe 435 milioni di litri di
acqua, equivalente al consumo d’acqua di tutte le famiglie del Rhode Island
per 1,5 giorni.
* I data center possono rappresentare il 6% del consumo d’acqua in alcuni
distretti e fino al 25% dell’acqua disponibile in alcune città (ad esempio,
il data center di Google a The Dalles, Oregon).
CONSUMO DI ELETTRICITÀ:
* I data center per l’IA richiedono grandi quantità di energia per mantenere i
server freddi. In aree calde o con scarsità d’acqua, si usano condizionatori,
aumentando il consumo energetico.
* Se solo un decimo degli americani usasse ChatGpt per scrivere un'email una
volta a settimana per un anno, il processo consumerebbe la stessa quantità di
energia che ogni singola famiglia di Washington consuma in 20 giorni.
EMISSIONI DI CARBONIO
* L’impatto dell’IA ha fatto aumentare l’impronta di carbonio di Google del 48%
nel 2023.
* Google ha reintegrato solo il 18% dell’acqua che consuma, lontano
dall’obiettivo del 120% fissato per il 2030.
PROTESTE LOCALI E IMPATTI ECONOMICI
In aree come la Virginia del Nord e West Des Moines (Iowa), i residenti si
oppongono alla costruzione di data center, accusandoli di aumentare le bollette
energetiche, ridurre il valore delle case e consumare risorse locali.
Come viene prodotta l’energia?
Gli investimenti nelle rinnovabili aumentano, ma i dati ci dicono che non
crescono abbastanza rapidamente da sostenere l’espansione dell’AI→Spinta a
utilizzare combustibili fossili (carbone, fracking ossia la fratturazione
idraulica...)
Non trova spazio l’idea di economizzare sull’energia, nonostante il costo
crescente, perché i benefici del primato tecnologico spingono le aziende a
spendere somme enormi per addestrare modelli avanzati. Com’è possibile? Dov’è il
vantaggio economico? Il sistema capitalista ha investito in AI & Tech somme
talmente elevate da far passare in secondo piano l’emergenza energetica. Follia.
La finanza cancella la realtà, dribbla i problemi scommettendo su altro.
Ascolta l'audio della trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa
SECONDA PARTE - FONTI DI ENERGIA E INVESTIMENTI IN ITALIA
Paradosso di Jevons: descrive un fenomeno, implica che ogni risparmio porta
semplicemente a un uso più ampio della tecnologia, aumentando il consumo
complessivo di energia. Si sta lavorando su innovazioni che ottimizzano l’uso
dell’energia, ma il risultato finale è l’aumento dei consumi, mai la riduzione.
NUCLEARE: RIATTIVAZIONE CENTRALI
* Gli USA hanno concesso un prestito di 1,5 miliardi di dollari a Holtec per
riattivare la centrale nucleare di Palisades (805 MW) in Michigan, chiusa nel
2022. Questo per rispondere alla crescente domanda di elettricità spinta
dall’IA, prevista in riattivazione per il 2025.
* Il nucleare è e sarà sempre più scelto come fonte stabile e senza CO2 per
alimentare i data center, garantendo un flusso energetico continuo e senza
dipendenza dalle condizioni climatiche.
* Microsoft ha un accordo ventennale per l’elettricità della centrale Three
Mile Island (837 MW). Primo incidente della storia: mercoledì 28 marzo 1979,
portò allo smantellamento
* Amazon Web Services ha firmato per 960 MW dalla centrale nucleare di
Susquehanna.
* NextEra sta valutando la riapertura della centrale nucleare Duane Arnold in
Iowa (622 MW), chiusa nel 2020.
DOMANDA ENERGETICA
* I data center rappresenteranno un terzo del nuovo fabbisogno energetico degli
USA fino al 2026, con un consumo globale stimato a 1000 TWh nel 2026
(equivalente al consumo energetico del Giappone).
* Si ipotizza che le Big Tech possano diventare anche produttori e venditori di
energia per garantire la propria fornitura. Modello Tesla: offre veicoli
elettrici, pannelli solari e sistemi di accumulo.
Leggi tutto e ascolta l'audio della trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa
Mercoledì 20 novembre a Roma, in Via della Dogana Vecchia 5, alle ore 18:00, la
presentazione, organizzata dalla Scuola critica del digitale del CRS, del libro
di Giovanna Sissa (il Mulino, 2024). Ne parlano con l’autrice Stefano Lotti,
Maurizio (Graffio) Mazzoneschi, Alessandro Montebugnoli. Coordina Giulio De
Petra.
Il mondo digitale è stato raccontato, e continua ad esserlo, come un universo
libero da ogni vincolo materiale. Non è così. Il mondo digitale per esistere ha
bisogno di cavi, circuiti, calcolatori sempre più potenti, memorie, sensori e
dispositivi individuali della più varia natura. E tutto questo deve essere
costruito, trasportato, alimentato, dismesso e smaltito.
La miniaturizzazione dei dispositivi e l’invisibilità di Internet e dei data
center rendono difficile immaginare quanta energia sia necessaria per
consentirne costruzione, uso e smaltimento. Ma è possibile dimostrare che
l’universo digitale lascia un’impronta di carbonio significativa e crescente e
che influisce sul riscaldamento globale.
L’utilizzo da parte delle aziende informatiche di “tecnologie rinnovabili” non
risolve il problema. Nella produzione informatica infatti si è sempre
considerato l’uso crescente di risorse fisiche come un dettaglio trascurabile
considerando i costi decrescenti dell’hardware. È necessario invece tenere conto
fin dalla progettazione di modalità di elaborazione capaci di ridurre le
emissioni. Serve un’informatica che conosca, rispetti e risparmi le risorse
computazionali che utilizza.
Tutte le informazioni sul sito del Centro Riforma della Stato
Google ha siglato un accordo con Kairos Power per l'utilizzo di piccoli reattori
nucleari per generare la quantità di energia necessaria ad alimentare i suoi
data center per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI). L'azienda ha
dichiarato che l'accordo prevede l'avvio dell'utilizzo del primo reattore nel
corso di questo decennio e la messa in funzione di altri entro il 2035. Le
società non hanno fornito alcun dettaglio sull'importo dell'accordo o su dove
saranno costruiti gli impianti.
Ma Google a quanto pare non è l'unica, lo scorso mese Microsoft ha raggiunto un
accordo per rimmettere in funzione l'impianto nucleare di Three Mile Island,
tristemente noto per il più grave incidente nucleare accaduto negli USA nel
1979.
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Una nuova ricerca segnala l'eccessivo consumo di acqua ed elettricità nei data
center delle aziende proprietarie
Una bottiglia d'acqua per ogni email di 100 parole scritta da ChatGpt: questo il
prezzo che deve pagare l'ambiente per il funzionamento corretto dei chatbot AI.
A rivelarlo è un nuovo studio condotto dal Washington Post in collaborazione con
i ricercatori dell'Università della California di Riverside, che hanno
analizzato la quantità di risorse naturali che servono a ChatGpt per espletare
le sue funzioni più elementari. “Ogni richiesta su ChatGpt passa attraverso un
server che esegue migliaia di calcoli per determinare le parole migliori da
usare nella risposta”, scrive il WP precisando che i server generano calore per
eseguire i calcoli necessari.
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Le emissioni dei data center interni di Google, Microsoft, Meta e Apple
potrebbero essere 7,62 volte superiori al calcolo ufficiale
Negli ultimi anni le big tech hanno fatto grandi dichiarazioni sulle emissioni
di gas serra. Ma poiché l'ascesa dell'intelligenza artificiale crea richieste
energetiche sempre maggiori, sta diventando difficile per l'industria nascondere
i costi reali dei data center che alimentano la questa tecnologia.
Secondo un'analisi del Guardian, dal 2020 al 2022 le emissioni reali dei centri
dati "interni" o di proprietà delle aziende di Google, Microsoft, Meta e Apple
saranno probabilmente circa il 662% - o 7,62 volte - più alte di quanto
dichiarato ufficialmente.
Leggi l'analisi del Guardian
Chi produce attualmente minerali critici come cobalto, litio, nichel e rame?
Quali Paesi hanno riserve che possono essere estratte in futuro?
I dati sono disponibili per rispondere ad alcune di queste domande. Istituzioni
come il Servizio geologico degli Stati Uniti, il Servizio geologico britannico,
l'Agenzia internazionale per l'energia e il Payne Institute li pubblicano. Ma è
ancora difficile ottenere una rapida panoramica della produzione e delle riserve
globali.
Oggi il sistema energetico mondiale è alimentato principalmente da combustibili
fossili. La transizione verso un sistema a basse emissioni di carbonio sposterà
le sue fondamenta dal carbone, dal petrolio e dal gas ai minerali necessari per
l'energia solare, eolica, nucleare, le batterie e altre tecnologie. Le dinamiche
del sistema energetico cambieranno radicalmente.
Guarda dati, grafici e mappe che rispondono a queste domande.
Google vuole primeggiare nell’AI e aumenta consumi ed emissioni
Ci hanno raccontato che buona parte dei consumi energetici delle grandi aziende
tecnologiche sono ormai soddisfatti da fonti energetiche rinnovabili e che
comunque, per compensare l’impego sempre massiccio dei combustibili fossili,
stanno aumentando anche l’utilizzo di tecnologie green per ridurre l’impatto
ambientale e rimuovere CO2.
È sicuramente un fatto, qualcosa sta accadendo, il problema è che la crescita
esponenziale del traffico di dati internet globale e l’accelerazione dello
sviluppo di sempre nuovi modelli di intelligenza artificiale (AI) spostano
sempre in avanti l’asticella dei consumi energetici.
In sostanza, le rinnovabili non riescono a stare dietro alla domanda di energia
di questi giganti. Secondo un articolo di qz.com, infatti, la stessa Google nel
suo “Environmental Report 2024” ha ammesso che le sue emissioni di carbonio sono
aumentate del 50% rispetto al 2019 e questo nonostante gli investimenti in fonti
pulite.
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