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Come sopravvivere alla morte di Windows 10, e vivere felici
In questi giorni molte testate stanno scrivendo della fine supporto di Windows 10, che è prevista per il 14 ottobre, con toni più o meno catastrofici, e alcuni utenti si stanno facendo prendere dal panico, in alcuni casi a torto, in altri a ragione. La visione apocalittica che va per la maggiore parla di 400.000.000 di computer, che ancora hanno Windows 10, e che da metà ottobre diventeranno una montagna rifiuti elettronici. Considerando che un computer portatile (anche se ovviamente non tutti sono computer portatili, ma vogliamo indicare cifre per difetto) pesa in media poco meno di due chili, staremmo parlando quindi di almeno 800.000 tonnellate di RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), da aggiungere alle circa 60-70 milioni di tonnellate che già produciamo (e mal gestiamo) ogni anno, a livello globale. Questa stima estremamente prudenziale rappresenta già di per sé uno tsunami di rifiuti tossici, sia per il suo volume, che per la complessità di gestione che richiedono i RAEE informatici in particolare, i quali hanno molti più materiali dalla chimica complessa e componenti miniaturizzati di altre AEE, come lavatrici o televisori. Sfumature di cui tener conto Ma prima di rassegnarci all’apocalisse, cerchiamo di mettere un po’ di ordine tra tutte le considerazioni che si possono fare su questo evento, che è obbiettivamente molto importante per gli addetti ai lavori, sia in campo informatico che in campo ambientale, e che solleva numerose questioni legate proprio alle tematiche dell’economia circolare. Leggi l'articolo di Reware
October 16, 2025 / Pillole di Graffio
Le Dita Nella Presa - Strike Anywhere
Puntata del 21 luglio in buona parte dedicata all'incidente Crowdstrike: la nota azienda di sicurezza fa un aggiornamento sbagliato e blocca un numero enorme di sistemi in tutto il mondo. Da cosa dipende? Proviamo a rispondere sia sul micro (il bug specifico) sia sul macro (il sistema complessivo). Proseguiamo poi con le ultime notizie di Anna's Archive. L'ambizioso progetto archivistico, dopo aver incassato il blocco di uno dei suoi domini, si chiede: usque tandem la diffusione della cultura sarà attaccabile dalle lobby del copyright? La risposta che cerca è di natura tecnica, e richiede la stima di analisi sulla dimensione degli archivi, un po' di fiducia positivista nei progressi della tecnica... ma il risultato è incoraggiante! Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
July 23, 2024 / Pillole di Graffio
Oligopoli privati decidono la nostra esistenza digitale
Il 20 luglio l’occidente ieri si è svegliato con la notizia che migliaia di server equipaggiati con Windows non funzionavano, con conseguenze globali catastrofiche. Il responsabile di un down di tali enormi proporzioni risiedeva in un errore nell’aggiornamento dell’antivirus di Crowdstrike. Si tratta di un software usato da grandi aziende che utilizzano il sistema operativo Windows. La compagnia non è molto nota al pubblico, ma è molto importante per i servizi sulla sicurezza che offre alle grandi aziende. La domanda è: come è possibile che una compagnia che si occupa di sicurezza abbia potuto causare una interruzione di un numero così grande di servizi? leggi tutto La prima risposta risiede probabilmente nel modo con cui è stato distribuito l’aggiornamento del software. Nella maggior parte dei casi si tratta di sistemi automatizzati per installare gli aggiornamenti in tutti i software che sono stati configurati per ricevere tali aggiornamenti, senza la possibilità per i sistemisti “locali” di accettare o meno gli upgrade. Ciò comporta, oltre a evitare di installare gli aggiornamenti “a mano”, risparmiando risorse, anche l’inevitabilità dell’aggiornamento di tutti i sistemi software. In un sistema completamente automatizzato su larga scala, senza un piano B, se qualcosa va storto il problema che ne deriva è serio! E qui veniamo alla seconda possibile risposta. Siamo in situazione di oligopolio. I sistemi operativi della maggior parte di questi sistemi (ospedali, finanza, controllo trasporti etc) sono per lo più basati su Microsoft Windows e usano l’antivirus di Crowdstrike. Probabilmente una sana biodiversità tecnologica avrebbe garantito una mitigazione del problema causato da un errore in un software. Se le aziende colpite dal problema avessero usato antivirus e sistemi operativi diversi, l’impatto dell’aggiornamento con errore sarebbe stato minore Inoltre, dopo pochissimo tempo, Crowdstrike ha fornito i dettagli dell’errore. Un qualsiasi sistemista con le conoscenze giuste sarebbe potuto intervenire “manualmente”, ma con la centralizzazione sempre più spinta di questo genere di sistemi le competenze necessarie sono sempre più scarse. Infine, e questo è un problema che affligge tutta l’informatica commerciale, i test dei software vengono fatti con una precisione ancora inadeguata all’impatto che questi software hanno nella vita reale. Costituiscono un costo per le aziende e in ottica di profitto abbassare i costi significa maggiori ricavi. Pochissime aziende, per lo più statunitensi, hanno in mano le sorti dell’informatica mondiale che ormai è fondamentale nella vita degli umani. Forse è arrivato il momento di sottrarre alle grandi compagnie private il potere di decidere come devono funzionare le tecnologie digitali e restituire questo potere alla sfera pubblica. L'articolo è uscito su "Il Manifesto del 20 luglio 2024"
July 22, 2024 / Pillole di Graffio