Per quasi tutta la giornata di lunedì 14 ottobre, grossi problemi con il cloud
di Amazon, cioè Amazon Web Services, hanno bloccato tanti servizi nel mondo,
anche in Italia. Ma attenzione: la causa del down è negli Usa, non in Europa. E
allora smettiamola di parlare a vanvera di sovranità digitale europea e italiana
e cominciamo a farla sul serio
In Italia per quasi un giorno intero – almeno secondo Downdetector come
riportato ma molti giornali – ci sono stati forti disservizi in Fastweb,
Vodafone, TIM, Wind, Iliad, CoopVoce, OpenFiber, e in Agenzia delle Entrate,
Poste Italiane, Intesa San Paolo.
Il guasto ha interessato la regione US-EAST-1, con datacenter in Virginia, Stati
Uniti. E allora perché sono andati offline servizi pubblici come l'Agenzia delle
Entrate o Poste? In sostanza: cosa ci fanno i dati e i programmi del Ministero
delle Entrate e di Poste Italiane in Virginia (USA)? Alla faccia della sovranità
digitale!
Leggi l'articolo di Vannini oppure ascolta il suo podcast
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Amazon ha fatto sapere di aver identificato la causa del problema e ha
annunciato: "Continuiamo a osservare un ripristino nella maggior parte dei
servizi interessati". Secondo quanto riportato da Downdetector, i problemi hanno
riguardato diversi servizi e piattaforme fra cui WhatsApp, Open AI, Canva, Clash
Royale, Perplexity, Amazon stessa, Airbnb, Intesa San Paolo, Tim, l’Agenzia
delle Entrate, Vodafone, Fastweb, Google, Iliad, WindTre e Cloud e Poste
Italiane.
Questo genere di avvenimenti è un monito al delegare servizi importanti, magari
di interesse pubblico, oltre a quelli commerciali, su infrastrutture private in
mano ai broligarchi.
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Puntata del 21 luglio in buona parte dedicata all'incidente Crowdstrike: la nota
azienda di sicurezza fa un aggiornamento sbagliato e blocca un numero enorme di
sistemi in tutto il mondo. Da cosa dipende? Proviamo a rispondere sia sul micro
(il bug specifico) sia sul macro (il sistema complessivo).
Proseguiamo poi con le ultime notizie di Anna's Archive. L'ambizioso progetto
archivistico, dopo aver incassato il blocco di uno dei suoi domini, si chiede:
usque tandem la diffusione della cultura sarà attaccabile dalle lobby del
copyright? La risposta che cerca è di natura tecnica, e richiede la stima di
analisi sulla dimensione degli archivi, un po' di fiducia positivista nei
progressi della tecnica... ma il risultato è incoraggiante!
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
Il 20 luglio l’occidente ieri si è svegliato con la notizia che migliaia di
server equipaggiati con Windows non funzionavano, con conseguenze globali
catastrofiche. Il responsabile di un down di tali enormi proporzioni risiedeva
in un errore nell’aggiornamento dell’antivirus di Crowdstrike.
Si tratta di un software usato da grandi aziende che utilizzano il sistema
operativo Windows. La compagnia non è molto nota al pubblico, ma è molto
importante per i servizi sulla sicurezza che offre alle grandi aziende. La
domanda è: come è possibile che una compagnia che si occupa di sicurezza abbia
potuto causare una interruzione di un numero così grande di servizi?
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La prima risposta risiede probabilmente nel modo con cui è stato distribuito
l’aggiornamento del software. Nella maggior parte dei casi si tratta di sistemi
automatizzati per installare gli aggiornamenti in tutti i software che sono
stati configurati per ricevere tali aggiornamenti, senza la possibilità per i
sistemisti “locali” di accettare o meno gli upgrade. Ciò comporta, oltre a
evitare di installare gli aggiornamenti “a mano”, risparmiando risorse, anche
l’inevitabilità dell’aggiornamento di tutti i sistemi software. In un sistema
completamente automatizzato su larga scala, senza un piano B, se qualcosa va
storto il problema che ne deriva è serio!
E qui veniamo alla seconda possibile risposta. Siamo in situazione di
oligopolio. I sistemi operativi della maggior parte di questi sistemi (ospedali,
finanza, controllo trasporti etc) sono per lo più basati su Microsoft Windows e
usano l’antivirus di Crowdstrike. Probabilmente una sana biodiversità
tecnologica avrebbe garantito una mitigazione del problema causato da un errore
in un software. Se le aziende colpite dal problema avessero usato antivirus e
sistemi operativi diversi, l’impatto dell’aggiornamento con errore sarebbe stato
minore
Inoltre, dopo pochissimo tempo, Crowdstrike ha fornito i dettagli dell’errore.
Un qualsiasi sistemista con le conoscenze giuste sarebbe potuto intervenire
“manualmente”, ma con la centralizzazione sempre più spinta di questo genere di
sistemi le competenze necessarie sono sempre più scarse.
Infine, e questo è un problema che affligge tutta l’informatica commerciale, i
test dei software vengono fatti con una precisione ancora inadeguata all’impatto
che questi software hanno nella vita reale. Costituiscono un costo per le
aziende e in ottica di profitto abbassare i costi significa maggiori ricavi.
Pochissime aziende, per lo più statunitensi, hanno in mano le sorti
dell’informatica mondiale che ormai è fondamentale nella vita degli umani. Forse
è arrivato il momento di sottrarre alle grandi compagnie private il potere di
decidere come devono funzionare le tecnologie digitali e restituire questo
potere alla sfera pubblica.
L'articolo è uscito su "Il Manifesto del 20 luglio 2024"
A causa di un problema alla rete si stanno verificano disservizi anche sui
circuiti bancari. Aeroporti bloccati, stop mondiale alle compagnie United, Delta
e American: cancellati centinaia di voli. Microsoft: «Prese azioni di
mitigazione»
Secondo Downdetector, un sito che monitora le interruzioni, da ieri sera si sono
registrati picchi improvvisi di incidenti su diversi siti web che includono
applicazioni Microsoft. Problemi che hanno iniziato a essere rilevati negli
Stati Uniti e si sono diffusi in diverse parti del mondo. Da Microsoft Azure, la
piattaforma di cloud computing per la gestione di applicazioni e servizi, hanno
confermato sui social network che si registravano problemi e che si stava
indagando e lavorando per risolverli. Questa interruzione del software legato ai
sistemi Microsoft ha causato, nel caso della Spagna, della Germania e
dell'Australia alterazioni nei sistemi degli aeroporti, che hanno avvertito
della possibilità di ritardi. A causa di problemi nei servizi cloud nella
regione centrale degli Stati Uniti, ieri sera la compagnia aerea low cost
americana Frontier Airlines ha comunicato la cancellazione di diversi voli e la
sospensione temporanea delle operazioni a causa di problemi di prenotazione, di
`check-in´, di accesso alla carta d'imbarco.
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