La dipendenza europea dall’infrastruttura cloud americana solleva preoccupazioni
sulla sicurezza. Il Cloud Act permette agli USA di accedere ai dati globali,
mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale dell’Europa
Cinque settimane di Donald Trump e gli europei stanno scoprendo per la prima
volta quello che Vasco cantava 46 anni fa: non siamo mica gli americani. E non
solo non siamo gli americani, improvvisamente scopriamo che i loro interessi non
coincidono con i nostri. E non solo i loro interessi non coincidono con i
nostri, presto scopriremo che spesso sono opposti.
Indice degli argomenti
* La fine dell’alleanza transatlantica e le conseguenze per l’Europa
* L’incontro Trump-Zelensky e la vera natura della politica estera americana
* Terre rare: l’estorsione di Trump all’Ucraina e il destino dell’Europa
* Il problema dell’infrastruttura cloud e la dipendenza europea dagli Usa
* Il Gdpr e i fallimenti degli accordi per la protezione dei dati
* La soluzione per liberarsi dal cloud americano
* Il ritorno all’hosting come alternativa praticabile
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Tag - Microsoft
Sta circolando un’accusa pesante che riguarda il popolarissimo software Word di
Microsoft: userebbe i testi scritti dagli utenti per addestrare l’intelligenza
artificiale dell’azienda. Se l’accusa fosse confermata, le implicazioni in
termini di privacy, confidenzialità e diritto d’autore sarebbero estremamente
serie.
Questa è la storia di quest’accusa, dei dati che fin qui la avvalorano, e di
come eventualmente rimediare. Benvenuti alla puntata del 25 novembre 2024 del
Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie
e alle storie strane dell’informatica.
Le intelligenze artificiali hanno bisogno di dati sui quali addestrarsi. Tanti,
tanti dati: più ne hanno, più diventano capaci di fornire risposte utili.
Un’intelligenza artificiale che elabora testi, per esempio, deve acquisire non
miliardi, ma migliaia di miliardi di parole per funzionare decentemente.
Procurarsi così tanto testo non è facile, e quindi le aziende che sviluppano
intelligenze artificiali pescano dove possono: non solo libri digitalizzati ma
anche pagine Web, articoli di Wikipedia, post sui social network. E ancora non
basta. Secondo le indagini del New York Times, OpenAI, l’azienda che sviluppa
ChatGPT, aveva già esaurito nel 2021 ogni fonte di testo in inglese
pubblicamente disponibile su Internet.
Per sfamare l’appetito incontenibile della sua intelligenza artificiale, OpenAI
ha creato uno strumento di riconoscimento vocale, chiamato Whisper, che
trascriveva il parlato dei video di YouTube e quindi produceva nuovi testi sui
quali continuare ad addestrare ChatGPT. Whisper ha trascritto oltre un milione
di ore di video di YouTube, e dall’addestramento basato su quei testi è nato
ChatGPT 4.
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Questa non è la storia della solita gara fra guardie e ladri in fatto di
sicurezza; non è una vicenda di casseforti virtuali più robuste da contrapporre
a grimaldelli sempre più sottili e penetranti. È la storia di come
l’intelligenza artificiale obbliga tutti, utenti, studiosi e malviventi, a
pensare come una macchina, in modo non intuitivo, e di come questo modo di
pensare stia portando alla scoperta di vulnerabilità e di forme di attacco
incredibilmente originali e impreviste e alla dimostrazione di strani
virtuosismi di fantasia informatica, che conviene a tutti conoscere per non
farsi imbrogliare. Perché per esempio una semplice immagine o un link che ai
nostri occhi sembrano innocui, agli occhi virtuali di un’intelligenza
artificiale possono rivelarsi bocconi fatalmente avvelenati.
[...]
La nuova tendenza in informatica, non solo da parte di Microsoft, è spingerci a
installare sui nostri computer un assistente automatico che ha pieno accesso a
tutte le nostre mail e ai nostri file ed esegue ciecamente qualunque comando
datogli dal primo che passa. Cosa mai potrebbe andare storto?
Benvenuti alla puntata del 4 novembre 2024 del Disinformatico, il podcast della
Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane
dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.
Ascolta l'audio della puntata
L’intelligenza artificiale causa carenza di energia elettrica: verrà riattivato
la centrale in cui si verificò il più grande incidente nucleare della storia
degli Stati Uniti.
Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima sono stati teatro di disastri nucleari
a lungo ricordati, specialmente in gran parte dell’Europa, dove il tema
dell’energia nucleare è stato molto discusso. Ancora oggi il problema delle
centrali nucleari è oggetto di dibattito, nonostante la tecnologia nucleare
odierna abbia fatto molti progressi rispetto al passato, in presenza di
un’economia guidata dal consumo elettrico sempre maggiore, in particolar modo a
causa della crescita dell’Intelligenza artificiale (IA), il cui uso sta guidando
la domanda di elettricità.
Tuttavia, diversa è la linea adottata da altri paesi nel mondo. Se i tedeschi
hanno chiuso le loro centrali nucleari e la Svizzera ne sta mettendo in
discussione la chiusura, in Asia è attualmente in corso una vera e propria
rinascita del nucleare. Infatti, negli ultimi anni la produzione di energia
elettrica derivante dal nucleare nel continente asiatico è aumentata
notevolmente e gli americani stanno attualmente rivalutando la questione con un
approccio più pragmatico. Nei giorni scorsi, la società energetica Constellation
Energy e il gruppo tecnologico Microsoft hanno annunciato che riattiveranno
insieme l’unità I della centrale nucleare di Three Mile Island, vicino a
Harrisburg, in Pennsylvania.
Leggi l'articolo di Christof Leisinger (per la rivista online INFOsperber)
Google ha siglato un accordo con Kairos Power per l'utilizzo di piccoli reattori
nucleari per generare la quantità di energia necessaria ad alimentare i suoi
data center per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI). L'azienda ha
dichiarato che l'accordo prevede l'avvio dell'utilizzo del primo reattore nel
corso di questo decennio e la messa in funzione di altri entro il 2035. Le
società non hanno fornito alcun dettaglio sull'importo dell'accordo o su dove
saranno costruiti gli impianti.
Ma Google a quanto pare non è l'unica, lo scorso mese Microsoft ha raggiunto un
accordo per rimmettere in funzione l'impianto nucleare di Three Mile Island,
tristemente noto per il più grave incidente nucleare accaduto negli USA nel
1979.
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La prima parte della trasmissione è dedicata al secondo tentativo di Microsoft
di lanciare un sistema di ricerca all'interno di Windows basato su intelligenza
artificiale. Se il primo tentativo era stato un disastro di sicurezza, cosa
possiamo dire del secondo? Indubbiamente il nuovo design sembra più solido; ma
come leggere complessivamente questo progetto di accumulazione di grossi dataset
in locale e di spostamento del carico computazionale sull'hardware utente?
La seconda parte della trasmissione è invece legata ad NSO e alle cause che ha
con Apple e Whatsapp (avete letto bene). Benché per entrambe le aziende è chiaro
che si tratti di processi il cui fine ultimo è il miglioramento della propria
reputazione, rileviamo come entrambi i processi siano molto appesantiti
dall'ostruzionismo e dalla copertura di Israele.
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
Puntata del 21 luglio in buona parte dedicata all'incidente Crowdstrike: la nota
azienda di sicurezza fa un aggiornamento sbagliato e blocca un numero enorme di
sistemi in tutto il mondo. Da cosa dipende? Proviamo a rispondere sia sul micro
(il bug specifico) sia sul macro (il sistema complessivo).
Proseguiamo poi con le ultime notizie di Anna's Archive. L'ambizioso progetto
archivistico, dopo aver incassato il blocco di uno dei suoi domini, si chiede:
usque tandem la diffusione della cultura sarà attaccabile dalle lobby del
copyright? La risposta che cerca è di natura tecnica, e richiede la stima di
analisi sulla dimensione degli archivi, un po' di fiducia positivista nei
progressi della tecnica... ma il risultato è incoraggiante!
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
A causa di un problema alla rete si stanno verificano disservizi anche sui
circuiti bancari. Aeroporti bloccati, stop mondiale alle compagnie United, Delta
e American: cancellati centinaia di voli. Microsoft: «Prese azioni di
mitigazione»
Secondo Downdetector, un sito che monitora le interruzioni, da ieri sera si sono
registrati picchi improvvisi di incidenti su diversi siti web che includono
applicazioni Microsoft. Problemi che hanno iniziato a essere rilevati negli
Stati Uniti e si sono diffusi in diverse parti del mondo. Da Microsoft Azure, la
piattaforma di cloud computing per la gestione di applicazioni e servizi, hanno
confermato sui social network che si registravano problemi e che si stava
indagando e lavorando per risolverli. Questa interruzione del software legato ai
sistemi Microsoft ha causato, nel caso della Spagna, della Germania e
dell'Australia alterazioni nei sistemi degli aeroporti, che hanno avvertito
della possibilità di ritardi. A causa di problemi nei servizi cloud nella
regione centrale degli Stati Uniti, ieri sera la compagnia aerea low cost
americana Frontier Airlines ha comunicato la cancellazione di diversi voli e la
sospensione temporanea delle operazioni a causa di problemi di prenotazione, di
`check-in´, di accesso alla carta d'imbarco.
Più informazioni
La localizzazione del dato sta diventando sempre di più un "false friend". il 24
giugno Microsoft ha ammesso agli organi di polizia scozzesi che non può
garantire che i dati sensibili delle forze dell'ordine rimangano nel Regno
Unito.
Può sembrare che processare i dati nei confini territoriali dello Stato sia una
garanzia assoluta di sovranità. Purtroppo non è così, intanto perchè banalmente
non sempre accade. Ed il caso inglese è emblematico. Ma comunque c’è sempre un
dato fattuale che non possiamo più far finta di non vedere. L’operatore cloud
extraeuropeo spesso si processa i dati in casa: la sua.
Nella migliore delle ipotesi, tiene fermi i dati degli utenti inattivi, ma gli
altri li porta fuori e sono proprio quelli in elaborazione.
[...]
Di quale sovranità stiamo parlando quando reclamiamo la localizzazione dei dati
nei confini UE? Lo capiamo facilmente seguendo il filo conduttore che ha portato
al rinnovo dell’accordo di data flow UE/US.
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La Ue accusa Microsoft di aver violato le norme antitrust. La Commissione Ue ha
infatti informato il gigante Usa della sua opinione preliminare secondo la quale
Microsoft ha violato le norme europee vincolando lo strumento per la
comunicazione Teams ai prodotti Office 365 e Microsoft 365.
Ma la Ue ha preso di mira tutti i Big Tech. Il 24 giugno, infatti, la
Commissione ha dichiarato che le regole dell'App Store di Apple violano il Dma,
in quanto impediscono agli sviluppatori di app di indirizzare i consumatori
verso offerte alternative. Una nuova indagine su Apple è stata avviata anche in
merito ai suoi nuovi requisiti contrattuali per gli sviluppatori di app e gli
app store. Intanto, il 4 marzo Bruxelles ha inflitto ad Apple una multa di 1,84
miliardi di euro a seguito di una denuncia di Spotify del 2019.
Anche Facebook e Instagram sono oggetto di indagini per per potenziali
violazioni delle norme della Ue sui contenuti online in materia di sicurezza dei
bambini, che potrebbero portare a multe salate.
Link agli articoli qui e qui
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