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Gli smartphone ci ascoltano?
Un'agenzia di marketing americana, CMG, utilizzerebbe un sistema chiamato Active Listening, in grado di rilevare le conversazioni degli utenti in tempo reale per migliorare gli annunci pubblicitari. Un documento pervenuto alla redazione di 404 Media e attribuibile all'agenzia Cox Media Group (CMG), ha spiegato in un «pitch deck» come riuscirebbe a raccogliere informazioni dalla voce degli utenti per illustrare annunci pubblicitari in linea con le aspettative e con le soluzioni che l'utente è pronto ad acquistare. La tecnologia, descritta come «The Power of Voice» e chiamata Active Listening si avvarrebbe dei microfoni di dispositivi intelligenti come gli smartphone. Non è la prima volta che l'agenzia di marketing viene sottoposta alla lente di ingrandimento di 404Media e colta di sorpresa in attività presumibilmente poco ortodosse. Qualche sospetto ai giornalisti di 404 Media era sorto già lo scorso dicembre. In un post condiviso sul sito Web di CMG e presto cancellato, l'agenzia ha affermato che il suo modus operandi volto ad acquisire informazioni dalle conversazioni degli utenti non solo esisterebbe, ma sarebbe anche legale: «È legale che telefoni e dispositivi ti ascoltino. Quando un nuovo download o aggiornamento di un'app richiede ai consumatori un accordo di termini di utilizzo di più pagine da qualche parte nella stampa fine, spesso è incluso l'ascolto attivo». Link all'articolo originale.
September 11, 2024 / Pillole di Graffio
La pubblicità divora internet
In «La réclame dell’apocalisse» Marco Carnevale «segue il denaro» e analizza i meccanismi dell’AdTech, il settore delle inserzioni online dal valore globale di circa 750 miliardi di dollari Oggi la pubblicità rappresenta il 75% dei ricavi di Google, quasi il 90% di quelli di Meta (Facebook e Instagram) e di TikTok. Il fatturato globale dell’AdTech (la pubblicità online) è stimato intorno ai 750 miliardi di dollari. È una cifra enorme, ma in pochi si sono presi la briga di seguire il denaro e capire i meccanismi di un settore che oggi raccoglie più della metà di tutti gli investimenti pubblicitari. Lo ha fatto Marco Carnevale, uno dei maggiori pubblicitari italiani (sue le campagne «Rai. Di tutto. Di più» e «Per tutto il resto c’è Mastercard»), in un pamphlet dal titolo La réclame dell’apocalisse (Prospero editore, 17 euro). Se è vero che la pubblicità è l’ultimo strumento legale di concorrenza sleale, con la pubblicità digitale si è passato il segno. Secondo Carnevale, non si dovrebbe nemmeno parlare di pubblicità, perché l’AdTech ha davvero poco a che fare con la dimensione pubblica. Leggi l'articolo di Andrea Natella su "Il Manifesto"
July 4, 2024 / Pillole di Graffio