Un'agenzia di marketing americana, CMG, utilizzerebbe un sistema chiamato Active
Listening, in grado di rilevare le conversazioni degli utenti in tempo reale per
migliorare gli annunci pubblicitari.
Un documento pervenuto alla redazione di 404 Media e attribuibile all'agenzia
Cox Media Group (CMG), ha spiegato in un «pitch deck» come riuscirebbe a
raccogliere informazioni dalla voce degli utenti per illustrare annunci
pubblicitari in linea con le aspettative e con le soluzioni che l'utente è
pronto ad acquistare. La tecnologia, descritta come «The Power of Voice» e
chiamata Active Listening si avvarrebbe dei microfoni di dispositivi
intelligenti come gli smartphone.
Non è la prima volta che l'agenzia di marketing viene sottoposta alla lente di
ingrandimento di 404Media e colta di sorpresa in attività presumibilmente poco
ortodosse. Qualche sospetto ai giornalisti di 404 Media era sorto già lo scorso
dicembre.
In un post condiviso sul sito Web di CMG e presto cancellato, l'agenzia ha
affermato che il suo modus operandi volto ad acquisire informazioni dalle
conversazioni degli utenti non solo esisterebbe, ma sarebbe anche legale: «È
legale che telefoni e dispositivi ti ascoltino. Quando un nuovo download o
aggiornamento di un'app richiede ai consumatori un accordo di termini di
utilizzo di più pagine da qualche parte nella stampa fine, spesso è incluso
l'ascolto attivo».
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In «La réclame dell’apocalisse» Marco Carnevale «segue il denaro» e analizza i
meccanismi dell’AdTech, il settore delle inserzioni online dal valore globale di
circa 750 miliardi di dollari
Oggi la pubblicità rappresenta il 75% dei ricavi di Google, quasi il 90% di
quelli di Meta (Facebook e Instagram) e di TikTok.
Il fatturato globale dell’AdTech (la pubblicità online) è stimato intorno ai 750
miliardi di dollari. È una cifra enorme, ma in pochi si sono presi la briga di
seguire il denaro e capire i meccanismi di un settore che oggi raccoglie più
della metà di tutti gli investimenti pubblicitari.
Lo ha fatto Marco Carnevale, uno dei maggiori pubblicitari italiani (sue le
campagne «Rai. Di tutto. Di più» e «Per tutto il resto c’è Mastercard»), in un
pamphlet dal titolo La réclame dell’apocalisse (Prospero editore, 17 euro).
Se è vero che la pubblicità è l’ultimo strumento legale di concorrenza sleale,
con la pubblicità digitale si è passato il segno. Secondo Carnevale, non si
dovrebbe nemmeno parlare di pubblicità, perché l’AdTech ha davvero poco a che
fare con la dimensione pubblica.
Leggi l'articolo di Andrea Natella su "Il Manifesto"