"Con l'invenzione e lo sviluppo della televisione, e il progresso tecnico che
rese possibile di ricevere e trasmettere simultaneamente sullo stesso
apparecchio, il concetto di vita privata si poteva considerare del tutto
scomparso. Ogni cittadino, o meglio ogni cittadino che fosse abbastanza
importante e che valesse la pena di sorvegliare, poteva essere tenuto
comodamente sotto gli occhi della polizia e a portata della propaganda
ufficiale"
George Orwell, l'autore del celeberrimo libro distopico 1984 dal quale sono
tratte queste parole, era un ottimista. Pensava che la sorveglianza tramite la
tecnologia sarebbe stata applicata solo a chi fosse abbastanza importante. Oggi,
invece, la sorveglianza tecnologica si applica a tutti, in massa, e per di più
siamo noi utenti a pagare per i dispositivi che la consentono.
Uno di questi dispositivi è il televisore, o meglio la "Smart TV", come va di
moda chiamarla adesso. Sì, perché buona parte dei televisori moderni in
commercio è dotata di un sistema che raccoglie informazioni su quello che
guardiamo sullo schermo e le trasmette a un archivio centralizzato. Non a scopo
di sorveglianza totalitaria, ma per mandarci pubblicità sempre più mirate,
basate sulle nostre abitudini e i nostri gusti. In sostanza, molti televisori
fanno continui screenshot di quello che state guardando, non importa se sia una
serie di Netflix, un videogioco o un vostro video personale, e li usano per
riconoscere cosa state guardando e per suggerire ai pubblicitari quali prodotti
o servizi mostrarvi.
Leggi l'articolo di Paolo Attivisiimo su ZEUS News
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Tag - Smart TV
Lo sostiene uno studio dell'Università della California, che rivela come le TV
LG e Samsung registrano i contenuti visualizzati e li usano per profilare gli
utenti.
Molti conosceranno Shazam, l'applicazione che è in grado di riconoscere una
canzone "ascoltando" pochi secondi di essa. Qualcosa del genere avviene con le
Smart TV e i programmi televisivi, solo che il funzionamento è automatico e
prescinde dalla volontà dell'utente.
A svelarlo è uno studio dell'Università della California, che ha analizzato i
televisori di LG e Samsung nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Leggi l'articolo su ZEUS News
I raccapriccianti atti di terrorismo avvenuti nei giorni scorsi in Libano
attraverso cercapersone e ricetrasmittenti sono una eclatante manifestazione di
uno degli aspetti meno compresi della rivoluzione digitale.
Relativamente poche persone, infatti, hanno messo a fuoco il fatto il mondo si
sta computerizzando, processo che sta causando, oltre al resto, alterazioni
profonde nei rapporti con l’ambiente in cui viviamo, oggetti inclusi.
La prima fase della computerizzazione del mondo è stata palese perché è stata
semplicemente la fase della diffusione dei computer tradizionali, dai cosiddetti
mainframe agli attuali desktop e notebook. Negli ultimi 20-30 anni, però, la
miniaturizzazione dei componenti e il drastico calo dei costi (anche della
connessione a Internet) ha avviato una seconda fase, meno visibile e soprattutto
meno compresa, che sta portando a computerizzare un numero crescente di esseri
umani, di spazi e di cose.
leggi l'articolo di Juan Carlos De Martin