I dubbi dell’EDPB sul Data Privacy Framework: ancora tante le questioni aperteIl primo rapporto di revisione sul Data Privacy Framework (DPF), pubblicato
dall’European Data Protection Board (EDPB) il 4 novembre 2024, segna una tappa
decisiva nel monitoraggio della protezione dei dati personali dei cittadini
europei trasferiti verso gli Stati Uniti.
Nato come risposta alla sentenza “Schrems II” della Corte di Giustizia
dell’Unione Europea (CGUE), che nel 2020 aveva invalidato il Privacy Shield per
carenze di tutela, il DPF cerca di rispondere alle esigenze di bilanciamento tra
diritti individuali e interessi di sicurezza nazionale statunitensi,
introducendo principi quali la necessità e la proporzionalità nelle operazioni
di sorveglianza.
L’EDPB, tuttavia, osserva come le misure implementate dal DPF, sebbene
migliorative, lascino aperte questioni rilevanti sulla reale equivalenza delle
garanzie offerte rispetto a quelle europee.
In particolare, il report solleva dubbi riguardo alla trasparenza delle pratiche
di raccolta dati e all’efficacia del meccanismo di ricorso, un sistema
teoricamente aperto ai cittadini europei per ottenere rimedi in caso di
violazione dei loro diritti.
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