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Google non esclude più di usare la sua AI per armi e sorveglianza
Il colosso ha rimosso dalle sue linee guida sull'intelligenza artificiale il divieto di utilizzare la tecnologia a scopi potenzialmente dannosi. Il 4 febbraio Google ha annunciato di aver aggiornato i principi che regolano l'utilizzo della sua intelligenza artificiale e di altre tecnologie avanzate. Il colosso ha eliminato i riferimenti in cui prometteva di non perseguire "tecnologie che causano o possono causare danni", "armi o altre tecnologie il cui scopo principale o la cui implementazione causa o facilita direttamente lesioni alle persone", "tecnologie che raccolgono o utilizzano informazioni per la sorveglianza violando norme accettate a livello internazionale", e ancora "tecnologie il cui scopo contravviene a principi ampiamente accettati del diritto internazionale e dei diritti umani". Diversi dipendenti di Google hanno espresso la loro apprensione per le novità. “È profondamente preoccupante vedere che Google abbandona il suo impegno per l'uso etico della tecnologia AI senza alcun input da parte dei suoi dipendenti o del pubblico in generale – dice Parul Koul, sviluppatore di software di Google e presidente di un sindacato che rappresenta i lavoratori di Alphabet, la holding che controlla l'azienda –, nonostante la posizione storica del personale sia che l'azienda non dovrebbe entrare nel business della guerra”. Link all'articolo qui
February 5, 2025 / Pillole di Graffio
I monopoli ai tempi del complesso militare-digitale
Il nuovo capitalismo è incardinato sul complesso militare-digitale che fonde gli interessi delle cosiddette Big Tech (Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft più Space X e Palantir) e l’apparato militare e di sicurezza Usa. Una polarizzazione del potere monopolistico delle piattaforme che favorisce l’intensificarsi dei conflitti. Non c’è molto da stupirsi se, a meno di 24 ore dalla visita lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago (residenza privata di Donald Trump in Florida), Elon Musk abbia presentato il conto ricordando il (probabile) accordo tra la sua Space-X e il governo italiano. Per accedere ai servizi satellitari a orbita bassa Starlink che stanno rivoluzionando il settore aerospaziale nel dominio civile e, soprattutto, in quello militare, il governo sembrerebbe in procinto di trasferire a Space-X un miliardo e mezzo di euro. Così facendo, legherebbe l’Italia a doppio filo (rendendola tecnologicamente dipendente e verosimilmente permeabile per quanto riguarda le informazioni critiche che ribalzerebbero tra i satelliti di Musk) a uno dei principali esponenti del capitalismo digitale contemporaneo. leggi l'articolo di Dario Guarascio
January 17, 2025 / Pillole di Graffio