Il colosso ha rimosso dalle sue linee guida sull'intelligenza artificiale il
divieto di utilizzare la tecnologia a scopi potenzialmente dannosi.
Il 4 febbraio Google ha annunciato di aver aggiornato i principi che regolano
l'utilizzo della sua intelligenza artificiale e di altre tecnologie avanzate. Il
colosso ha eliminato i riferimenti in cui prometteva di non perseguire
"tecnologie che causano o possono causare danni", "armi o altre tecnologie il
cui scopo principale o la cui implementazione causa o facilita direttamente
lesioni alle persone", "tecnologie che raccolgono o utilizzano informazioni per
la sorveglianza violando norme accettate a livello internazionale", e ancora
"tecnologie il cui scopo contravviene a principi ampiamente accettati del
diritto internazionale e dei diritti umani".
Diversi dipendenti di Google hanno espresso la loro apprensione per le novità.
“È profondamente preoccupante vedere che Google abbandona il suo impegno per
l'uso etico della tecnologia AI senza alcun input da parte dei suoi dipendenti o
del pubblico in generale – dice Parul Koul, sviluppatore di software di Google e
presidente di un sindacato che rappresenta i lavoratori di Alphabet, la holding
che controlla l'azienda –, nonostante la posizione storica del personale sia che
l'azienda non dovrebbe entrare nel business della guerra”.
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Tag - guerra
Il nuovo capitalismo è incardinato sul complesso militare-digitale che fonde gli
interessi delle cosiddette Big Tech (Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft
più Space X e Palantir) e l’apparato militare e di sicurezza Usa. Una
polarizzazione del potere monopolistico delle piattaforme che favorisce
l’intensificarsi dei conflitti.
Non c’è molto da stupirsi se, a meno di 24 ore dalla visita lampo di Giorgia
Meloni a Mar-a-Lago (residenza privata di Donald Trump in Florida), Elon Musk
abbia presentato il conto ricordando il (probabile) accordo tra la sua Space-X e
il governo italiano. Per accedere ai servizi satellitari a orbita bassa Starlink
che stanno rivoluzionando il settore aerospaziale nel dominio civile e,
soprattutto, in quello militare, il governo sembrerebbe in procinto di
trasferire a Space-X un miliardo e mezzo di euro. Così facendo, legherebbe
l’Italia a doppio filo (rendendola tecnologicamente dipendente e verosimilmente
permeabile per quanto riguarda le informazioni critiche che ribalzerebbero tra i
satelliti di Musk) a uno dei principali esponenti del capitalismo digitale
contemporaneo.
leggi l'articolo di Dario Guarascio
Puntata di domenica 8 dicembre. La prima parte della puntata è dedicata alle
variegate malefatte dei soliti noti: Google e Meta.
Prima parliamo della situazione di Google con l'antitrust, che vede avvicinarsi
il verdetto anche per quanto riguarda il settore pubblicità. Avevamo già parlato
della questione del motore di ricerca, ma questa è un'altra storia.
Passiamo poi ai legami tra grandi aziende e militarismo:
* Google continua a negare i suoi rapporti con l'apparato militare israeliano,
ma i dati sono sempre più chiari
* Meta si lancia apertamente nelle applicazioni militari dell'intelligenza
artificiale generativa
* Hannah Byrne ha lavorato per anni nel gruppo "antiterrorismo e organizzazioni
pericolose", si è licenziata nel 2023, e racconta alcuni dei motivi per cui
crede che la selezione dei contenuti fatta da Meta sia sbagliata fin dalla
radice
Chiudiamo infine rimandando un audio andato in onda recentemente su Data Center,
consumo di energia e di acqua.
Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa
Israele/Palestina. La scoperta della filiale americana dell’agenzia creata
dall’Onu nel ’49 per i palestinesi. Colpa di GoogleAds che premia con più
evidenza chi più paga. E il governo Netanyahu pagava
Cercare in rete come aiutare le famiglie a Gaza, tentare di trovare on line un
modo per far arrivare qualche soldo alle organizzazioni che le assistono ed
invece incappare nella propaganda di Netanyahu. Quella per la quale i civili
palestinesi sono tutti terroristi.
È un nuovo capitolo della guerra all’informazione che da undici mesi accompagna
e segue le stragi israeliane. Forse, meglio: è solo un paragrafo, un piccolo
paragrafo di quella guerra ma è sicuramente il più strano e va raccontato. A
rivelarlo è stato Wired che ha raccolto una denuncia, ha fatto qualche
brevissima indagine e ha scoperto tutto.
MESI FA, l’Unrwa americana – la “filiale” statunitense della United Nations
relief and works agency, l’organizzazione mondiale creata dall’Onu nel ’49 per
sostenere i rifugiati palestinesi – ha lanciato una campagna per raccogliere
fondi. Già da quattro mesi, la Striscia era ridotta ad un cumulo di macerie, con
una crisi sanitaria ed alimentare che appariva, allora come adesso, drammatica.
Insostenibile. La campagna, come avviene ovunque in qualsiasi parte del mondo, è
stata avviata nella home page dell’Unrwa Usa. Tutto normale, tutto lecito, tutto
fatto centinaia di altre volte.
Leggi l'articolo su "Il Manifesto"
La Francia ha arrestato Pavel Durov, fondatore di Telegram, ma allo stato delle
norme e della giurisprudenza sembra impossibile che in Europa il gestore di un
servizio digitale globale possa essere considerato concorrente in possibili
reati compiuti dagli utenti della piattaforma, al punto di subire un ordine di
custodia cautelare per il fondatore.
In che misura il gestore di un servizio di messaggistica istantanea può essere
considerato concorrente in possibili reati compiuti dagli utenti della
piattaforma, al punto di subire un ordine di custodia cautelare per il
fondatore?
Attenzione che la responsabilità penale è personale, e per poter concorrere in
un reato occorre la coscienza e volontà di commettere un reato, anche se sotto
forma di una condotta agevolativa, non basta ipotizzare che attraverso il
servizio di messaggistica che ha milioni di utenti, possano essere compiuti
degli illeciti dai singoli utenti.
leggi l'articolo
TECNOLOGIE DEL POTERE E TECNOLOGIE CONVIVIALI. NON DIPENDE (SOLO) DA TE. Il 25
giugno 2024 alle 19 presso Vivero, luogo di quartiere a via Antonio Raimondi 37,
Roma (zona pigneto)
All'interno di un ciclo di 3 appuntamenti, si svolgerà l'incontro "Tecnologie
del potere e tecnologie conviviali. Non dipende (solo) da te"
Israele ha utilizzato gli algoritmi cosiddetti di Intelligenza Artificiale per
selezionare e localizzare le persone da colpire deresponsabilizzando le scelte
degli umani. Quali sono le relazioni tra l'apparato militare e l'industria del
digitale?
E' possibile utilizzare le tecnologie digitali delle Big tech per fini diversi
da quelli per cui sono state progettate?
Esistono tecnologie conviviali progettate per un uso sociale e comunitario?
Parliamo di Lavender e degli alberi della rete a Gaza con Dario Guarascio,
docente di Economia e Diritto presso l’Università degli Studi La Sapienza di
Roma, Manolo Lupichini e Graffio
Disinvestimenti e crisi economica. 20% di posti di lavoro che l’industria
hi-tech israeliana e le start-up temono di perdere per la fuga all’estero dei
dipendenti attuali. 28mila professionisti dell’hi-tech israeliano che hanno
prestato servizio come riservisti dal 7 ottobre a fine gennaio. A febbraio il
numero è sceso a 12mila
La partnership con la Intel è sempre stata strettissima. E le autorità
israeliane spesso sottolineano quanto la collaborazione con l’azienda americana
– il più grande datore di lavoro tecnologico in Israele – sia un’altra evidente
dimostrazione dei livelli di vertice raggiunti dallo Stato ebraico nell’hi-tech.
Così quando nei giorni scorsi i fornitori hanno ricevuto la comunicazione della
risoluzione dei contratti relativi alla costruzione del nuovo stabilimento della
Intel in Israele, un progetto annunciato appena qualche mese fa, la notizia ha
fatto in pochi attimi il giro del mondo.
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L'algoritmo. Il Manifesto pubblica l'inchiesta dei siti di informazione
israeliani +972 e Local Call: l’intelligenza artificiale dietro il massacro di
Gaza. 37mila palestinesi «marcati» dalla Ia e colpiti nelle loro case. Poca o
nulla supervisione umana: «Per l’assassinio dei comandanti senior, si era
disposti a uccidere centinaia di civili. Avevamo un calcolo: quanti per un
comandante di brigata, quanti per uno di battaglione»
Nel 2021 è stato pubblicato in inglese un libro intitolato The Human-Machine
Team: How to Create Synergy Between Human and Artificial Intelligence That Will
Revolutionize Our World, sotto lo pseudonimo «Brigadier General Y.S.». In esso,
l’autore – un uomo che abbiamo confermato essere l’attuale comandante dell’unità
di intelligence d’elite israeliana 8200 – sostiene la necessità di creare una
macchina speciale, in grado di processare rapidamente enormi quantità di dati
per generare migliaia di potenziali «obiettivi» per gli attacchi militari nel
mezzo di una guerra. Una tecnologia del genere, scrive, risolverebbe quelle che
ha descritto come «strettoie umane, sia nell’individuazione di nuovi obiettivi
che nel processo decisionale per approvarli».
Una tale macchina, si è scoperto, esiste davvero.
Una nuova inchiesta condotta da +972 Magazine e Local Call rivela che l’esercito
israeliano ha sviluppato un programma basato sull’intelligenza artificiale noto
come Lavender, di cui qui si scrive per la prima volta.
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