Il capo di OpenAI ha annunciato a inizio anno che il suo nuovo modello di
intelligenza artificiale avrebbe ottenuto risultati simili a quelli umani in una
sorta di test del quoziente intellettivo. Un esito ottenuto però facendo
allenare la macchina sulle stesse domande e in modo poco trasparente, con costi
ecologici ed economici fuori scala. È ora di disertare questa agenda, fatta di
macchine mangia-soldi e mangia-risorse.
Il 2025 si apre con fuochi d’artificio superiori a quelli a cui ci eravamo
abituati sul fronte della propaganda attorno all’intelligenza artificiale (Ai).
Il nuovo modello prodotto da OpenAI avrebbe infatti raggiunto risultati
comparabili con gli esseri umani nel risolvere il test ARC-AGI. Il video qui
sopra contiene un esempio delle domande contenute in tale test, che ricorda
molto da vicino i test del quoziente intellettivo (Qi) utilizzati in psicologia
per “misurare l’intelligenza” degli esseri umani. Sorvoleremo in questa sede su
due fatti chiave che richiederebbero invece una seria analisi: non esiste un
consenso scientifico su che cosa sia l’intelligenza umana e animale, ossia una
definizione condivisa e, anche fingendo di aver raggiunto un consenso, misurarla
resterebbe tutta un’altra faccenda. Dal punto di vista “teorico” ci limiteremo a
richiamare l’etimologia: “inter” più “ligere”, “leggere tra (le cose)”, leggere
in profondità.
Sam Altman (più in generale l’intero comparto dell’Ai) ci ha abituato a trucchi
degni degli artisti della truffa che giravano il suo Paese a inizi Ottocento,
usati a supporto di affermazioni-bomba come quella appena citata (e
immediatamente seguita da affermazioni ancora più esplosive sulla
“Superintelligenza”). Ricordiamo, a titolo d’esempio non esaustivo, la
figuraccia di Google alla presentazione del suo Gemini, quando i suoi padroni
raccontarono che il modello in questione sapeva riconoscere il gioco della morra
cinese al primo colpo (zero-shot), mentre -guardando il video completo- si
scopriva che la verità era molto diversa (e i dettagli, in questo campo, sono
molto importanti).
Leggi l'articolo di Stefano Borroni Barale
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Nessun accordo. Per ora. Ma c’è un’istruttoria in corso: e comunque non ci sono
alternative ai servizi offerti dall’azienda di Musk. È questa la sintesi di
quanto detto in conferenza stampa della presidente del Consiglio Meloni in
merito al possibile contratto con SpaceX da 1,5 miliardi di euro per fornire
comunicazioni satellitari al governo e ai militari. Istruttoria che - secondo
l’agenzia Bloomberg, che per prima aveva dato la notizia e il cui articolo mi
sembra sia rimasto centrale per inquadrare la vicenda - sarebbe stata in fase
avanzata. Chiariamo subito che Bloomberg non ha scritto che l’accordo fosse
chiuso. Ha però affermato che il progetto fosse già stato approvato dai servizi
segreti italiani e dal Ministero della Difesa. E che i negoziati, in corso dal
2023, osteggiati da alcuni funzionari italiani e arenatisi fino a poco tempo fa,
avrebbero ripreso ad avanzare dopo il recente incontro a sorpresa di Meloni con
Trump in Florida.
In questo numero della newsletter Guerre di Rete
* Italia, Musk e Ue: che partite si stanno giocando
* Tutti i guai di OpenAI
* Arriva la Nato a proteggere i cavi del Baltico
Leggi la newsletter di Carola Frediani per tutti i dettagli
Il 2024 delle intelligenze artificiali si è concluso con molti annunci e rilasci
di nuovi strumenti da parte delle principali aziende impegnate nello sviluppo di
queste tecnologie. Come da manuale delle trovate di marketing di Sam Altman, la
OpenAi si è riservata il finale a effetto. L’azienda, che aveva addirittura
organizzato un calendario dell’avvento per svelare una alla volta le proprie
novità, ha anticipato o3, il suo nuovo modello.
o3 non è ancora disponibile al pubblico: solo chi fa ricerca nell’ambito della
sicurezza dei sistemi di ia può ottenere un accesso anticipato.
Sappiamo poco di o3. Da quel che si può leggere online, si basa ancora
sull’architettura degli altri modelli della OpenAi. Quel che lo rende
interessante, però, è il fatto che è stato valutato da un progetto che si chiama
Arc prize. L’Arc prize è’un premio da un milione di dollari riservato a chiunque
riesca a far risolvere ai modelli linguistici alcuni test chiamati Arc-agi che
sono particolarmente ostici per le macchine.
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I fondi raccolti fino adesso da OpenAI non sono abbastanza per far fronte ai
continui investimenti che richiede la ricerca sull'intelligenza artificiale
generativa e l'allenamento di modelli sempre più performanti come ChatGPT 4o.
OpenAI si trova ad affrontare una situazione finanziaria critica, con una
perdita prevista di 5 miliardi di dollari entro la fine dell’anno.
Questa previsione, secondo quanto riporta il sito The Information, che ha
raccolto e studiato i dati finanziari della società, è dovuta a una serie di
fattori, tra cui massicci investimenti in ricerca e sviluppo, espansione delle
infrastrutture e alti costi operativi.
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Il 13 maggio 2024 la OpenAi ha organizzato una presentazione in diretta sulla
piattaforma di streaming YouTube per mostrare ChatGpt 4o, il nuovo modello di
ChatGpt.
All’interno di una stanza con le luci soffuse e un gigantesco schermo, in uno
scenario curato nei minimi dettagli e apparentemente informale, Mira Murati,
direttrice tecnica della OpenAi, ha condotto la presentazione. Insieme a lei
c’erano altre due persone chiave dell’azienda: Mark Chen, a capo delle
cosiddette ricerche di frontiera, e Barrett Zoph, che invece lavora sulle ia una
volta che sono state addestrate. La diretta ha totalizzato più di tre milioni e
mezzo di visite in cinque giorni.
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Analizzare la forma con cui queste aziende comunicano è un buon modo per
prendere le distanze dal contenuto e considerarlo in maniera critica.
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