Nessun accordo. Per ora. Ma c’è un’istruttoria in corso: e comunque non ci sono
alternative ai servizi offerti dall’azienda di Musk. È questa la sintesi di
quanto detto in conferenza stampa della presidente del Consiglio Meloni in
merito al possibile contratto con SpaceX da 1,5 miliardi di euro per fornire
comunicazioni satellitari al governo e ai militari. Istruttoria che - secondo
l’agenzia Bloomberg, che per prima aveva dato la notizia e il cui articolo mi
sembra sia rimasto centrale per inquadrare la vicenda - sarebbe stata in fase
avanzata. Chiariamo subito che Bloomberg non ha scritto che l’accordo fosse
chiuso. Ha però affermato che il progetto fosse già stato approvato dai servizi
segreti italiani e dal Ministero della Difesa. E che i negoziati, in corso dal
2023, osteggiati da alcuni funzionari italiani e arenatisi fino a poco tempo fa,
avrebbero ripreso ad avanzare dopo il recente incontro a sorpresa di Meloni con
Trump in Florida.
In questo numero della newsletter Guerre di Rete
* Italia, Musk e Ue: che partite si stanno giocando
* Tutti i guai di OpenAI
* Arriva la Nato a proteggere i cavi del Baltico
Leggi la newsletter di Carola Frediani per tutti i dettagli
Tag - Cavi
La violenza nel Mar Rosso porta all’attenzione un tema su cui sappiamo poco: i
cavi che garantiscono i collegamenti internet nel mondo. Ecco perché sono così
importanti
Negli ultimi mesi, l’escalation di violenza nel Mar Rosso, con i ripetuti
attacchi dei ribelli Houthi yemeniti, ha portato all’attenzione generale un tema
fino a poco tempo fa poco conosciuto: quello della strategicità (oltre che della
presenza) dei cavi sottomarini che garantiscono i collegamenti internet nel
mondo.
Non tutti sanno infatti che solo l’1% del traffico web globale scorre su cavi su
terraferma, mentre il restante 99% transita sotto i mari, dove il traffico
transatlantico di dati raddoppia in media ogni due anni.
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Disconnessioni. Guasto al largo di Abidjan, da giovedì paesi popolosi come
Nigeria e Sudafrica sperimentano seri problemi di connettività. Cittadini,
imprese e istituzioni in tilt. Mistero sulle cause e incertezza sui tempi di
recupero
Lo scenario in cui oltre mezzo miliardo di persone, tutte allo stesso momento,
si ritrovano fuori dal mondo perché Internet va in down e non si riprende più è
una delle più inquietanti, distopiche e pericolose eventualità che il mondo
potrebbe fronteggiare.
IN REALTÀ QUESTO SCENARIO si è verificato in mezza Africa alle 12:30 di giovedì.
A farne le spese, in Costa d’Avorio, Liberia, Benin, Ghana, Burkina Faso (in
modo grave), Sudafrica, Lesotho, Nigeria (in modo lieve), Camerun, Gabon e
Namibia (a singhiozzo), milioni di individui che fanno fatica, ancora oggi, ad
accedere a internet. In questi Paesi vivono, complessivamente, oltre 400 milioni
di persone. E, con loro, le pubbliche amministrazioni, le imprese, i grandi
gruppi industriali, tutti stanno avendo problemi più o meno gravi con la
connettività. In Costa d’Avorio giovedì pomeriggio era al 4% della sua capacità,
il 14% in Benin, 17% in Liberia, 25% in Ghana.
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