Matteo Piantedosi è intervenuto all’evento per i 20 anni del Centro nazionale
anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche
(Cnaipic).
Il ministro dell’Interno ha indicato questo nuovo bilanciamento di diritti a cui
spera le piattaforme di messaggistica (da WhatsApp a Signal fino a Telegram) si
adeguino presto per consentire alle Forze dell’Ordine di “rompere” la
crittografia end-to-end per le attività investigative contro i cyber criminali.
“Le policy delle grandi piattaforme sono molto incentrate sull’offerta della
privacy degli utenti”, ha osservato Piantedosi. “Io credo”, ha aggiunto il
ministro, “che il bilanciamento di interessi, tra libertà democratiche,
costituzionalmente garantite, e elementi di sicurezza è il vero snodo su cui si
gioca la sfida del futuro, ossia tra la attività di Polizia per contrastare i
crimini e la privacy”.
Durante lo stesso evento, il prof. Sala ha dichiarato “secondo me una soluzione
su cui lavorare c’è per consentire gli scopi della Forze dell’Ordine, perché,
essendo l’algoritmo crittografico una forma matematica, il modo in cui è
utilizzato e l’ambiente in cui è sviluppato, permette dei margini in cui si può,
in qualche modo, indebolire un pochino la sicurezza del sistema, tenendola,
però, sempre accettabile, consentendo quindi le investigazioni della Polizia”.
Quindi, come aveva già annunciato il ministro in estate, il governo italiano
sarebbe al lavoro per ridurrre il livello di sicurezza della crittografia end to
end, per favorire le attività poliziesche: “Una nuova autorità pubblica sotto il
Ministero dell’Interno – in particolare presso la Polizia Postale – per vigilare
sui servizi di messaggistica crittografata come WhatsApp, Signal e Telegram”
Quindi, se Chat Control sembra per il momento bloccato, in Italia già si pensa a
un sistema simile, che ci porterebbe a essere molto vicini ai regimi
dittatoriali come Cina e Russia.
Fonte web
Tag - chat
Slitta ancora il voto sul provvedimento in discussione da oltre tre anni. Ma la
proposta resta sul tavolo e il 1° gennaio 2026 sarà Cipro, un altro dei Paesi a
favore del «chat control», ad assumere la presidenza di turno del Consiglio Ue.
Questo significa che il tema resta sul tavolo e, anche in caso di un mancato
accordo da qui a dicembre, si continuerà a negoziare anche il prossimo anno.
Il dibattito sul regolamento contro l’abuso sessuale dei minori sarebbe dovuto
entrare nel vivo proprio in questi giorni. Oggi martedì 14 ottobre, gli Stati Ue
avrebbero dovuto chiarire la propria posizione in merito, facendo emergere una
volta per tutte se la proposta ha qualche possibilità di essere approvata oppure
no.
A fermare nuovamente i lavori ci ha pensato il governo tedesco, il cui voto è
considerato decisivo, che si è schierato pubblicamente contro l’approvazione del
regolamento. Un sito creato nelle scorse settimane, e denominato Fight Chat
Control, ha riassunto le posizioni dei diversi Stati membri. Attualmente, dodici
governi hanno appoggiato il «sì» al provvedimento: Bulgaria, Croazia, Cipro,
Danimarca, Francia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Malta, Portogallo, Romania e
Spagna. Nove i Paesi contrari: Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia,
Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia.
I sei Stati rimanenti, tra cui figura anche l’Italia, restano indecisi.
Fonte qui