1. Un ministero X decide di rifare il “portale” del suo dipartimento Y e la sua
parte riservata ai dipendenti, che sono due oggetti separati anche se i
contenuti sono gli stessi. Perché lo vuole rifare? Perché usa un software
vecchio e perché ci sono i soldi del PNRR da spendere.
Perché, pur avendo una struttura informatica interna, non l’ha fatto in passato?
Perché ci hanno provato e non sono stati capaci. Quindi incarica un Grande
Fornitore di Soluzioni, che ha tutte le caratteristiche di solvibilità,
certificazioni, assicurazioni, le cravatte giuste etc.
Solo che il Grande Fornitore ha molti bravissimi commerciali e molti ragazzetti
sottopagati, quindi non è in grado nemmeno di capire il problema.
Allora chiama un Medio Fornitore, che ha meno certificazioni eccetera ma almeno
ha competenze tecniche su “portali”.
Il Medio Fornitore accetta perché anche se il GF si è preso la metà dei soldi,
il budget è ancora interessante.
Solo che se non ha personale qualificato per quello specifico software. Lo sa,
ma accetta lo stesso.
Allora va alla fiera dell’este e trova un topolino, cioè una micro impresa che
invece su quel software (senza nessuna certificazione) un po’ di esperienza ce
l’ha. Gli promette un decimo del totale, ma per la microimpresa sono bei soldi
lo stesso.
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Tag - lavoro
"A partire proprio dal tuo lavoro abbiamo diverse domande per arrivare anche
alle ultimissime ricerche che hai fatto con i tuoi collaboratori e altri
ricercatori. Ma prima di arrivare a questo tema vorremmo un attimo definirne dei
contorni e quindi incominciare chiedendoti un pochino come sei arrivato negli
ultimi anni nel tuo lavoro di ricerca a occuparti di lavoro digitale e in
particolar modo di intelligenza artificiale e la sua intersezione col mondo del
lavoro."
Durante tutta l'intervista vengono svelati i molti luoghi comuni legati alla
scomparsa del lavoro a causa dell'Intelligenza Artificiale. Si può dire che il
mito della scomparsa del lavoro è un prodotto ideologico del sistema
capitalistico attuale. Il lavoro al contrario viene nascosto, sempre più
delocalizzato (anche in Madagascar) e sotto pagato. A volte addirittura è il
lavoro umano che sostituisce ciò che viene venduto come Intelligenza
Artificiale: durante l'intervista vengono fatti diversi esempi.
Ascolta l'intervista di Stakka Stakka su Radio Backout
Il primo luglio c'è stata la firma dal notaio per il passaggio della rete
primaria di Tim al fondo americano KKR. La rete e 20mila dipendenti passano così
in Fibercop, la società della rete secondaria di Tim.
L’operazione ha carattere epocale, perché Tim è l’unico grande operatore europeo
che si priva della rete, un asset fondamentale per qualunque operatore Tlc.
Nessun altro ex incumbent europeo, da Telefonica a BT (nonostante la separazione
della rete in Openreach), passando per DT e Orange, si era mai privato del suo
asset principale. Una scommessa, quella sulla Netco, che il mercato guarda con
curiosità ma non senza qualche timore.
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Maurizio Franzini e Lisa Magnani prendendo spunto da un emendamento alla legge
australiana sul Fair Work, approvato recentemente, riflettono sul diritto dei
lavoratori a disconnettersi fuori degli orari normali di lavoro, ignorando
messaggi e chiamate del datore di lavoro. Gli autori richiamano brevemente gli
ostacoli al pieno riconoscimento di questo diritto e ritengono che in gioco non
vi sia soltanto il problema del confine tra lavoro e non lavoro ma la più
generale concezione del lavoro e del suo ruolo nella vita delle persone.
Il 12 febbraio scorso Camera e Senato australiano hanno approvato un emendamento
che modifica il Fair Work Act del 2009. La notizia ha avuto risonanza a livello
internazionale perché il tema è di grande importanza, per le ragioni che
cercheremo di chiarire. Si tratta del diritto dei lavoratori alla disconnessione
al di fuori degli orari di lavoro, quindi il riconoscimento del diritto di non
rispondere, in quegli orari, a chiamate o mail del datore di lavoro o di terze
parti (ad esempio, clienti).
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E' un testo conciso e pungente, Contro lo smartphone. Per una tecnologia più
democratica (Add editore, 2023, pp. 200), il nuovo libro di Juan Carlos De
Martin, professore ordinario al Politecnico di Torino e co-fondatore del Nexa
Center for Internet & Society. Onnipresente, lo smartphone si è imposto prima
come gadget alla moda, poi come «oggetto simbolo della nostra era», argomenta De
Martin. In poco più di centocinquanta pagine, bibliografia esclusa, l’autore
riesce a condurre il lettore in un vero giro del mondo lungo le catene di
produzione di questi «piccoli parallelepipedi» di plastica e silicio che hanno
penetrato le scuole, l’intimità casalinga o i mezzi di trasporto.
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