1. Un ministero X decide di rifare il “portale” del suo dipartimento Y e la sua
parte riservata ai dipendenti, che sono due oggetti separati anche se i
contenuti sono gli stessi. Perché lo vuole rifare? Perché usa un software
vecchio e perché ci sono i soldi del PNRR da spendere.
Perché, pur avendo una struttura informatica interna, non l’ha fatto in passato?
Perché ci hanno provato e non sono stati capaci. Quindi incarica un Grande
Fornitore di Soluzioni, che ha tutte le caratteristiche di solvibilità,
certificazioni, assicurazioni, le cravatte giuste etc.
Solo che il Grande Fornitore ha molti bravissimi commerciali e molti ragazzetti
sottopagati, quindi non è in grado nemmeno di capire il problema.
Allora chiama un Medio Fornitore, che ha meno certificazioni eccetera ma almeno
ha competenze tecniche su “portali”.
Il Medio Fornitore accetta perché anche se il GF si è preso la metà dei soldi,
il budget è ancora interessante.
Solo che se non ha personale qualificato per quello specifico software. Lo sa,
ma accetta lo stesso.
Allora va alla fiera dell’este e trova un topolino, cioè una micro impresa che
invece su quel software (senza nessuna certificazione) un po’ di esperienza ce
l’ha. Gli promette un decimo del totale, ma per la microimpresa sono bei soldi
lo stesso.
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Tag - PNRR
Si fa il nome della società di comunicazioni satellitari di Musk per un progetto
pilota per superare i ritardi dei piani sulla banda larga.
Se sarà Starlink si saprà a valle del bando, ma la società di telecomunicazioni
satellitari fondata da Elon Musk è il nome più quotato per aggiudicarsi il
progetto pilota di internet dallo spazio in Lombardia. Un test che si inserisce
nel tentativo del governo Meloni di tamponare le falle del programma Italia a 1
Giga, che utilizza 3,65 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e
resilienza (Pnrr) per cablare con la fibra ottica aree remote del Paese entro
giugno 2026, ma rischia di mancare l'obiettivo.
Nonostante i due vincitori del bando, Open Fiber e Fiber Cop (la società della
rete nata dallo scorporo di Tim) dicano di essere in linea con la tabella di
marcia di connessione di 7 milioni di numeri civici in zone difficilmente
raggiungibili e con pochi abitanti (e pertanto poco appetibili per gli operatori
di telecomunicazioni), Palazzo Chigi ormai da tempo accarezza l'idea di
affidarsi al satellite per non sforare le scadenze del Pnrr e, di conseguenza,
perdere i fondi europei. L'internet dallo spazio, però, rischia di non garantire
la stessa qualità di connessione.
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Il video del seminario, tenutosi il 31 ottobre, promosso dalla Scuola critica
del digitale del CRS. Interventi di Maurizio (Graffio) Mazzoneschi, Agnese
Trocchi, Stefano Borroni Barale, Carlo Milani. Coordinamento di Giulio De Petra.
Ordine degli interventi
Giulio De Petra da 00:00:00
Maurizio (Graffio) Mazzoneschi da 00:08:10
Carlo Milani da 00:36:04
Agnese Trocchi da 00:44:38
Stefano Borroni Barale da 00:46:56
Giulio De Petra da 01:08:03
Agnese Trocchi da 01:13:54
Stefano Borroni Barale da 01:23:36
Giulio De Petra da 01:28:20
Dal n. 6/2024 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” un
articolo di Stefano Borroni Barale con importanti proposte di lotta per il mondo
della scuola.
Rifiutare la formazione obbligatoria è un poderoso primo passo. Siamo pronti per
il successivo?
La transizione digitale a marce forzate, iniziata con lo stanziamento l’anno
scorso di 2,1 Miliardi di euro per l’acquisto di laboratori e aule “digitali”
entra ora nel vivo, con un programma di formazione dei docenti mastodontico. È
la fase che l’ex Ministro Bianchi aveva definito “riaddestramento” del corpo
docente. Per fortuna questo passaggio sembra risvegliare almeno una minoranza di
docenti dal loro torpore: giungono echi di ribellione da alcuni collegi docenti
(quello del Liceo Socrate, così come dell’IIS Di Vittorio Lattanzio, a Roma),
che fortunatamente hanno rigettato il programma di formazione al digitale
previsto dal D.M. 66. L’impressione, però, è che manchi ancora una visione
d’insieme, anche tra queste minoranze critiche. Certo, abbiamo compreso che i
piani di formazione ministeriali (Piano Nazionale Scuola Digitale – PNSD e Piano
Scuola 4.0, per citare solo gli ultimi) hanno dell’innovazione tecnologica
un’idea talmente antidiluviana che vi si possono scorgere elementi di una
retorica “neo-coloniale”, quella che poneva al centro l’uomo bianco, maschio e
cristiano pronto a salpare per conquistare e sottomettere la natura selvaggia e
incolta grazie alla forza della tecnologia, portando –grazie a questa– la
civiltà “in salsa digitale”. Manca però, da parte nostra, una pars construens
solida abbastanza da riuscire a imporre narrazioni e percorsi alternativi verso
il futuro. Certamente la cultura non procede con i tempi della tecnologia,
sarebbe folle aspettarselo. Quello che sostengo, però, è che alcuni strumenti di
analisi hanno visto la luce quasi un secolo fa, per essere poi abbandonati, in
parte perché troppo avanzati per l’epoca, in parte per colpa dell’azione nel
tempo degli inventori del termine “intelligenza artificiale” e della visione del
mondo brutalmente riduzionista ad essa collegata. Il problema dell’impatto
sociale della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, è stato
infatti oggetto dell’analisi di veri e propri giganti del pensiero: Norbert
Wiener con la sua Cibernetica, Marshall McLuhan e Lewis Mumford con le loro
teorie sociologiche, solo in apparenza opposte, del villaggio globale e della
megamacchina.
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NON DIPENDE (SOLO) DA TE.
INTERNET E STRUMENTI CONVIVIALI.
COSTRUZIONE DI ATTIVITÀ DIDATTICHE.
Nell'ambito delle azioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)
finalmente abbiamo organizzato non uno ma ben tre corsi di Pedagogia Hacker su
misura per docenti delle scuole primarie e secondarie.
Ogni corso è rivolto ai docenti delle scuole secondarie o primarie, sia di ruolo
che precari/e, è gratuito e consente di ottenere i crediti formativi in base
alle ore frequentate.
Puoi scegliere di partecipare a uno dei corsi o a tutti e tre.
Leggi di più per scoprire i 3 cicli: date, orari e contenuti.