Elon Musk e l’attacco al cuore della democraziaPiattaforme. Sommare potere economico e potere mediatico non può che distorcere,
anche molto seriamente, il processo democratico
Per quasi un decennio i social media sono stati capri espiatori così comodi che,
se non fossero esistiti, qualcuno li avrebbe probabilmente inventati. Che cosa
c’è, infatti, di più comodo del dare la colpa a Facebook, a Twitter o a TikTok
per un voto andato storto, come per esempio quello del referendum sulla Brexit o
l’elezione di Trump nel 2016? (Quando il voto, invece, va come si desidera,
tutto in ordine sotto il cielo). Per completare l’operazione politica bastava
poi aggiungere l’interferenza straniera (tipicamente russa): chi aveva perso non
aveva comunque nulla di sostanziale da rimproverarsi, era tutta colpa dei social
media e dei mestatori stranieri. Tutto, insomma, pur di non dedicarsi al
difficile lavoro di comprendere la realtà sociale, e al pesante, ma essenziale,
esercizio dell’autocritica.
Non che i social media, i motori di ricerca, e ora anche i servizi di
«intelligenza artificiale» come ChatGPT non possano influenzare gli elettori:
certo che li influenzano, anche se in genere in maniera meno diretta di quanto
pensino alcuni (che peraltro in genere tendono a sminuire il ruolo, ancora molto
importante, dei media tradizionali).
Leggi l'articolo di Juan Carlos De Martin