L’app di messaggistica Telegram consegnerà alle autorità giudiziarie gli
indirizzi IP delle connessioni per risalire all’identità delle persone e i
numeri di telefono degli utenti nel caso di procedimenti legali nei loro
confronti. Lo ha annunciato il fondatore di Telegram, Pavel Durov, in un post
sul proprio canale certificando la capitolazione di fronte alle pressioni delle
autorità francesi.
Durov, cittadino russo ma con cittadinanza francese ed emiratina era stato
arrestatolo scorso 24 agosto al suo arrivo a Parigi. Accusato, in quanto
fondatore insieme al fratello e amministratore delegato di Telegram, di
complicità per i traffici illegale, ovvero distribuzione di materiale
pedopornografico, droghe illegali e software di hacking, che si appoggiano alla
piattaforma. Durov è stato poi rimesso in libertà sotto cauzione con il divieto
di lasciare il territorio francese e l’obbligo di presentarsi due volte alla
settimana alla polizia. Un precedente che molto aveva fatto discutere.
Leggi l'articolo
Tag - telegram
Puntata del primo settembre 2024 all'insegna dei provvedimenti statali nei
confronti di colossi della tecnologia.
Partiamo con gli Usa, dove l'Antitrust ha riconosciuto Google come monopolista.
Ma è presto per cantare vittoria.
Spostiamoci in Francia, dove Durov - proprietario di Telegram - è stato
arrestato (poi rilasciato su cauzione con divieto di lasciare la Francia),
rimandando parte del redazionale sull'argomento ma dando aggiornamenti e notizie
ulteriori; difficilmente può essere solo una coincidenza anche l'apertura di
un'indagine da parte Ue sul fatto che Telegram avrebbe minimizzato sul numero di
utenti in modo da sfuggire alle richieste del Dsa. Cogliamo l'occasione per
parlare di Telegram e della sua presunta "sicurezza". Anzi, visto che ci siamo,
raccogliamo un po' di notiziole su backdoor dentro a software di messaggistica.
Infine andiamo in Brasile, dove X è da poco stato bloccato per aver rifiutato di
nominare un rappresentante legale. Molti utenti si sono spostati su Bluesky,
sistema simile a Twitter ma sedicente decentralizzato. Parliamo quindi di questa
moda della decentralizzazione e mettiamola nel contesto.
Ascolta l'audio della trasmissione sul sito di Radio Onda Rossa
L’infrastruttura grazie alla quale miliardi di persone comunicano realizza i due
sogni del potere: sapere chi parla con chi e influenzare le conversazioni
L’arresto in Francia del fondatore di Telegram sta provocando forti reazioni,
anche a livello politico. Come però già in casi precedenti, basti pensare alle
controversie relative a Facebook o a TikTok, le polemiche contingenti rischiano
di oscurare le questioni strutturali di fondo. Si tende a dimenticare, infatti,
che le tecnologie della comunicazione sono sempre state cruciali strumenti di
potere e quindi sono sempre state – e oggi, più che mai, sono – tecnologie
intrinsecamente politiche. Chi comunica con chi, quando, con quale frequenza, di
che cosa e in quali circostanze sono informazioni che il potere – nelle sue
varie forme e articolazioni, sia pubbliche, sia private – ha sempre desiderato
possedere.
Inoltre, il potere ha sempre desiderato controllare il più possibile il flusso
di informazioni che in qualche modo potevano influenzarne l’azione o intaccarne
la legittimità. Due pulsioni, quella di tutto conoscere e quella di tutto
controllare, rese entrambe ancora più intense in periodi di guerra o, comunque,
di tensioni politico-sociali.
Leggi l'articolo di De Martin su "Il Manifesto"
La Francia ha arrestato Pavel Durov, fondatore di Telegram, ma allo stato delle
norme e della giurisprudenza sembra impossibile che in Europa il gestore di un
servizio digitale globale possa essere considerato concorrente in possibili
reati compiuti dagli utenti della piattaforma, al punto di subire un ordine di
custodia cautelare per il fondatore.
In che misura il gestore di un servizio di messaggistica istantanea può essere
considerato concorrente in possibili reati compiuti dagli utenti della
piattaforma, al punto di subire un ordine di custodia cautelare per il
fondatore?
Attenzione che la responsabilità penale è personale, e per poter concorrere in
un reato occorre la coscienza e volontà di commettere un reato, anche se sotto
forma di una condotta agevolativa, non basta ipotizzare che attraverso il
servizio di messaggistica che ha milioni di utenti, possano essere compiuti
degli illeciti dai singoli utenti.
leggi l'articolo
Atresmedia, Movistar, Egeda e Mediaset sostengono che sulla popolare app di
messaggistica istantanea proliferassero link per violare il diritto d'autore
Dal 25 marzo 2024, Telegram non funziona più in Spagna. Almeno temporaneamente.
La popolare app di messaggistica istantanea – utilizzata, secondo le ultime
stime, dal 19% dei cittadini spagnoli – non potrà più operare sul suolo iberico
dopo la decisione presa dal giudice Santiago Pedraz in seguito alle molteplici
reclami avanzati da almeno quattro grandi gruppi di media audio-visivi nei
confronti della piattaforma. Si parla di pirateria e di violazione delle leggi
sul copyright. Soprattutto quello legato ai diritti di trasmissione di film,
serie tv e partite di calcio (e altri sport).
Leggi l'articolo