Apriamo la puntata parlando delle ultime svolte in maniera di Intelligenza
Artificiale, in particolare facendo il quadro dell'ingresso delle industrie
cinese nel mercato dei Large Language Models e provando a discutere dei
risultati del CHIPS Act: è servito, o i recenti sviluppi mostrano che era ormai
troppo tardi?
Ci spostiamo poi al mondo dei social media, segnalando la decisione di
ValigiaBlu di uscire, oltre che da X, anche dalle piattaforme di Meta.
Evidentemente il video di Zuckerberg che si inchina a Trump ha segnato un
precedente, per quanto ci sembra che le principali criticità fossero già insite.
Nuovo caso di Malware sviluppato da aziende israeliane, e diffuso tramite
Whatsapp. Molte le persone coinvolte, in decine di paesi, tra cui l'Italia.
L'unico nome che conosciamo è proprio quello di un giornalista italiano,
Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it.
Notiziole varie: dall'impatto delle sanzioni sul software libero, a come battere
il boss finale della Nintendo, passando per l'utilizzo dell'Intelligenza
Artificiale nelle indagini.
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Tag - Israele
Il processo a Pegasus L'azienda israeliana condannata a pagare un risarcimento
al social network di Meta che verrà fissato in un secondo processo nel 2025
Venerdì 20 dicembre il tribunale del Northern District della California ha dato
ragione a Whatsapp in una causa intentata dal social network contro la compagnia
di spyware israeliana Nso Group, produttrice e distributrice del software
Pegasus.
Per la giudice Phyllis Hamilton Nso Group ha violato la legge federale
statunitense in materia di hacking e i termini di servizio di Whatsapp,
sfruttando il social network per infettare più di mille smartphone con il
proprio spyware Pegasus.
L’entità dei danni che Nso Group dovrà pagare a Whatsapp sarà stabilità in un
secondo processo l’anno prossimo.
Pegasus era stato sviluppato da Nso Group nel 2011 e promosso tra le agenzie
governative internazionali come strumento per combattere terrorismo e
criminalità organizzata.
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Puntata di domenica 8 dicembre. La prima parte della puntata è dedicata alle
variegate malefatte dei soliti noti: Google e Meta.
Prima parliamo della situazione di Google con l'antitrust, che vede avvicinarsi
il verdetto anche per quanto riguarda il settore pubblicità. Avevamo già parlato
della questione del motore di ricerca, ma questa è un'altra storia.
Passiamo poi ai legami tra grandi aziende e militarismo:
* Google continua a negare i suoi rapporti con l'apparato militare israeliano,
ma i dati sono sempre più chiari
* Meta si lancia apertamente nelle applicazioni militari dell'intelligenza
artificiale generativa
* Hannah Byrne ha lavorato per anni nel gruppo "antiterrorismo e organizzazioni
pericolose", si è licenziata nel 2023, e racconta alcuni dei motivi per cui
crede che la selezione dei contenuti fatta da Meta sia sbagliata fin dalla
radice
Chiudiamo infine rimandando un audio andato in onda recentemente su Data Center,
consumo di energia e di acqua.
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Nella prima parte della puntata analizziamo gli aspetti tecnici dell'attacco
terroristico israeliano che ha utilizzato i cercapersone (e non solo) come bombe
diffuse nella società. Cosa sono i cercapersone, in quali casi sono usati, come
è avvenuto l'attacco...
Nella seconda parte parliamo di industrie dei microprocessori. Ancora una volta
si parla di una acquisizione tra Qualcomm e Intel. Non è detto che avvenga, ma
sicuramente è tra le possibilità concrete, anche per reagire ad uno strapotere
di Nvidia. Infatti Nvidia ha un ruolo di primo piano nell'industria delle GPU,
industria di fondamentale importanza nello sviluppo della cosiddetta
Intelligenza Artificiale. Le sue azioni sono salite di botto, cosa che ha
portato alcuni giornali a titolare articoli che ci dicono che ora la Nvidia ha
problemi di prepensionamento: i suoi dipendenti hanno ricevuto azioni, quindi
ora sono ricchi, quindi non vogliono più lavorare. Una spiegazione non del tutto
convincente, visto che le aziende, soprattutto nel settore tecnologiche, pagano
in azioni (o simili prodotti) proprio per ancorare chi lavora all'azienda.
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Israele/Palestina. La scoperta della filiale americana dell’agenzia creata
dall’Onu nel ’49 per i palestinesi. Colpa di GoogleAds che premia con più
evidenza chi più paga. E il governo Netanyahu pagava
Cercare in rete come aiutare le famiglie a Gaza, tentare di trovare on line un
modo per far arrivare qualche soldo alle organizzazioni che le assistono ed
invece incappare nella propaganda di Netanyahu. Quella per la quale i civili
palestinesi sono tutti terroristi.
È un nuovo capitolo della guerra all’informazione che da undici mesi accompagna
e segue le stragi israeliane. Forse, meglio: è solo un paragrafo, un piccolo
paragrafo di quella guerra ma è sicuramente il più strano e va raccontato. A
rivelarlo è stato Wired che ha raccolto una denuncia, ha fatto qualche
brevissima indagine e ha scoperto tutto.
MESI FA, l’Unrwa americana – la “filiale” statunitense della United Nations
relief and works agency, l’organizzazione mondiale creata dall’Onu nel ’49 per
sostenere i rifugiati palestinesi – ha lanciato una campagna per raccogliere
fondi. Già da quattro mesi, la Striscia era ridotta ad un cumulo di macerie, con
una crisi sanitaria ed alimentare che appariva, allora come adesso, drammatica.
Insostenibile. La campagna, come avviene ovunque in qualsiasi parte del mondo, è
stata avviata nella home page dell’Unrwa Usa. Tutto normale, tutto lecito, tutto
fatto centinaia di altre volte.
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Disinvestimenti e crisi economica. 20% di posti di lavoro che l’industria
hi-tech israeliana e le start-up temono di perdere per la fuga all’estero dei
dipendenti attuali. 28mila professionisti dell’hi-tech israeliano che hanno
prestato servizio come riservisti dal 7 ottobre a fine gennaio. A febbraio il
numero è sceso a 12mila
La partnership con la Intel è sempre stata strettissima. E le autorità
israeliane spesso sottolineano quanto la collaborazione con l’azienda americana
– il più grande datore di lavoro tecnologico in Israele – sia un’altra evidente
dimostrazione dei livelli di vertice raggiunti dallo Stato ebraico nell’hi-tech.
Così quando nei giorni scorsi i fornitori hanno ricevuto la comunicazione della
risoluzione dei contratti relativi alla costruzione del nuovo stabilimento della
Intel in Israele, un progetto annunciato appena qualche mese fa, la notizia ha
fatto in pochi attimi il giro del mondo.
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Da alcuni mesi la ong ACS sperimenta un sistema di connessione internet
alternativo che permetta di aggirare il blocco imposto da Israele sulle
comunicazioni nella striscia di Gaza: gli Alberi della Rete.
Il progetto GazaWeb prevede sistemi multipli che forniscono l’accesso a reti di
telefonia e/o dati Assistendo all’embargo comunicativo imposto alla popolazione
di Gaza – rilevato quotidianamente a causa delle interruzioni di contatto con i
cooperanti operativi sul territorio – ACS riconosce il valore che rappresenta
l’accesso universale alla comunicazione, alle fonti di informazione e
all’interazione attraverso la rete telefonica e internet. Diritto riconosciuto
dalle Nazioni Unite, ma a Gaza gestito, ripetutamente negato e costantemente
sottoposto al controllo dalle autorità israeliane.
Per contrastare questo fenomeno e attivare sistemi di comunicazione stabile con
Gaza, la ong ACS ha lanciato il progetto GazaWeb.[
Leggi come funziona e come collaborare sul sito di
ACS-Italia](https://www.acs-italia.it/gazaweb-e-gli-alberi-della-rete/)
L'algoritmo. Il Manifesto pubblica l'inchiesta dei siti di informazione
israeliani +972 e Local Call: l’intelligenza artificiale dietro il massacro di
Gaza. 37mila palestinesi «marcati» dalla Ia e colpiti nelle loro case. Poca o
nulla supervisione umana: «Per l’assassinio dei comandanti senior, si era
disposti a uccidere centinaia di civili. Avevamo un calcolo: quanti per un
comandante di brigata, quanti per uno di battaglione»
Nel 2021 è stato pubblicato in inglese un libro intitolato The Human-Machine
Team: How to Create Synergy Between Human and Artificial Intelligence That Will
Revolutionize Our World, sotto lo pseudonimo «Brigadier General Y.S.». In esso,
l’autore – un uomo che abbiamo confermato essere l’attuale comandante dell’unità
di intelligence d’elite israeliana 8200 – sostiene la necessità di creare una
macchina speciale, in grado di processare rapidamente enormi quantità di dati
per generare migliaia di potenziali «obiettivi» per gli attacchi militari nel
mezzo di una guerra. Una tecnologia del genere, scrive, risolverebbe quelle che
ha descritto come «strettoie umane, sia nell’individuazione di nuovi obiettivi
che nel processo decisionale per approvarli».
Una tale macchina, si è scoperto, esiste davvero.
Una nuova inchiesta condotta da +972 Magazine e Local Call rivela che l’esercito
israeliano ha sviluppato un programma basato sull’intelligenza artificiale noto
come Lavender, di cui qui si scrive per la prima volta.
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Parla un ingegnere di Google, attivista e organizzatore del gruppo nato in
opposizione al Progetto Nimbus
Nel suo saggio all’interno di Emancipatory Social Science (Orthotes, 2020),
Franco Bifo Berardi parlando della crisi sistemica ed ecologica, conclude
evidenziando due situazioni alle quali guardare per intravedere un’alternativa
alla catastrofe: la prima è la «crociata dei bambini», cioè quella catena di
movimenti ecologisti scaturiti dalla sensibilità radicale dei giovanissimi, e
l’altra è la possibilità posseduta dalle lavoratrici e dai lavoratori della
conoscenza che innervano il tessuto della produzione cognitiva e tecnica: «Ma
questi 100 milioni di lavoratori cognitivi – sparpagliati nei centri di ricerca,
nei laboratori di sperimentazione, nelle università, negli ospedali – possono ad
un certo punto, e probabilmente per contatto con la crociata dei bambini,
rendersi conto che loro posseggono la potenza per smantellare la macchina che
loro stessi sono stati costretti a costruire».
Leggi l'intervista ad un membro di No Tech for Apartheid