Meta AI è comparsa su WhatsApp senza preavviso, generando polemiche e
preoccupazioni sulla privacy. Inoltre, l’assistente virtuale introdotto
forzatamente dal gruppo Zuckerberg non può essere disattivato e fornisce
istruzioni fuorvianti per la rimozione.
Avete notato quel pulsantino bianco con un cerchio blu comparso di recente nella
schermata di Whatsapp sul vostro smartphone? Si tratta dell’icona di Meta AI,
l’intelligenza artificiale sviluppata dal gruppo di Mark Zuckerberg. Il sistema,
progettato per essere semplice e intuitivo, garantisce un accesso immediato alla
chatbot, la finestra di conversazione alimentata da Llama 3.2, la versione più
avanzata di AI di Meta, dotata di capacità multimodali.
Violazione della privacy?
Nulla di male, in apparenza. Il problema è che Meta AI è entrato a far parte
della nostra quotidianità, su milioni di schermi, senza alcuna notifica
preventiva, né esplicito consenso.
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La puntata del 6 aprile inizia parlando di Spotify e del suo "Perfect Fit":
ovvero di come Spotify vi propone musica sconosciuta ma economica e ottimizzata
per un ascolto "distratto".
La celebrazione dei 50 anni di Microsoft è stata interrotta da due lavoratrici
che hanno contestato il coinvolgimento della ditta (sia tramite Azure, sia
tramite il suo dipartimento di Intelligenza Artificiale) nel genocidio del
popolo palestinese. In particolare, i sistemi di trascrizione del parlato sono
utilizzati per analizzare automaticamente le intercettazioni delle telefonate
tra persone palestinesi.
Trump annuncia i suoi "contro"-dazi: finalmente possiamo divertirci con delle
equazioni e capire quale è la logica che gli sta dietro (se c'è). E capire se
Chat GPT alla fine ci azzecca.
Piracy Shield: non solo non lascia ma addirittura raddoppia, e si riproduce! Il
presidente dell'AGCOM ignora tutte le lamentele e presenta un'estensione di
Piracy Shield a praticamente tutti i contenuti protetti da copyright. Allo
stesso tempo in Spagna, con un meccanismo diverso, cercano di emularlo.
La puntata si chiude con la rubrica delle notiziole: il riconoscimento facciale
si diffonde nel mondo, mentre si diffondono anche a YouTube le posizioni contro
la tutela dell'identità di genere promosse dal governo USA.
Ascolta la puntata sul sito di Radio Onda Rossa
Il comunicato del collettivo studentesco Scuola di Carta denuncia la condotta di
due agenti di polizia “in divisa e con la pistola addosso” mentre tenevano un
incontro sul tema del cyberbullismo, a cui hanno partecipato circa cinque classi
dell'ISIS Niccolini Palli di Livorno, a fine marzo.
Dal comunicato emerge che durante l’incontro sono stati diretti rimproveri poco
appropriati, commenti razzisti, un atteggiamento di sfiducia e cinismo nei
confronti della nuova generazione. Questo comunicato, leggiamo, «è un atto di
riappropriazione dei luoghi che il governo sta cercando di svuotare».
Gli studenti e le studentesse si sono sentiti umiliati e impossibilitati a
reagire perché subordinati/e dal loro status e denunciano fortemente quanto
successo, insieme al fatto che il corpo docente e la presidenza non si sono
espressi in merito ad atti di razzismo interni all’istituto.
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Puntata monografica quella del 2 aprile, in cui abbiamo intervistato Giorgia,
una ricercatrice in linguistica riguardo alla definizione, applicazione e limiti
dei modelli linguistici nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
* Come definiamo una lingua,
* Cosa vuol dire un modello linguistico,
* Come avviene la costruzione di questi mitici modelli linguistici,
* Come definiamo l'addestramento su una lingua.
* E' ancora valida la definizione di pappagalli stocastici per gli LLM (Large
Language Model) o c'è qualcosa che è cambiato negli ultimi anni?
* Cosa è cambiato negli ultimi anni?
Ascolta il podcast della trasmissione sul sito di Radio Blackout
"Qualche giorno fa, su LinkedIn, un recruiter dichiarava di scartare tutti i
candidati che non indicano competenze sull’intelligenza artificiale. Secondo
lui, chi oggi non sa usare (o non dichiara di usare) l’AI non è più
“occupabile”. Mi sono chiesto: cosa scriverei io, dopo trent’anni passati a
lavorare con le informazioni, a progettare conoscenza, senso, orientamento? Sono
forse meno competente solo perché non ho scritto “AI” nel curriculum? E allora
ho provato a rispondere. Non con uno slogan. Ma con un saggio. Un saggio che
parla di incertezza, di etica, di design cognitivo, di consapevolezza come forma
di libertà. Un saggio che collega filosofia, teoria dell’informazione,
architettura digitale e intelligenza artificiale. Perché non è l’AI che
definisce la competenza, ma la capacità di dare forma al sapere. Anche — e
soprattutto — quando è incerto.
Introduzione — Il valore euristico dell’incertezza
L’incertezza, lungi dall’essere un accidente della conoscenza, ne costituisce la
matrice originaria. Fin dalle prime speculazioni epistemologiche, dalla aporia
socratica alla sospensione del giudizio pirroniano, l’incertezza ha accompagnato
la riflessione umana come segno di vitalità del pensiero e non della sua
debolezza. In tempi più recenti, la filosofia della scienza ha sancito
definitivamente il primato del dubbio sull’assoluto, riconoscendo nella
fallibilità e nella revisione continua dei modelli conoscitivi l’unica via
percorribile per l’accesso alla verità, sempre provvisoria. In questo scenario,
l’informazione e le sue architetture assumono un ruolo cruciale, non tanto come
dispositivi di certezza, quanto come sistemi di orientamento nell’incertezza."
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Cristina Iurissevich ha scritto un piccolo libro (65 pagine), "E se i troll
mangiassero i cookie? Spunti per la sopravvivenza digitale", Eris Edizioni, ma
utilissimo. Il libro, partendo dal presupposto che la tecnologia digitale è
entrata ormai stabilmente nella nostra vita, semplifica concetti, metodi e
strumenti di autodifesa digitale della propria privacy, riservatezza, libertà.
Lo fa in maniera molto chiara e leggibile, ma il suo pregio maggiore non è il
riepilogo delle buone pratiche per difendersi. Iurissevich affronta, infatti, il
tema delle molestie e della violenza online puntando il dito su due aspetti in
particolare: la fiducia verso le persone con cui si hanno relazioni online e la
responsabilità collettiva nella diffusione di materiali sensibili. Per esempio
condividere pasword e account, o prestare il proprio smartphone sono azioni che
richiedono grande fiducia tra le persone ma le relazioni cambiano nel tempo, la
fiducia si può modificare.
Il problema della diffusione di media a sfondo sessuale è spesso legata alla
pratica, molto diffusa, di scambiarsi messaggi o media sessualmente espliciti
(sexting). Di per se non costituisce un problema; non è moralmente giusto o
sbagliato e la sua pratica è in crescita soprattutto tra le persone giovani.
Tuttavia, vale la pena ragionare sui pericoli che derivano dal sexting, anche
alla luce delle considerazioni sulla fiducia, per arrivare a scelte individuali
consapevoli. Anche in questo caso, nel libro ci sono una serie di consigli per
praticare il sexting in maniera meno rischiosa possibile.
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Quanto è successo dopo l'elezione di Trump alla presidenza degli USA ha svelato
ciò che sono i proprietari delle grandi aziende tecnologiche nord americane: un
gruppo di tecnocrati che vogliono eliminare qualsiasi vincolo che impedisca loro
di fare profitti sfruttando le persone. Leggi tutti i bro del presidnte. Lo
fanno con tutti i mezzi a loro disposizione comprese le piattaforme social. Qui
puoi approfondire perché conviene abbandonare le piattaforme delle Big Tech.
Spesso la domanda che ci si pone è: ma come si fa ad abbandonare le piattaforme
delle Big tech? Come quasi sempre non è un problema tecnico, poiché le
alternative tecniche esistono. Come (quasi) sempre il problema è di decidere di
fare il passo, accettare la possibilità che i software liberi funzionino in
maniera diversa ed abituarsi al cambiamento. Capita la stessa cosa anche quando
si cambia l'automobile, o ci si trasferisce, o si cambia un elettrodomestico.
Ho scritto un'elenco di possibili alternative ai software delle grandi imprese
USA per le nostre attività in rete. Non è un elenco completo ed è in
aggiornamento. Si tratta per lo più di software liberi, tendenzialmente
conviviali, che consentono vari gradi di libertà, controllo e modifica.
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Il ragionamento è l’abilità dell’intelletto di elaborare informazioni, stabilire
relazioni tra esse e giungere a conclusioni coerenti e giustificate. Esso
consiste nel processo mediante il quale si formulano inferenze a partire da un
insieme di premesse o dati. In altre parole, si tratta di un meccanismo formale,
cioè esplicitabile, che consente di transitare dal già noto al non ancora noto,
dalla specificità alla generalità, o viceversa, assicurando coerenza e validità
in ciascuna tappa del percorso. Dunque potremmo dire ‘ragioni!‘ a chiunque (o
qualsiasi cosa) si mostri in grado di compiere tragitti di questo tipo.
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La Commissione europea e la Consumer Protection Cooperation Network (CPC) hanno
chiesto a Star Stable una serie di informazioni su diversi pratiche che violano
la legge sulla protezione dei consumatori. La software house svedese deve
rispondere entro un mese e comunicare le misure correttive per evitare sanzioni.
Dopo aver valutato la risposta fornita dall’azienda svedese, la CPC Network ha
identificato quattro pratiche che violano la legislazione UE sulla tutela dei
consumatori e che potrebbero essere particolarmente dannose per i bambini:
appelli diretti ai bambini nelle pubblicità, spingendoli ad acquistare (o
convincendo gli adulti ad acquistare per loro) valuta o oggetti in-game, uso di
tecniche di pressione, come acquisto a tempo limitato, per influenzare
indebitamente i bambini ad acquistare valuta virtuale o contenuti in-game,
mancanza di informazioni chiare e trasparenti, adattate ai bambini,
sull’acquisto e l’utilizzo di valuta virtuale in-game che porta i consumatori a
spendere di più, incapacità dell’azienda di garantire che gli influencer che
promuovono i loro prodotti divulghino chiaramente i contenuti commerciali e non
influenzino indebitamente i bambini con le loro tecniche di marketing.
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