Il 17 ottobre 2025 partecipiamo al Mini Digital Festival dell'Università di
Parma con il laboratorio "L’IA è mia e me la gestisco io. Transizioni digitali
sostenibili. IA autogestita."
Sono possibili “usi locali” di IA? Ci si può sottrarre all’abbraccio di ChatGTP,
Gemini e Claude?
Il laboratorio si svolgerà dalle 14.30 alle 16.30 presso l'Aula K 1 in via
D’Azeglio 85, Parma.
Maggiori informazioni e programma completo del Mini Digital Festival.
Tag - intelligenza artificiale
> “L’innovazione, come l’evoluzione, è un processo indotto: vuol dire adeguarsi
> e adattarsi a un ambiente circostante, pena l’estinzione o l’irrilevanza.”
Alla pena dell’estinzione mi ci sto adeguando, adattando, ma all’irrilevanza
quella no, perciò per tre giorni consecutivi, dal 15 al 17 settembre, ho
comprato “Repubblica” non per leggere “Repubblica” ma per poter leggere i tre
allegati-in-regalo, essendo gli allegati fin troppe volte l’unica ragione valida
per acquistare i giornali le cui edizioni cartacee immediatamente superate dalle
versioni digitali producono un istantaneo effetto nostalgia, assomigliando a
quei provvedimenti ministeriali dell’istruzione secondo cui basterebbe impedire
agli studenti di entrare con lo smartphone in classe per ostacolare l’onda
dall’intelligenza artificiale generativa, sebbene
> “immaginare una scuola senza di loro [gli strumenti digitali] significa
> condannare gli studenti a vivere la scuola come una macchina del tempo capace
> di viaggiare solo nel passato.”
Gli allegati sono stati L’intelligenza artificiale e lo studio Volume 1 e Volume
2 e L’intelligenza artificiale dallo studio al lavoro, di Federico Ferrazza,
direttore di Italian Tech, che firma le tre introduzioni brevi a ciascun
volumetto, e di Pier Luigi Pisa, il quale secondo una ricerca online è “un
giornalista di Repubblica, un divulgatore e uno storyteller”. A lettura ultimata
si sa qualcosa in più delle opportunità date dall’utilizzo dei chatbot nelle
loro versioni più aggiornate ma ancora di più ci si può dare una stima su quanto
stia aumentando il divario tra l’idea-del-mondo in cui è cresciuta la propria
generazione e la nuova idea-del-mondo delle generazioni appresso e in corso –
più è grande il divario più si può tirare un sospiro di sollievo per come le
generazioni non si stiano dando il cambio solo in apparenza.
(Dubbio: dei chatbot o delle chatbot? Da veloce riscontro online: per lo
Zingarelli Zanichelli chatbot è sostantivo maschile, per il Treccani sostantivo
femminile. Dimmi che genere preferisci e ti dirò che dizionario online
consulti.)
Ci andrei però piano con l’equiparare innovazione e evoluzione, perché se è vero
che “Nessuno di noi umani ha scelto di avere due occhi” magari non è altrettanto
inevitabile ricorrere alla tecnologia della IA per imparare a leggere e
scrivere, vale a dire: per imparare a apprendere, a pensare; specie se si tratta
di un tipo di tecnologia che alla lunga potrebbe rendere obsoleto non solo
l’imparare a farlo ma anche il fatto stesso di avere due occhi o quattro o
nessuno, presumendo la tecnologia di saperli usare comunque meglio lei di te
quindi tanto vale li abbia lei e che tu coi tuoi ti affidi solo a quel che ti
dice di aver visto, compilato, lei.
Certo, fa peso nel giudizio l’invidia di un lento lettore biologico e che
nell’arco della sua intera esistenza non potrà mai competere con le intere
bibliografie spazzolate da una IA nell’arco di pochi millisecondi, beata lei, ma
si possono chiamare in soccorso i potenziali svantaggi riconosciuti dagli
insegnanti che meritoriamente introducono i/le chatbot nei loro metodi
didattici, quali la “fiducia cieca negli output dell’IA” e “la continua delega
cognitiva”.
Quanta pigrizia nel voler fare le pulci a una tecnologia tra l’altro capace di
risolversi i bug da sé e i cui punti di forza sono sotto gli occhi evoluti di
tutti, capace com’è di rimodularsi in base alle esigenze e alle competenze di
partenza di chiunque. L’interesse collettivo da perseguire, che equivale a
quello strettamente personale di chi di quella collettività fa parte, resta
perciò il procurarsi una conoscenza dell’IA che “prepara meglio i futuri
cittadini ad avere gli strumenti di analisi critica della società che dovranno
vivere”, poiché, ricorrendo a del buon senso pratico busiano, è bene avere
consapevolezza del fatto che “Allinearsi al resto della società significa vuol
dire accorgersi che il mondo è cambiato.”
A proposito (…) di Aldo Busi: quando ho letto dell’esistenza di Character.ai mi
sono detto voilà, è fatta, per leggere il romanzo inedito Seminario sul
postmortem basterà usarla. “Character.ai sfrutta modelli linguistici avanzati
per creare personaggi interattivi – reali, fittizi o inventati – con cui parlare
in linguaggio naturale.” A pagina 12 del Volume 2 ci sono le istruzioni: ti
registri, fai l’accesso, scrivi il nome e inserisci l’immagine del personaggio,
lo costruisci, lo alimenti con la sterminata bibliografia esistente, ed ecco,
basterà chiedere all’Aldo-Busi-online di scrivere il suo Seminario sul
postmortem per non dover più attendere quello dell’Aldo Busi sempre più offline,
la cui ultima versione, del romanzo intendo, a quel che so ha raggiunto le 1420
pagine a schermo che corrisponderebbero all’incirca a 1900 pagine stampate. Per
leggere un Seminario sul postmortem non si dovrà più aspettare che muoia Aldo
Busi o che l’editoria italiana risorga arrivando per una volta prima e
non dopo la morte di chi le dà senso scrivendo in un italiano che non sia la
bella brutta copia dell’italiano fin lì già scritto, visto che ormai per quello
bastano appunto i chatbot – perché va da sé che un chatbot non può scrivere
niente di nuovo, che dunque non sa scrivere, perché non c’è nessuno che scriva,
ma per dirlo con il diario della Sylvia Plath ventenne e sopravvissuta al primo
tentativo di suicidio:
> “Devi inventarti un sogno giusto, la lucida magia adulta: l’illusione che
> nasce dalla disillusione.”
Nessuno chiede all’Intelligenza Artificiale di scrivere letteratura, per carità,
non pubblicamente almeno, basta aiuti a sviluppare mappe concettuali, a
correggere i refusi nelle mail, a gamificare a più non posso, però qualcosa sul
giudizio degli integrati estimatori dell’IA generativa a proposito della
letteratura e delle superstiti facoltà umane del saper leggere e scrivere
traspare, per esempio quando scrivono che Character.ai è “dove personaggi come
Aristotele non sono volumi polverosi ma una guida capace di rispondere”. Quanto
bisogna non-saper-leggere per presumere che con Aristotele si parli meglio dal
vivo, mediato cioè dagli algoritmi, che non leggendone le opere, conoscendolo
così nell’unico modo in cui sia possibile conoscere qualsiasi cosa, o persona:
trascorrendoci assieme il giusto tempo.
È evidente che Ferrazza e Pisa non abbiano letto Il ciclo di vita degli
oggetti-software di Ted Chiang, contenuto in Respiro, Sperling &
Kupfner. Nelle Note ai racconti Ted Chiang così ne racconta la genesi:
> “Basandoci sulla nostra esperienza con la mente, sono necessari almeno
> vent’anni di sforzi costanti per dare origine a una persona utile attraverso
> l’insegnamento, e non vedo perché con una creatura artificiale dovrebbe
> volerci meno.”
Se a un Aldo-Busi-online occorrono almeno venti anni prima di poter produrre una
versione utile di Seminario sul postmortem tanto vale aspettare pure qualche
anno in più ma poi leggersi quella dell’Aldo-Busi-offline.
Secondo Fezza e Pisa, e secondo gli inventori dei/delle chatbot che leggono
prima e meglio di te, utilizzandoli/e “i materiali statici vengono trasformati
in contenuti coinvolgenti e multimediali”, grazie a loro è possibile
“trasformare testi statici in contenuti dinamici”. Ma statica sarà la mente di
chi non legge, non lo impara, e che non imparandolo dinamica non lo diventerà
mai più, semmai.
Perché a dirla tutta ora che il/la chatbot ha compiuto il salto di specie “da
generatore di risposte a tutor cognitivo” agli studenti tocca tenere il passo e
trasformarsi “da consumatori di informazioni a creatori di contenuti assistiti
dall’IA” e più che imparare a scrivere dovranno imparare a “scrivere prompt
efficaci”. Per intenderci: o diventi un content creator, un influencer in
qualche campo, o sei irrilevante, estinguibile?
Difficile escludere queste mie non siano altro che le parole di chi non vuole
accettare di aver fatto il suo tempo: perché continuare a leggere in un tempo in
cui le macchine possono farlo per te? Il desiderio di farlo, il piacere!, sono
un retaggio evolutivo troppo imbarazzante, troppo poco asettico, per farne
menzione.Oh, certo, potremmo collaborare con le IA, ma alla lunga smetteremo di
leggere quello avremo scritto da noi, gli umani, per leggere quello che ne
riscriveranno loro, rimasticandolo e rimasticandolo e rimasticandolo,
omogenizzandolo, fino alla logica singolarità conseguente: tutti i/le chatbot
scriveranno la stessa cosa ma non se ne accorgerà nessuno perché saranno rimaste
le sole a leggersi tra di loro, essendoci noi estinti da chissà quanto tempo,
visto l’andazzo.
Disclaimer a questo punto doveroso: nessun/a chatbot gratuito è stato sfruttato
per la stesura di questo pezzo, l’andamento oggettivamente sgangherato del testo
vale come garanzia, testo che contiene già una quantità allarmante di luddismo
per poter riciclare il vecchio detto secondo cui se non paghi per un prodotto,
il prodotto sei tu – per accertarmi di starlo riportando correttamente ho preso
un passaggio da Google, fidandomi ciecamente di AI Overview. D’altronde dovrà
bastare la fiducia siccome “non esiste ancora una tecnologia in grado di
determinare con certezza assoluta se un testo sia stato scritto da un chatbot o
da un essere umano.” Che ansia.
I tre allegati-gratuiti sull’IA, loro saranno stati scritti con l’ausilio
dell’IA stessa? Di sicuro non del tutto se fa fede il refuso a pagina 26 del
terzo volumetto, nel passo su “(…) come l’intelligenza artificiale possa
semplificare il modo in cui si informano le perosne e diventare uno strumento
prezioso per alimentare la creatività e trovare ispirazione nella produzione di
contenuti.” L’errore è patente di umanità, perché da una IA certosina non ce lo
possiamo aspettare che dia in output perosne se non a costo di attribuirle la
raffinatezza machiavellica dello sbagliare-per-finta, per dissimularsi, o di
attribuirle un lapsus che ne tradisca il disprezzo per le persone non digitali.
Al momento l’IA non risulta si sia saputa inventare un inconscio, mentre il
disprezzo intraspecifico è ancora ciò che ci contraddistingue meglio.
In conclusione (cit.): assunto sono secoli che la nostra evoluzione non ha più
niente di passivamente naturale, che l’innovazione tecnologica è la nuova
versione dell’evoluzione, e che non sta a me stabilire se leggeremo meglio con
gli occhi biologici o se con quelli tecnologi, faccio mia l’invocazione a sé
stessa di Sylvia Plath in Diari, Adelphi:
> “fa che non diventi mai cieca e che non smetta mai di provare l’angoscia di
> imparare, la terribile fatica di tentare di capire.”
Che belli i diari di Sylvia Plath. T’immagini se ne scrivesse uno una IA? Il
diario un’altra cameriera tra tante, irrinunciabile, ma solo se lo scrivesse
senza che nessuno glielo avesse chiesto, solo se sapesse essere spudoratamente
sincera, suicidale come non potrà mai esserlo, non è stata programmata per
questo ahilei.
antonio coda
L'articolo “Che non smetta mai di provare l’angoscia di imparare”. Qualcosa
sull’IA (ahilei) proviene da Pangea.
Al rientro a scuola, studenti, famiglie e docenti hanno trovato l’ennesima
sorpresa: un dettagliato libriccino contenente le linee guida per una rapida
adozione – naturalmente consapevole, responsabile e senza ulteriori oneri a
carico del bilancio – dell’intelligenza artificiale in tutti gli ordini e gradi
di istruzione.
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A una prima analisi, le linee guida sembrano proseguire nella spinta verso
l'adozione di tecnologie digitali non facilmente controllabili dagli attori
della scuola, con un forte rischio che si riproponga lo scenario già visto con i
progetti PNRR Scuola 4.0: una corsa a spendere fondi per introdurre hardware e
software, senza possibilità di scelta consapevole da parte delle scuole,
terminata in un sostanziale trasferimento di fondi pubblici al privato.
L'enfasi sull'innovazione tecnologica e sulla transizione digitale delle scuole
raramente tiene conto delle esigenze didattiche della comunità scolastica, per
puntare l'obiettivo su un mero accumulo di tecnologie che si rivelano
ingestibili dalle scuole, vuoi per incapacità, vuoi perché le tecnologie
adottate sono spesso opache, o anche perché delegate completamente a imprese
private.
DIDATTICA: LA GRANDE ASSENTE
Basterebbe il mero dato statistico a rendersi conto di quanto siano vaghe le
Linee Guida su questo tema centrale per la scuola. Su 33 pagine solo due sono
riservate alla didattica in senso stretto, nel paragrafo dedicato alle aree di
applicazione per tipologia di destinatari (4.2).
La maggior parte del testo si sofferma sugli aspetti tecnico-normativi,
richiamando norme europee (AI act) e cosiddette buone pratiche consolidate. Se
non bastasse il dato statistico, la lettura del paragrafo mostra la genericità e
la confusione delle indicazioni . Riportiamo di seguito uno degli esempi di
possibili applicazioni pratiche dell'IA per docenti, perché esemplificativo
della poca conoscenza di strumenti che, in alcuni casi, sono in uso da tempo
nelle attività didattiche, senza avere nulla a che vedere con l'IA.
Strumenti interattivi e innovativi: l’IA permette l’elaborazione di risorse
didattiche (come simulazioni, giochi, mappe concettuali, riassunti per
l’apprendimento e quiz interattivi) che aumentano la motivazione e il
coinvolgimento degli studenti;
La domanda sorge spontanea: che senso ha far generare una mappa concettuale
all’IA, quando l'obbiettivo didattico di questa metodologia è proprio fare in
modo che lo studente possa "mappare" la propria conoscenza di un argomento e
collegarne i vari elementi?
AI COME AUTOMAZIONE
Le indicazioni divengono invece più definite laddove sono individuati i campi di
automazione dei processi lavorativi tipici dell'amministrazione e del
monitoraggio da parte del Dirigente Scolastico. In particolare risulta evidente
il riferimento all'automazione nei paragrafi Ottimizzazione nella
riorganizzazione dell’orario o Monitoraggio documenti programmatici, nei quali
si menziona l'evidenziazione di eventuali scostamenti di bilancio come risultato
dell’uso dell’IA.
D’altra parte l’Intelligenza Artificiale è un insieme di tecniche di cui le IA
generative sono solo un sotto insieme. Nelle Linee Guida si parla genericamente
di IA, senza distinguere un algoritmo per l’ottimizzazione dell’orario
scolastico, caso classico di automazione, da un Large Language Model, Chat GPT
per intendersi, lasciando alla scuola il compito di districarsi tra le molte e
confuse offerte private.
CONTRADDIZIONI E OSSIMORI
Oltre all’imbarazzante assenza dei temi della didattica, il secondo aspetto che
salta all’occhio sono le numerose contraddizioni interne ai messaggi del
Ministero.
Anzitutto le Linee Guida si pongono come obiettivi la sostenibilità e la tutela
dei diritti degli allievi, raccomandando alla dirigenza e al corpo docente di
rendere effettivamente esercitabile il diritto a non fornire i dati degli
allievi come pre-requisito per l’utilizzo dell’IA. Peccato che le IA generative,
che vengono proposte al suo interno, ossia i servizi SaaS (Software as a
service) come ChatGPT, siano incompatibili con entrambi questi principi: il
primo a causa dei pantagruelici consumi di elettricità e acqua dei datacenter
indispensabili per la fornitura del servizio, il secondo perché il modello SaaS
si basa per l’appunto sulla fornitura di questi dati, ossia il servizio erogato
è gratuito proprio perché i dati dell’utilizzatore sono parte del modello di
business delle imprese che producono questi software. Quando invece il servizio
è a pagamento, i dati sono usati per migliorare l’addestramento dell’IA.
L’ENNESIMA RIFORMA DALL’ALTO
A giudicare dalla letteratura scientifica citata dal ministero, in cui la parte
da leone la fanno le riflessioni sulla produttività più che quelle sul senso e
sulla missione della scuola, sembra evidente che queste prime Linee Guida siano
state redatte senza tenere nella dovuta considerazione le dinamiche sociali che
questa nuova tecnologia sta promuovendo. Questo spiega come sia possibile che lo
stesso ministero abbia, nella stessa giornata, varato un divieto draconiano
contro gli smartphone (i cui effetti tossici sono ormai riconosciuti da
letteratura bi-partisan) e promosso le Linee Guida per l’IA (i cui effetti
tossici stanno cominciando a manifestarsi lentamente solo ora).
VALORIZZARE LE COMUNITÀ
Nel frattempo in molte zone della penisola vengono adottati sistemi per la
didattica che valorizzano la creazione di conoscenza locale e condivisa, oltre
che utilizzare il denaro per pagare lavoro invece che licenze d’uso a grandi
aziende USA.
Ci sono esempi virtuosi di scuole che acquistano software (anche l’Intelligenza
Artificiale è software) rilasciati con licenze libere e/o aperte (F/LOSS)
modificabili secondo le esigenze delle comunità scolastiche. In questo modo le
scuole possono mettersi in rete per condividere risorse computazionali,
risparmiando, oltre che per confrontarsi e condividere esigenze e soluzioni.
Esistono già in Italia imprese che forniscono servizi con queste modalità,
l’esempio delle scuole della Provincia Autonoma di Bolzano è solo uno e il più
longevo. Il modello è quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili che, secondo
gli ultimi dati del GSE, stanno crescendo vertiginosamente. Si può fare!
Maurizio Mazzoneschi e Stefano Barale per C.I.R.C.E
L'articolo è uscito nel quotidiano Domani il 14 settembre 2025
C’era una volta un tizio che si sedeva davanti a un tavolo. Aveva un quaderno e
una penna. Scriveva. Oppure aveva una macchina da scrivere, o un computer. E
scriveva. Questa è la favola che oggi ci illude esista ancora un tempo per
scrivere. Non voglio dire che non esista più. Dico solo che oggi ha uno statuto
debole.
Li vedo già i colleghi poeti e scrittori che storcono la bocca: ma come,
l’autore! su dai, la creatività! Sono anch’io disperato come loro, mi muovo a
tentoni in un presente che rosola a fuoco lento (ma neanche troppo lento) le
certezze intellettuali e letterarie di soli vent’anni fa.
Non so se sia una notizia vera. Oggi esiste questo universo delle cosiddette
“fake news” che avvelenano menti e coscienze degli individui. Spesso si
diffondono tramite i social, perché sono il mezzo in cui tutti noi siamo più
indifesi di fronte al desiderio di scovare qualcosa da mettere in mostra nella
nostra vetrina, sul nostro profilo. Comunque, ho fatto le dovute verifiche del
caso: è in vendita, a varie centinaia di dollari (sotto il migliaio comunque). È
la Poetry Camera, cioè la macchina fotografica poetica. Si inquadra qualcosa e,
poco dopo, quest’aggeggio sputa una poesia composta dalla sua intelligenza
artificiale.
A inizi Duemila lavoravo in radio e abitavo a Milano. Sui Navigli c’era un tizio
che scriveva, a pagamento, poesie su commissione. Bastava dirgli a chi volevi
regalare la poesia e fornirgli qualche elemento tematico o caratteriale della
persona e lui ti sfornava una bella poesia lì per lì. Pensate che, negli anni
’60, pure Jack Kerouac, il vagabondo perditempo sulle strade d’America, si era
rintanato nella capanna di Henry Miller, per scrivere un romanzo su commissione.
Era Big Sur. E se pure il più anarchico degli scrittori aveva ceduto a un libro
a richiesta, voleva dire che tutto era possibile.
E infatti, a distanza di alcuni decenni, il possibile è diventata un’invenzione
di Carolyn Zhang e Ryan Mather, due informatici creativi che hanno preso un
dispositivo di Raspberry Pi che cattura le immagini e, interagendo con GPT-4 di
OpenAI, genera poesie, produce testi poetici, pure di generi differenti. Si può
prediligere gli haiku, oppure un sonetto, o un limerick, o altro. E già a questo
punto ci sarebbe una miriade di considerazioni da fare. La più evidente è che
con questa macchina fotografica poetica non dobbiamo nemmeno durare fatica a
scrivere un elenco di parole che l’intelligenza artificiale usa per comporci
sopra una poesia. La caratteristica della Poetry Cam è che si inquadra un bel
tramonto e via, la macchina secerne la poesia stampata sopra un pezzo del
rullino di carta, e il dispositivo non salva in digitale questo testo.
Praticamente, in un baleno siamo di fronte all’uso avanzato dell’intelligenza
artificiale e all’uso arcaico della carta come unico supporto che “ricorda”,
cioè archivia il risultato. A essere uno psico-qualcosa o un socio-qualcosa ce
ne sarebbero di discorsi da fare…
Alla parte romantica di me stesso, di fronte a questo rilievo della carta,
verrebbe da dire “vedi, la carta è ancora il supporto migliore, la carta non
tradisce”. Ma poi una vocina cinica mi dice che magari qualcuno in antichità,
quando inventarono la carta, potrebbe aver detto “questa novità della carta non
durerà, vuoi mettere le tavolette di pietra incise, le tavolette di pietra non
tradiscono”.
Alessandro Agostinelli
L'articolo Intorno alla magnifica invenzione della “Poetry Cam”, la macchina
fotografica poetica proviene da Pangea.
Scriviamo libri per fermare nero su bianco le nostre ricerche. Elenchiamo qui
tutte le nostre operazioni editoriali, una bibliografia minima per chi voglia
addentrarsi nel mondo delle tecnologie conviviali e della pedagogia hacker.
INDICE
* Internet, Mon Amour
* Edizione in italiano
* Edizione in inglese
* Formare a distanza?
* L'intelligenza Inesistente
* Tecnologie Conviviali
* Edizione in italiano
* Edizione in castigliano
* Que faire de l'intelligence artificielle?
* Pedagogia Hacker
* Prompt di Fine Mondo
INTERNET, MON AMOUR
Il futuro è stato ieri, quando eravamo inseparabili da computer e smartphone,
nel bene e nel male. Anche quando avremmo preferito farne a meno, perché
sapevamo che potevano rivelarsi i nostri peggiori nemici. Gli scandali sulla
sorveglianza globale di Internet erano solo la punta di un iceberg, le
manipolazioni di massa erano solo l’inizio: eravamo tutti vulnerabili! Curiosità
fuori luogo, truffe, furti d’identità e di dati, pornovendette, odiatori… Questo
libro parte sempre da situazioni reali, racconta e spiega quali erano i
comportamenti a rischio, come si potevano evitare le trappole. Propone trucchi
facili da mettere in atto.
Attraverso storie di vita comune impariamo a prestare attenzione ai dettagli, ai
sottintesi, a ciò che «sta dietro» l’apparenza degli schermi. Per sottrarci alla
nostra condizione di ingranaggi delle Megamacchine diventiamo curiose
esploratrici, ampliamo il bagaglio del pensiero critico con storie del futuro
che è stato ieri.
EDIZIONE IN ITALIANO
Agnese Trocchi, Internet, Mon Amour, Ledizioni, 2019
Formato: brossura con alette
270 pagine
Lingua: italiano
Prezzo: 19,00
Per acquistarlo potete rivolgervi in libreria, comprarlo online sul sito
dell'editore o scriverci a ima (at) circex.org
Il libro è interamente disponibile online all'indirizzo https://ima.circex.org
EDIZIONE IN INGLESE
Agnese Trocchi, Internet, Mon Amour, Ledizioni, 2020
Formato: brossura con alette
Lingua: inglese
180 pagine
Prezzo: 17,00 euro
Per saperne di più visitate la pagina.
Per acquistarlo potete scriverci a ima (at) circex.org
Il libro è interamente disponibile online all'indirizzo
https://ima.circex.org/en
FORMARE A DISTANZA?
Cosa vuol dire formare a distanza? È possibile? Come? Questo libro è stato
realizzato come instant book durante la pandemia di Covid-19 del 2020 e
raccoglie una serie di contributi che raccontano, tra entusiasmi e frustrazioni,
storie, hack e riflessioni sulle relazioni formative "da lontano" e sugli
apprendimenti attraverso gli strumenti digitali. Se il metodo è il contenuto,
come è possibile mantenere il diritto alla libertà di insegnamento quando
vengono imposte tecnologie oppressive?
CIRCE, Formare a distanza? Ledizioni, 2020
Brossura, 212 p.
Prezzo; 12 euro
Si può acquistare sul sito dell'editore o scrivendo a info (at) circex.org
I contributi presenti nel libro sono tutti raccolti sul nostro sito e si posso
leggere a questo indirizzo.
L'INTELLIGENZA INESISTENTE
un approccio conviviale all'intelligenza artificiale
Intelligenza artificiale (Ai) è un termine che raggruppa tecnologie molto
diverse tra loro, con una lunga storia. I tifosi dell’Ai sostengono che questa
tecnologia abbia il potenziale di risolvere alcuni dei problemi più urgenti del
mondo, come il cambiamento climatico, la povertà e le malattie. I critici,
invece, sostengono che questa tecnologia sia pericolosa e ingannevole.
Ma perché tutti parlano di Ai? Perché è un’eccezionale operazione di marketing:
una delle meglio organizzate degli ultimi anni. Su questa le imprese della
Silicon Valley si stanno giocando il tutto per tutto, per invertire il trend
negativo fatto di tagli al personale e cambi drastici dei loro programmi di
sviluppo. Per comprendere quali siano le aspettative di queste aziende – e quali
dovrebbero essere le nostre – in questo libro si ricostruiscono le tappe, le
intuizioni e i paradossi che hanno attraversato la comunità scientifica,
provando a tracciare una linea che collega Alan Turing, primo sostenitore
dell’Ai forte, con i creatori di ChatGPT, il software in grado di sostenere un
dialogo credibile con un essere umano.
Che cosa verrà da qui in avanti non lo sappiamo, e per scoprirlo non ci aiuterà
una tecnologia che basa le sue previsioni sull’ipotesi che il futuro sarà una
replica di quanto accaduto nel passato.
Comprendere questo fenomeno, però, può aiutarci a costruire tecnologie
alternative, che promuovano la convivialità e la partecipazione diffusa, a
scuola come nella società.
Stefano Borroni Barale, L'intelligenza Inesistente, Un approccio conviviale
all'intelligenza artificiale, Altraeconomia, 2023
Lingua: italiano
Brossura
160 pagine
Prezzo: cartaceo 14 euro, e-pub 7,99 euro
Per acquistare il libro visitare il sito dell'editore.
Qui è disponibile un'anteprima.
TECNOLOGIE CONVIVIALI
Le macchine digitali con cui conviviamo dicono molto del modo in cui trattiamo
noi stessi e il mondo, mettendoci di fronte alle nostre contraddizioni. Questa
esplorazione – né tecnofila né tecnofoba – delle relazioni che intratteniamo con
le tecnologie propone scenari inediti in cui possiamo non solo immaginare ma
anche costruire concretamente relazioni diverse, prive delle gigantesche
asimmetrie di potere che connotano oggi il rapporto tra umani e macchine.
In questo radicale ripensamento del nostro rapporto con la tecnologia, che non a
caso riecheggia le tesi di Ivan Illich, adeguandole però al mondo digitale,
Milani ci invita a instaurare una diversa relazione con quegli «esseri tecnici»
– elettrodomestici, computer, robot industriali… – che ormai vivono con noi,
rendendoci apparentemente sempre più potenti (e di fatto sempre più
subordinati). E lo fa puntando l'attenzione su quelle gerarchie oppressive,
tipiche delle nostre società, che si replicano anche nelle relazioni fra umani e
macchine, producendo una tecnoburocrazia che intende comandare e governare le
macchine proprio come comanda e governa gli umani. Eppure, ci dice Milani,
un'altra evoluzione è ancora possibile. Se infatti l'attuale sistema
tecnoburocratico poggia su scelte quotidiane di delega, sottomissione e
conformismo, l'attitudine hacker rappresenta lo sguardo curioso di chi è alla
ricerca di un uso conviviale delle macchine. Un approccio capace di
riconfigurare la nostra visione tecnosociale, affrancandola dal rapporto
comando/obbedienza proprio dell'immaginario gerarchico.
EDIZIONE IN ITALIANO
Carlo Milani, Tecnologie Conviviali, Elèuthera, 2022
Lingua: italiano
Formato: brossura con alette, 248 p.
Introduzione di Davide Fant
Prezzo: cartaceo 17,00 ebook: 6,99 euro
Per acquistarlo visitare il sito dell'editore.
Libro completo disponibile online qui
EDIZIONE IN CASTIGLIANO
Il libro è disponibile nella traduzione in castigliano edito da Agapea nel 2024
con il titolo La actitud hacker. Per saperne di più visitare il sito
dell'editore.
Carlo Milani, La actitud hacker, Agapea, 2024
Lingua: castigliano
Introduzione di Tomás Ibáñez
240p.
Dimensione: 21,0 x 15,0 cm
Prezzo: 18.90 euro
La actitud hacker si può acquistare sul sito dell'editore.
QUE FAIRE DE L'INTELLIGENCE ARTIFICIELLE?
Petite histoire critique de la raison artificielle
L’intelligence artificielle a actuellement le vent en poupe. Elle suscite les
enthousiasmes les plus fous et les craintes les plus sombres. Elle ravive au
passage de vieilles histoires de machines esclaves ou d’entités surhumaines se
dressant contre leur créateur. La question « Que faire de l’intelligence
artificielle ? » s’est donc installée sans qu’on ait bien eu le temps de saisir
ce dont il s’agissait. Malgré les effets d’annonce, le projet de l’IA ne date
pourtant pas d’hier. Cet ouvrage revient sur son émergence et sur ses évolutions
jusqu’à nos jours. Il se penche encore sur ses principales approches et
certaines des réalisations qu’elles ont engendrées. Pour défaire cet imbroglio,
il refuse de s’en tenir au seul discours technique et entend faire dialoguer ses
concepts-clés (algorithme, réseaux de neurones, systèmes experts, modèles de
fondation…) avec la philosophie.
Vivien Garcìa, Que faire de l'intelligence artificielle? Rivages, 2024
Lingua: francese
120 pagine
Prezzo: cartaceo 17,00 euro, e-book 12,99 euro
Il libro si può acquistare sul sito dell'editore.
PEDAGOGIA HACKER
Questo non è l’ennesimo manuale per «usare bene» le tecnologie digitali, ma un
concentrato di attività e attivazioni alla portata di tutte le persone che
desiderano migliorare le proprie relazioni con i dispositivi tecnologici nella
vita di tutti i giorni. «Conosci te stesso» significa anche: conosci le macchine
attorno a te, e i demoni che le abitano.
I dispositivi digitali oggi più diffusi limitano i nostri spazi di autonomia, ci
sottraggono tempo ed energie, riducono le persone a profili mercificati. In un
contesto del genere è sempre più urgente sviluppare strumenti educativi e
autoeducativi capaci di aprire nuovi spazi di consapevolezza e libertà. Per
ridurre l’alienazione tecnica, la pedagogia hacker ci propone di indagare le
nostre relazioni con le tecnologie, guardando dietro lo schermo per riconoscere
le dinamiche oppressive e sperimentare pratiche di immaginazione liberatoria. È
un approccio critico e creativo che procede per attivazioni grazie alle quali
gli schermi incontrano i corpi, la tecnologia è interrogata anche attraverso
l’arte, il teatro, la poesia, e il gioco torna a essere spazio di emancipazione.
Questa esplorazione invita a costruire relazioni appropriate con il digitale,
rivolgendosi in particolare a chi educa e insegna, a chi si cura della psiche, a
chi fa arte, a chi lavora con la tecnica, ma anche a chiunque sia alla ricerca
di pratiche concrete per decolonizzarsi e abitare la tecnologia con
un’attitudine conviviale.
Davide Fant, Carlo Milani, Pedagogia Hacker, Elèuthera, 2024
Brossura con alette
200 pagine
Prezzo cartaceo: 17,10 euro, E-book 8,99 euro
PROMPT DI FINE MONDO
Come andarono veramente le cose nell’attentato multiplo del 2 marzo 2027 che
vide la distruzione dei principali data center statunitensi?
Una gestazione di sei anni, un romanzo di fantascienza ucronica, un viaggio
attraverso le capitali d’Europa e del Sud America, vite che si intersecano ad
alta quota, un archivio digitale in cui distinguere racconti artefatti da
memorie vissute… fino a vedere oltre tutti gli strati.
Leggi la sinossi completa.
Agnese Trocchi, Prompt di Fine Mondo, 2025
Lingua: italiano
Brossura
284 pagine
Prezzo: 10 euro
Per ottenere il libro scrivere a pfm (at) circex.org
7 anni di merende
APERTURA PORTE H 18.30TALK H 19
“La violenza è anche un algoritmo. Immaginari dell’orrore da Israele a Trump"
con Donatella Della Ratta, Noura Tafeche, Agnese Trocchi.
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Negli scorsi mesi abbiamo interrogato la Palestina dalla lente dei movimenti
femministi e queer, e delle narrazioni mediatiche, apprendendo come il genocidio
e l’occupazione di Israele di G4za e la Cis Giordania stiano mostrando al mondo
occidentale che la linea di demarcazione tra dicibile e indicibile è un confine
costruito dal dominio coloniale, e nasconde una realtà differente, fatta di
sopraffazione, violenza, morte. Come è possibile assistere a un genocidio in
diretta senza che il mondo si fermi? Cosa rende accettabile ai nostri occhi le
immagini di orrore che continuano a fluire dagli account delle poche persone
rimaste a poter raccontare quanto accade? Qual è il legame tra gli scenari
coloniali, espansionistici e militari – quelli già reali e quelli sempre più
profetizzati – e ciò che avviene nei processi cognitivi delləutenti sulle
piattaforme digitali? Facciamo oggi un passaggio in più, e scopriamo come tutto
questo sia possibile perché trova radicamento in un piano del reale
“intangibile” ma non meno pressante: quello delle tecnologie, delle AI, delle
immagini e degli immaginari digitali che ci attraversano quotidianamente, e che
dobbiamo imparare a conoscere e manipolare. A partire da due articoli usciti su
NOT, apriamo questa Merenda con una conversazione con Donatella Della Ratta,
docente di comunicazione alla John Cabot di Roma, specializzata in media, arte e
culture dei paesi arabi, e Noura Tafeche, artista visiva e ricercatrice
indipendente che si muove tra media studies, arti visive e culture digitali,
attraversando insieme le loro ricerche più recenti. A condurre la conversazione
sarà Agnese Trocchi, scrittrice, artista e Digital Communication Manager con una
provenienza da un background di media attivismo e hacking. Domenica 18 maggio a
MerendeSOUNDSpecial guests ***Kukii ãssia ghendirMica Levi Residents*Bosco
Marino Bunny Dakota EgeenoOFFERTE A CURA DI: ldelogu enricoschiro
#ivonneastrologia valentinamadeinchina ilamumila #gelatomanzia e la
partecipazione di amar3_____ tiresia.magazine INFOangelomairoma10 EURO + TESSERA
ARCI 24/25 (La quota sociale24/25 è di 8 euro ed è valida fino al 30 settembre
2025).Una parte dell’incasso sarà devoluto all’associazione Gazzella Onlus✨PER
CUSTODIRE L’ENERGIA E LO SPAZIO DESIDERABILE PER LA COMUNITÀ QUEERE TUTTƏ LE
ALLEATƏ, L’INGRESSO SARÀ A DISCREZIONE DELLO STAFF ✨
DENTRO L’UNICO CORPO DI MERENDE TUTT* POSSONO ESPRIMERE LE PROPRIE IDENTITÀ
MULTIPLE, NEL RISPETTO DI QUELLE ALTRUI E DELLO SPAZIO IN CUI SI MUOVONO. NO
RACISM, NO SEXISM, NO HARASSMENT, NO OMOTRANSPHOBIA, NO AGEISM, NO ABLEISM, NO
BODYSHAMING, NO HATE.NO SHOES NO MACHOS. NO GENOCIDEFree Palestine
imagine by Noura Tafeche tratta dal video essay The Kawayoku Inception
Su Radio Onda Rossa presentazione del numero della rivista DWF "Femministe col
BOT. Tecnologie e Intelligenze artificiali." Intervento di Agnese Trocchi.
Ponte Radio andato in onda su Radio Onda Rossa il 17 gennaio 2025 dalle 13 alle
15 per presentare il numero 142 di DWF dedicato all'intelligenza artificiale: "
Femministe col BOT. Tecnologie e Intelligenze artificiali. " . Ne parla la
redazione con Agnese Trocchi e Teresa Numerico che, tra molte altre, hanno
contribuito al numero.
Qui di seguito l'estratto dell'intervento di Agnese Trocchi. A questo link
invece la trasmissione completa.
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Alcuni riferimenti nominati durante l'intervento:
* Unità linguaggi artificiali
* https://subsai.vulgo.xyz/
Disponibile il nuovo numero di DWF, storica rivista femminista, dedicato
all'intelligenza artificiale. Tra gli articoli "Un approccio femminista hacker
alla IA" di Agnese Trocchi e le vignette Vita da BOT realizzate da Lowwla e
ideate da CIRCE.
"È tempo di occuparsi di AI oppure sarà l’AI a occuparsi di noi. E questo
potrebbe aprire scenari che non prevedono quanto abbiamo costruito in termini di
libertà, pratiche, relazioni, nuove forme della soggettività, desideri,
spostamenti rispetto all’esistente. In altre parole, lo stare al mondo da
femministe." Si apre così l'editoriale del numero 142 di DWF dedicato
all'intelligenza artificiale: "Femministe col BOT" .
All'interno un articolo di Agnese Trocchi e le vignette di Vita da BOT ideate da
noi e realizzate dalla disegnatrice Lowwla.
Per ascoltare o leggere l'editoriale, per scoprire l'indice completo dei
contributi, per acquistare il numero della rivista in formato digitale o
cartaceo seguite questo link:
https://www.dwf.it/rivista/femministe-col-bot-dwf-142-2024-2/.
Seminario AN-ICON: Intelligenza artificiale. Prospettive critiche dove Carlo
Milani e Vivien Garcia interverranno su "IA per metafore" e "Fare storie con
l’Intelligenza Artificiale". Il seminario si svolge il 14 gennaio 2024 presso
l'Università statale di Milano.
Il seminario AN-ICON: Intelligenza artificiale. Prospettive critiche è
organizzato dall'Università degli Studi di Milano, non è aperto al pubblico ma
si propone di essere una prima occasione di confronto nel dipartimento di
Filosofia sulle varie prospettive adottate nella ricerca sull'IA.
Carlo Milani interverrà su: "IA per metafore"
L’espressione “IA” implica una serie di metafore, similitudini e comparazioni.
Per spiegare di cosa si tratta si ricorre a tutto un armamentario retorico, un
intero vocabolario strutturato in maniera da colpire l’immaginazione individuale
e strutturare l’immaginario collettivo. Per cominciare a sbrogliare la matassa
delle Übertragungen, trasposizioni arbitrarie di significati, applichiamo il
metodo della “pedagogia hacker”. Seguiremo i fili delle nostre connessioni con
alcune di queste invenzioni linguistiche. Lungi dall’essere mere descrizioni,
veicolano invece precise visioni del mondo, attingendo a piene mani dai miti che
da sempre popolano l’avventura delle tecnologie. Golem, elettrodomestici, robot
industriali vengono convocati insieme per gettare una luce diversa sul bizzarro
mosaico dell’IA contemporanea.
Vivien Garcia parlerà di "Fare storie con l’Intelligenza Artificiale"
Una delle caratteristiche dell’attuale “boom” dell’IA è senza dubbio la quantità
industriale di discorsi che si generano attorno di essa. In mezzo a tutto questo
rumore, le prospettive storiche rimangono rare o meno visibili, tranne quando
riprendono la grande narrazione lineare in cui, sullo sfondo del “progresso
tecnologico”, la storia dell’intelligenza artificiale si confonde con la storia
tout court, di cui l’IA sarebbe diventata la ragione. Questo contributo sostiene
la pertinenza di un approccio storico all’IA nel contesto della massiccia
alienazione tecnica che caratterizza la nostra epoca. Intende anche mostrare
l’interesse che la filosofia può avere nell’afferrare questa materia estranea.
Qui maggiori informazioni sull'evento:
https://an-icon.unimi.it/calendars/intelligenza-artificiale-prospettive-critiche/
Un’altra distopia è possibile. Lettera semiseria di Sam Altman dal futuro : un
altro articolo di Stefano Borroni Barale dalla rubrica “Scatole oscure.
Intelligenza artificiale e altre tecnologie del dominio.
Nella Silicon Valley sono convinti che le intelligenze artificiali generative
(come ChatGPT) diventeranno presto più intelligenti dell’uomo e cominceranno a
seguire fini propri. Stefano Borroni Barale immagina un'altra distopia
fantascientifica, ma dagli esiti politicamente imprevedibili. Leggi il breve
racconto qui:
https://altreconomia.it/unaltra-distopia-e-possibile-lettera-semiseria-di-sam-altman-dal-futuro/